Giuseppe Saragat: differenze tra le versioni

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Figlio di immigrati sardi (il padre era nativo di [[Sassari]]), faceva parte di una famiglia appartenente alla media borghesia italiana. Nel [[1922]] aderì al [[socialismo]] non tanto per vocazione ideologica quanto per solidarietà nei confronti della gente povera, ovvero quel proletariato che andava organizzandosi. Esponente della parte [[Riformismo|riformista]] del [[Partito Socialista Italiano]], durante il [[fascismo|ventennio fascista]] emigrò in [[Francia]], [[Austria]] e [[Svizzera]], stringendo un'allenza politica con [[Pietro Nenni]].
 
Tornò in patria nel [[1943]] per combattere contro la [[Repubblica di Salò]]: arrestato e consegnato alle autorità tedesche, riuscì ad avedereevadere ed a trasferirsi a [[Milano]], dove lavorò per il risanamento del PSI. Ministro senza portafoglio nel [[1944]] durante il [[governo Bonomi II]], nel [[1945]] fu ambasciatore d'[[Italia]] a [[Parigi]] per un brevissimo periodo.
 
Nel [[1946]] venne eletto deputato all'[[Assemblea Costituente]], di cui fu presidente sino al [[1947]], anno in cui [[Alcide De Gasperi]] ruppe l'accordo con socialisti e comunisti. Contrario all'alleanza tra i socialisti ed il [[Partito Comunista Italiano]], nel [[gennaio]] del [[1947]] provocò la cosiddetta "scissione di palazzo Barberini", in cui vide la nascita il [[Partito Socialista dei Lavoratori Italiani]], che nel [[1951]] divenne [[Partito Socialista Democratico Italiano]] in seguito alla fusione con il [[Partito Socialista Unitario]].