Proibizionismo: differenze tra le versioni

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Ci si può comunque riferire, con questo termine, ad ogni interdizione al consumo o alla vendita di determinate sostanze definite illecite da parte di governi o enti sovranazionali come l'[[ONU]], col fine dichiarato di tutelare la salute pubblica e quella individuale dei cittadini. In questa chiave un proibizionismo è attualmente in vigore per sostanze come l'[[oppio]], l'[[eroina]], la [[cocaina]], i derivati della [[cannabis]] e molte altre, a seconda della zona geografica e del contesto culturale. Può comunque essere anche interpretata in questo senso ogni proibizione proveniente "dall'alto", come ad esempio quella in vigore sulla [[prostituzione nel mondo|prostituzione]].
Più specificatamente per "Proibizionismo"''proibizionismo'' oggi s'intende, nella sua accezione più comune e generale, quello in vigore dal [[1937]] sui derivati della [[cannabis]]<ref>http://billstclair.com/hemplie.html</ref>, contestato dal movimento [[antiproibizionismo|antiproibizionista]] che ne chiede la liberalizzazione<ref>http://it.wikipedia.org/wiki/Antiproibizionismo</ref>; alcuni antiproibizionisti non riconoscono il concetto di "proibizione" in sé e ritengono che ogni [[sostanza]] debba essere liberalizzata o eventualmente controllata in ambito medico, indicando il fallimento di tutte le proibizioni in quanto queste non cancellano le sostanze o il loro uso, bensì rendono più pericolosa la fruizione mettendo fra l'altro, in totale disarmonia rispetto ai propri scopi, a maggiore repentaglio la salute dei consumatori e perfino la loro stessa vita.
 
I "proibizionismi" possono essere generalmente distinti in due tipologie: quelli più blandi, che bandiscono solo la vendita ed il traffico della [[sostanza]] considerata illecita e quelli a regime di [[tolleranza zero]], dove anche il semplice consumo è sanzionato, amministrativamente o penalmente.