Music Farm Compilation: differenze tra le versioni

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Perché, infatti, se il bel biondo Angelo si mantiene sia bello che biondo, con qualche ombra di grigio che si fa spazio sulla chioma della sua maturità anagrafica, a cui corrisponde, però, anche un'eccellente maturità timbrica, che ha un po' attenuato le note forse un po' troppo alte, e talvolta più algide del dovuto, di quando portava ancòra il caschetto alla [[Nino D'Angelo]], le esilaranti strisce quotidiane del daytime (con le imitazioni a luce rosso-tenue di una scatenata [[Fiordaliso]]) si dimostrano invece senza pietà nei confronti degli "addominali sblusati" del baffo, per fortuna completamente oscurati dal calore vibrante del suo basso, che, al contrario, sembra aver acquistato maggiore agilità e leggerezza di quando cantava i cori di ''Made in Italy'' (chi non ricorda quei roboanti "oh cherie cherie"?), costituendo un impeccabile contrappunto agli acuti sempre ineccepibili della Brambati, la cui voce, invece, pare avere ancòra lo smalto lucido dei vent'anni, quando urlava l'assolo della sfortunata ''Un diadema di ciliegie'', uno dei Sanremo meno riusciti, al livello di classifica - basta ascoltarla qui in ''[[Salirò]]'' o in ''Poster'', e persino quando, scanzonata, fa il verso alla Berté, con i ripetuti "chissenefrega".
 
Dopo la sconfitta, Loredana si è dimostrata altamente professionale e soprendentemente umana, apprezzando i colleghi a tal punto da voler incidere, insieme a loro, una nuova versione della storica ''[[Sarà perché ti amo]]'' del [[1981]], per l'occasione ribattezzata proprio ''Chissenefrega'', un sottotitolo irriverente, che ha finito col diventare il tormentone dei 10 piccoli indiani (+ 1...) e dell'intero programma. Di ''[[Sarà perché ti amo|Sarà perché ti amo (Chissenefrega)]]'' è uscito anche un [[CD|CD singolo]], creditato a «Loredana Berté versus Ricchi e Poveri», che ha dato nuovo lustro al pezzo, riportandolo in classifica dopo quasi 25 anni dalla sua prima uscita. Nella scaletta della compilation, il "duetto" (anche se cantano in quattro...) rappresenta la terza traccia, strategicamente posta dopo un diverso tipo di classico, ''C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones'', giustamente intepretatointerpretato dal vincitore [[Riccardo Fogli]], che segue, a sua volta, ancòra la Berté, a cui spetta l'onore di aprire la raccolta, con un altro tipo ancora di cantautorato, quello irriverente del compianto [[Rino Gaetano]], con ''Ma il cielo è sempre più blu''.
 
Fogli si fa notare anche nel pezzo di [[Renato Zero]], ''I migliori anni della nostra vita'', quasi verso la fine dell'album (traccia #18), e peraltro l'unico altro suo brano che è finito nella raccolta (ma per il vincitore, il premio consisteva nella possibilità di registrare un intero disco). Tra gli altri, partecipanti, una menzione va sicuramente ad [[Annalisa Minetti]], grande voce (vinse anche un [[Festival di Sanremo]], a metà degli [[Anni 1990|anni novanta]], cimentandosi poco dopo con una [[cover]] in italiano di ''Hero'', successo nientepopodimeno che della voce per eccellenza, [[Mariah Carey]], per poi scomparire nel nulla), presente con un'emozionata ''Certe notti'' di [[Luciano Ligabue|Ligabue]], ma soprattutto, presa sotto l'ala protettiva di Loredana, con ''Piccolo uomo'' di [[Mia Martini]], che la scatenata sorella quasi la obbliga a cantare ("Lei ha una voce pazzesca!", prorompe Loredana riferendosi ad Annalisa, quando le chiedono se avrebbe voluto cantarla lei o se, di fatto, pensa spesso di reinterpretare i pezzi di Mia - "Non m'azzardo più di tanto", butta lì, quasi casualmente).