Modulazione (musica): differenze tra le versioni

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#'''affermazione nuova''' tonalità.
 
Quindi, partendo ad esempio da Do maggiore, si dovrà inizialmente cercare di '''affermare inequivocabilmente''' che ci si trovi in do maggiore, con tutti i mezzi (possibilmente forti) affinché la tonalità sia chiara (la sequenza di accordi costruita sui [[grado (musica)|gradi]] I-IV-I o I-V-I ad esempio è schematicamente adatta allo scopo). Nel momento in cui dopo la cadenza ci si prepara alla fase neutra, ciò che è importante è agire contro il principio del punto precedente: se prima si dovevano cercare i mezzi per affermare la tonalità, ora questi dovranno essere evitati e si dovrà cercare l'ambiguità tonale possibilmente cercando accordi validi in una e nell'altra tonaliàtonalità.
Se ad esempio la modulazione da do maggiore dovradovrà avvenire a fa maggiore, potremmo usare tutti gli [[accordo (musica)|accordi]] che non contengono il si bemolle (che in do maggiore è bequadro).Gli accordi comuni in questo caso sono: il I di Do (=V di Fa), il II (=VI di Fa), il IV (=I di Fa), il VI (= III di Fa). Sarà opportuno evitare gli accordi che nella nuova tonalità corrispondono ai gradi forti poiché questo indebolirebbe la funzione neutra di questa fase nella quale non si dovrebbe effetivamenteeffettivamente propendere a nessuna delle due tonalità. Molto opportuni sono gli accordi posti in rivolto.
Nell'ultima fase infine, si ha la conferma della nuova tonalità con una cadenza: questa dovrà essere più lunga di quella alla tonalità iniziale nella prima fase in modo tale da sbilanciare la propensione tonale verso la nuova tonalità.
Esistono diversi livelli di modulazione a seconda di quanto peso e con quanta energia sia effettuata la modulazione.