Fusione nucleare fredda: differenze tra le versioni
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| Riga 3: {{C|La voce presenta ancora numerosi tratti di ricerca originale (ed è da rivedere in tutti i punti l'ortografia, la grammatica e la sintassi)|fisica|gennaio 2009}} La '''fusione nucleare fredda''', detta comunemente '''fusione fredda''' e '''fusione a freddo''' (in inglese ''Cold Fusion'', "CF", ma indicata anche come ''Low Energy Nuclear Reactions'', LENR, "reazioni nucleari a bassa energia", o ''Chemically Assisted Nuclear Reactions'', CANR, "reazioni nucleari assistite chimicamente"), è un nome generico attribuito a [[Reazione nucleare|reazioni]] di presunta natura [[Fisica nucleare|nucleare]], che si produrrebbero a [[Pressione|pressioni]] e a [[temperatura|temperature]] molto minori di quelle necessarie per ottenere la [[fusione nucleare|fusione nucleare "calda"]], per la quale sono necessarie temperature dell'ordine del milione di [[kelvin]] e densità del [[plasma]] molto elevate. Alcuni studiosi ritengono che il termine ''fusione fredda'' sia da sostituire con il termine ''LENR'', in quanto tutti i fenomeni qui di seguito descritti appartengono alla famiglia delle reazioni nucleari a bassa [[energia]].  Dopo il clamore provocato nel [[1989]] dagli esperimenti di [[Martin Fleischmann]] e [[Stanley Pons]] (Università di [[Salt Lake City]] - [[Utah]]), poi ripetuti in diversi laboratori, sono seguiti studi teorici ==  Così come per la [[fusione nucleare|fusione nucleare calda (fusione termonucleare)]], anche per ottenere la fusione nucleare fredda è necessario avvicinare i [[Nucleo atomico|nuclei atomici]] di [[deuterio]] e [[trizio]] a distanze tali da vincere la reciproca [[forza coulombiana]] di repulsione dei [[nucleo atomico|nuclei]] [[carica elettrica|carichi]] positivamente<ref>Seata, Peter N.; Schaffer, Michael J.; Morrison, Douglas R.O.; Heeter, Robert F. "''What is the current scientific thinking on cold fusion? Is there any possible validity to this phenomenon?''", Scientific American (21 ottobre, 1999).</ref>, solo che, diversamente dalle reazioni di fusione termonucleare, i sostenitori dell'esistenza di quelle di fusione nucleare fredda affermano che si può ottenere lo stesso risultato spendendo molta meno energia grazie allo sfruttamento di una poco chiarita azione da parte di un [[catalizzatore]] quale ad esempio il [[palladio]]<ref>F. Scaramuzzi, “"Ten Years of Cold Fusion: an Eye-witness Account"”. Accountability in Research, 8, 77 (2000); una versione in italiano è stata pubblicata su Energia, Ambiente e Innovazione, 5,21 (2001)</ref>. Riga 13: === Catalizzazione da muoni === Il [[muone]] è una particella che ha la possibilità di sostituirsi all'[[elettrone]] dell'[[atomo]] I muoni, una volta che hanno innescato la fusione tra due nuclei {{vedi anche|Fusione catalizzata da muoni === Confinamento chimico === Vi sono tre tipologie di dispositivi a confinamento chimico: ==== Cella elettrolitica ==== È un dispositivo composto da un contenitore di materiale isolante, riempito con deuterio in [[Soluzione (chimica)|soluzione]] ad un [[elettrolita]], con al suo interno due elettrodi [[Conduttore elettrico|conduttivi]] metallici. Il Il In questo tipo di cella, in particolari e non ancora chiarite condizioni fisiche, viene osservata una emissione di calore, in quantità superiore a quella che potrebbe generarsi secondo le classiche leggi della fisica<ref name="EINFOD"/>. Esempi di celle elettrolitiche: * ▲* [[#La_cella_utilizzata_per_i_primi_esperimenti|Cella di Fleischmann e Pons]] La cella al plasma elettrolitico, o cella di T. Ohmori e T. Mizuno, è un dispositivo concettualmente simile alla ''Cella Elettrolitica'', ma funzionante in un regime completamente differente.  ▲* [[#Ottobre_2007.2C_ENEA_di_Frascati_ed_SRI_USA_dichiarano_una_riproducibilit.C3.A0_delle_reazioni_di_fusione_fredda_dal_65.25_al_75.25|Esperimenti della SRI (USA) e Vittorio Violante (ENEA)]] ▲==== Cella al plasma elettrolitico o cella di T. Ohmori e T. Mizuno ==== ▲Dispositivo concettualmente simile alla precedente ''Cella Elettrolitica'', ma funzionante in un regime completamente differente. Il catodo è normalmente composto da una barra di [[tungsteno]] o altri tipi di materiali metallici, capaci di sopportare le elevatissime temperature prodotte da una bolla di [[Fisica del plasma|plasma]] che si forma, causa le particolari condizioni di funzionamento, intorno all'elettrodo stesso. Esempi di celle al plasma elettrolitico: * [[#1998-2003.2C_Gli_esperimenti_di_T._Ohmori_e_T._Mizuno_sulla_elettrolisi_al_plasma|Cella di T. Ohmori e T. Mizuno]] ==== Cella a gas di deuterio o idrogeno ==== Alcuni scienziati, La quantità di gas accumulabile all'interno del reticolo cristallino del metallo può arrivare a circa un atomo di gas per ogni atomo di metallo, Il vantaggio di tali celle, rispetto a quelle elettrolitiche, è nella possibilità di svolgere esperimenti in condizioni più controllate e di conseguenza più facilmente riproducibili. Esempi di celle a gas: Riga 45 ⟶ 59: == I primi lavori == La speciale capacità del palladio di assorbire idrogeno fu riconosciuta verso la fine del [[XIX secolo|diciannovesimo secolo]] da [[Thomas Graham]].<ref name="DOE_1989_7">U.S. Department of Energy (1989). "''[http://www.ncas.org/erab A Report of the Energy Research Advisory Board to the United States Department of Energy]''", Washington US (25 May 2008)</ref>. Nel [[1926 Nel [[1927 Il termine ''fusione fredda'' ("cold fusion") ===L'annuncio di Fleischmann e Pons === Fleischmann disse che stava iniziando ad investigare la possibilità che le reazioni chimiche potessero influenzare i processi nucleari negli anni sessanta<ref>Fleischmann, Martin (2003), “Background to cold fusion: the genesis of a concept”, Tenth International Conference on Cold Fusion, Cambridge, MA: World Scientific Publishing, ISBN 978-981-256-564-8</ref>.  ▲== Fusione Fredda a confinamento chimico, L'annuncio di Fleischmann e Pons == Nel [[1984]], come conseguenza di questi studi, Fleischmann e Pons iniziarono i loro esperimenti sulla fusione fredda. ▲Fleischmann disse che iniziò ad investigare la possibilità che le reazioni chimiche potessero influenzare i processi nucleari negli anni sessanta<ref>Fleischmann, Martin (2003), “Background to cold fusion: the genesis of a concept”, Tenth International Conference on Cold Fusion, Cambridge, MA: World Scientific Publishing, ISBN 978-981-256-564-8</ref>. Egli predisse che gli effetti collettivi da lui esplorati, potrebbero richiedere l'[[elettrodinamica quantistica]] per essere calcolati, questo potrebbe dare risultati più significativi rispetto agli effetti predetti dalla [[meccanica quantistica]]<ref name="UpperLimitsOnNeutron">Gai, M.; Rugari, S. L.; France, R. H.; Lund, B. J.; Zhao, Z.; Davenport, A. J.; Isaacs, H. S. & Lynn, K. G. (1989), “''Upper limits on neutron and big gamma-ray emission from cold fusion''”, Nature 340: 29–34</ref><ref>Leggett, A.J. (1989), “Exact upper bound on barrier penetration probabilities in many-body systems: Application to ‘‘cold fusion’’”, Phys. Rev. Lett. (no. 63): 191-194.</ref>. Egli poi disse che, nel 1983, aveva l'evidenza sperimentale che lo portava a credere che nella fase condensata i sistemi sviluppano strutture [[Coerenza|coerenti]] piuttosto evidenti, con dimensioni dell'ordine dei 10<sup>-7</sup>m (1/10.000 mm)<ref name="UpperLimitsOnNeutron"/>. Nel 1984, come conseguenza di questi studi, Fleischmann e Pons iniziarono i loro esperimenti sulla fusione fredda. === La cella utilizzata per i primi esperimenti === | |||