Assedio di Mafeking: differenze tra le versioni

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Dopo la liberazione [[Robert Baden-Powell|Baden-Powell]] fu nominato maggior [[generale]], a soli 43 anni, e nel [[1903]] (la guerra era terminata l'anno precedente) ritornò in patria, arricchito soprattutto dall'esperienza con i ragazzi di Mafeking: questa esperienza sarà una delle basi dell'idea dello [[scautismo]].
 
==Abusi prima e dopo Mafekingrazziali==
È ormai documentato con certezza che Baden-Powell, sia durante il leggendario assedio sia precedentemente, quando fu capo di stato maggiore in [[Rhodesia]] ([[1896]]), si rese protagonista di azioni che agli occhi contemporanei sono molto vicine a crimini di guerra, ma che per i "bianchi" di inizio secolo (soprattutto i ''uitlander'' anglofoni e gli ''afrikaner'') erano perfettamente ovvie e naturali. Durante la campagna contro i [[Matabele]] venne ad esempio accusato dal Ministero delle Colonie di aver fatto uccidere il capo africano Uwini, da lui fatto prigioniero. Baden-Powell ammise il fatto e rilanciò sostenendo che il malcapitato aveva avuto semplicemente ciò che si meritava. Ritenuto non responsabile da lord Lansdowne, ministro della guerra nel gabinetto Salisbury (protagonista nella guerra anglo-boera), se la cavò con un insabbiamento.<br/>
La genialità dimostrata nel leggendario assedio di Mafeking è indiscutibile, ma fa il paio con la brutalità di alcuni provvedimenti presi da Baden-Powell nei confronti della popolazione nera e ''coloured''. Per far quadrare il cerchio nella distribuzione delle razioni Baden-Powell mise alcune migliaia di indigeni, in gran parte profughi e stranieri provenienti da altre regioni vicine, davanti alla scelta se morire di fame a Mafeking (non garantendo più alcuna razione, che invece era dirottata ai bianchi) oppure sfidare la sorte e le linee boere abbandonando la città. Per chi veniva colto sul fatto a rubare per fame inoltre previde la fucilazione sul posto. Esistono poi centoquindici casi accertati di fustigazione (più di uno ogni due giorni in media), durante l'assedio, per "reati" del genere compiuti dagli africani. Baden-Powell si servì anche di una milizia di colore (caso unico nel conflitto, e fortemente riprovato dagli avversari) che fu fondamentale nella realizzazione di opere difensive e, non molti giorni prima della liberazione, nel respingere la scorreria del gruppo di combattimento boero comandato da Sarel Eloff. Il contributo dei "cafri" non venne però ricordato dal comandante, se non in modo fugace e superficiale. Questa crudele condotta, attuata freddamente e riportata nel diario militare riservato dell'assedio, contribuì a causare la morte per fame, per malattie o per mano boera di parecchie centinaia di indigeni di colore, e nel contempo consentì alla guarnigione di Mafeking di prolungare la propria resistenza. Tuttavia, rimane aperta la controversia secondo cui Baden-Powell si comportò così solo per razzismo. La giustificazione secondo cui le razioni alimentari non sarebbero bastate per tutti non reggono davanti all'evidenza del fatto che, all'arrivo della colonna di liberazione, i magazzini erano ancora strapieni di cibo, tanto che la colonna se ne servì liberamente.