Junio Valerio Borghese: differenze tra le versioni
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Ufficiale di [[Regia Marina Italiana|Marina]], durante la [[seconda guerra mondiale]] entrò a far parte della [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]] e si rese celebre per alcune audaci imprese nel [[Mediterraneo]]. Come comandante della [[Xª Flottiglia MAS (RSI)|omonima unità indipendente]] aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]] combattendo a fianco dei tedeschi contro l'esercito anglo-americano e le formazioni partigiane. Al termine dell'attività bellica fu arrestato dal [[Comitato di Liberazione Nazionale]] e consegnato ai [[servizi segreti]] statunitensi che lo trasferirono a [[Roma]]. Nella capitale fu arrestato e processato per [[collaborazionismo]] e [[crimini di guerra]]. Il [[17 febbraio]] [[1947]] si conclude il processo; la Corte dichiara Junio Valerio Borghese
Nel dopoguerra Borghese costituì gruppi clandestini armati, in stretto collegamento con [[Ordine Nuovo]] e [[Avanguardia Nazionale]], due organizzazioni di [[estrema destra]]. Nel [[1970]] fu tra i promotori di un tentativo di [[colpo di stato]], il fallito "[[Golpe Borghese]]" (noto anche come "golpe dell'Immacolata"), improvvisamente interrotto in circostanze tuttora non chiare. Borghese non nascose mai la propria aderenza politica al [[fascismo]] e il suo [[anticomunismo]], il quale veniva spesso esternato tramite dichiarazioni estreme (è famosa una sua intervista del [[1971]] alla televisione svizzera nella quale sosteneva la necessità di "sterminare" tutti i comunisti italiani i quali, a suo modo di vedere, costituivano un "eterno pericolo").
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