Assassin's Creed II: differenze tra le versioni
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Ezio si reca a [[Repubblica di Venezia|Venezia]] per rintracciare gli uomini elencati in una lista redatta dal padre, e scopre che sono tutti Templari. Mentre li scova e assassina uno dopo l'altro, recuperando così diverse pagine del Codice, gli appare chiaro lo scopo delle loro trame e del loro agire. Il capo, [[Rodrigo Borgia]] ("Lo Spagnolo"), sta cercando di localizzare una cripta nascosta, dove è celato un potere oscuro e incommensurabile. I Templari intendono impiegarlo per assicurarsi il dominio sull'umanità. Per aprire la cripta occorre essere in possesso di due "frutti dell'Eden", antichi manufatti che permettono a chi li controlla di compiere azioni incredibili. Mentre si adopera per sottrarne uno al Borgia, Ezio scopre con sommo stupore che diversi amici incontrati durante i suoi viaggi in Italia (tra cui Mario Auditore, Paola, la Volpe, Teresa, Bartolomeo, e Antonio) sono membri della confraternita Assassina, e che glielo avevano nascosto per tutti i suoi 30 anni. A rivelare tutto ciò, oltre ai suoi amici, è [[Nicolò Machiavelli]], il quale si rivela anch'egli un membro della confraternita Assassina . Quindi quelli che erano suoi amici, si rivelano essere suoi compagni. Inoltre si apprende che il ruolo di Ezio in questa serie di eventi è stato preannunciato da un'antica profezia. Egli viene a scoprire dai compagni di essere un profeta atteso da tutti come un eletto grazie a cui il mondo potrà salvarsi. Ma dire che tutte le persone lo aspettavano è ben poco, perché nemmeno i suoi compagni, in realtà, sapevano qual era la sua reale importanza.
Entrati in possesso della [[Mela dell'Eden]], Ezio e gli altri assassini la mostrano a [[Leonardo da Vinci]]; questi, involontariamente, la attiva, e di fronte all'immensità dei suoi poteri (ai quali Ezio, così come [[Altair]], si dimostra immune) [[
Purtroppo, una brutta sorpresa attende Ezio e
Grazie ad Ezio, che riesce ad introdursi nella città sprangata e ad aprire le porte, Caterina e Macchiavelli, accompagnati dalle poche guardie cittadine rimaste fedeli, si rifugiano nella [[Rocca di Rivaldino]], ma una volta dentro scoprono che due dei figli di Caterina, Ottaviano e Bianca, sono stati catturati. Ezio viene mandato all'esterno a riprenderli, e durante il salvataggio di Ottaviano riesce anche ad uccidere Ludovico, ma tornato a Rivaldino viene a sapere che Checco è riuscito a rubare la Mela ed è fuggito. Ezio lo raggiunge prima che lasci Forlì e lo uccide, ma Checco, prima di morire, riesce a ferirlo gravemente, e l'Assassino fa appena in tempo a scorgere un monaco privo del mignolo sinistro rubare il manufatto prima di svenire. Rinvenuto molti giorni dopo viene a sapere, interrogando i monaci delle due abbazie dentro e fuori della città, che il monaco in questione altri non è che [[Girolamo Savonarola]], il quale, quasi sicuramente, si è diretto a [[Firenze]].
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