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Si distinguono per vari [[piano urbanistico|piani urbanistici]], [[Piano regolatore]] di [[Pavia]], ([[1932]]), Piano turistico dell'[[Isola d'Elba]], ([[1939]]), e soprattutto per il più importante e di ampio respiro il piano regolatore della [[Valle d'Aosta]] ([[1936]]-[[1937]]).
 
Le vicissitudini della guerra portano Rogers a fuggire in [[Svizzera]] e Banfi a prender parte attiva alla resistenza e a morire nel [[campo di sterminio]] [[Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen|Mauthausen]] nel [[1945]]. Questa forte presa e compromissione nella guerra dei componenti dello studio si manifesta nel lavoro dello studio, dopo la fine del conflitto, con un'opera emblematica come il monumento ai morti nei lager tedeschi a [[Milano]] nel [[Cimitero monumentale (Milano)| Cimitero monumentale]] ([[1946]]).
 
Dopo la guerra il loro lavoro si divide con l'attività giornalistica con Rogers chiamato a dirigere prima ''[[Domus (rivista)|Domus]]'' e poi a cavallo degli [[anni cinquanta]] e [[sessanta]] ''[[Casabella]]'', le due maggiori riviste storiche di [[architettura]] Italiane. Intanto il loro razionalismo aveva risentito dei cambiamenti espressivi tipici dell'ultimo [[Le Corbusier]] ed il loro avvicinarsi alle tematiche del [[Brutalismo]] letto da molti critici, accanto ad altre interpretazioni [[Neo liberty]], in quella che diversi considerano la loro opera maggiore, la [[Torre Velasca]] a Milano ([[1954]]).