Appennino reggiano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
nuove voci (preso con modifiche minori da "guida dell'appennino reggiano del CAI 1930"
mNessun oggetto della modifica
Riga 28:
 
La zona montana della Provincia di Reggio, come quella della pianura, offre grande interesse per le sue vestigia archeologiche.
Importante in questi studi fu 1'abate prof. Gaetano Chierici, che dai rilievi fatti nella nostra terra trasse dati fondamentali per la dottrina delle prime migrazioni umane nella Lombardia, e la documentazione del succedersi delle varie età preistoriche. Importantissime, per la paletnologia, i ritrovamenti fatti dal Chierici di [[terramare]] dell'età del bronzo alla Torretta, a [[Castellarano]], a Roteglia, a [[Monte Venera]]; dei residui di fondi di Capanne lungo il [[Crostolo]] ad [[Albinea]], a Rivaltella e a Calerno ; delle Stazioni all’aperto di Pratissolo, cui seguono in ordine di tempo, le vestigia di armi ed uten-sili scoperti nella Tana delle Mussina, le reliquie sepol-cralisepolcrali di S. llario e di S. Polo, i pozzi sepolcrali di Servirola di S. Polo e di Castagneto e la necropoli di [[Pietra di Bismantova|Bismantova]], appartenenti alle più recenti età del bronzo e del ferro.
 
Fondatore della Sezione del Club Alpino a Reggio, il Chierici fu uno dei primi e più autorevoli sostenitori della importanza del Club Alpino di Reggio Emilia nel rinnovare e favorire gli studi naturalistici e paletnologici ed è significativo il discorso che tenne ai soci il 9 febbraio 1877 su « I criteri della paletnologia » (Italia Centrale, N. 44, 45, 46, anno 1877, Reggio Emilia).
Riga 78:
II materiale usato in queste chiese tratto sempre da cave locali, è la pietra arenaria squadrata (lapis quadratus) e nelle costruzioni matildiche l' arenaria di Canossa; i conci sono sempre tagliati esattamente parallelepipedi e posti in opera con poca calce.
 
=== Il Castello ===
 
Il Castello assume grande importanza ; è del solito tipo medievale difeso da più ordini di mura merlate di solito tre, munite di torri e rivellini. Porte e postierle mettono in comunicazione i primi recinti col più interno più alto, ove è 1' abitazione del Signore, composta di locali angusti e scarsamente illuminati dalle feritoie, aperte nei muri di grande spessore. Nel recinto interno è il cortile e in un angolo di questo, in posizione più opportuna è la gran torre o cassero, ultima difesa del castello (Carpineti, Canossa, Dinazzano) ; a volte sul cortile si apre anche una piccola chiesa ad uso del Castellano (Carpineti). Al cortile interno si sale per un sentiero mulattiere scavato nel monte al coperto dagli eventuali colpi nemici ; giunti nel cortile le cavalcature stanche potranno dissetarsi negli appositi abbeveratoi in pietra, piantati nel terreno (Canossa). Numerose piccole torri per le vedette (guardiole) sono sparse sulle mura e buie e strette prigioni sono praticate nelle basi delle torri principali (Canossa, Carpineti). Il materiale usato per queste costruzioni è il calcare da taglio ; i muri hanno spessore grande, sono tutti pieni, con largo barbacane e solidamente piantati nella roccia.