Plutocrazia: differenze tra le versioni

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In genere, nel linguaggio politico, il termine viene assimilato a quello di "partitocrazia", ritenendo da parte di chi lo pronuncia che - a seguito dell'avvento del bipolarismo, prima, e del bipartitismo, dopo - le due principali coalizioni si siano poste in modo autoreferenziali verso se stesse ed ognuna verso l'altra, in modo che questi partiti (ed i loro plutocrati) si possano spartire il potere economico e politico, controllare il mercato ed i mass-media.
 
Il termine, talvolta con qualche variante (es. "plutomassonico", "plutomassocomlottistico") viene spesso usato da partiti e movimenti politici di origine civica e/o apolitica, per rivendicare pari condizioni durante la campagna elettorale ([[par condicio]]) oppure per denunciare brogli avvenuti a loro danno, oppure la non-applicazione di leggi referendarie, democraticamente votate e volute dalla maggioranza degli aventi diritto.
 
Partiti politici che in seno al loro programma pongono la questione plutocratica e la loro avversione sono:
* Lista Civica Cinque Stelle (di [[Beppe Grillo]])
* [[Partito Radicale Transnazionale]]\[[Lista Emma Bonino|Lista Bonino-Pannella]]
* [[Italia dei Valori]]
* Partito Illuminista Unitario, che tuttavia si pone favorevole alla cooptazione e riconoscimento delle lobby trasparenti, al fine di riequilibrio pre-istituzionale e pro-mercato e per la meritocratizzazione dei processi di globalizzazione e di modernizzazione .
 
==Collegamenti esterni==