Plotino: differenze tra le versioni

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Hegel commenta la voglia di appartenersi e incarnarsi dell'anima rilevando che il corpo è contrario dell'anima e che ogni ente pensato da un terzo o che pensa se stesso senza riferimento (senza nominare) il proprio contrario, cade in esso. Così l'anima nel momento in cui pensa se stessa "cade ad essere", finisce con l'essere in un corpo, ed egualmente nel pensiero (identico all'essere) cade a pensare il corpo, suo contrario.
 
"La voglia di appartenersi" che viene attribuita all'anima è la volontà-distacco dall'Uno che nel giro di un'istante diviene essere e pensare un corpo in cui si trova incarnata. Come per Anassimene il peccato di nascere, la voglia di vivere senza l'apeiron-Uno porta necessariamente a incarnarsi in un corpo che soffre la nostalgia; Plotino non lo interpreta come una punizione dell'Uno "che è lì ancora ad attenderti", ma come la conseguenza necessaria di una libera scelta.
 
Il percorso delle [[Enneadi]] è dalla materia all'Uno in cui avviene l'estasi dell'asceta e il ritorno dell'Uno alla materia. Non è solo un percorso filosofico della mente, un modo di esposizione efficace delle teorie filosofiche, è un percorso dell'essere, un'ascesi di vita che fissa le tappe che ognuno può percorrere per la realizzazione di sè.