Franco Freda: differenze tra le versioni
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Nel [[1990]] Franco Freda promuove la costituzione del ''[[Fronte Nazionale (Freda)|Fronte Nazionale]]''. Oltre che fondatore, sarà anche il Reggente del movimento stesso.
Freda e il suo movimento sottolineeranno l'esigenza di difendere l'omogeneità etnica italiana ed europea, individuando nei crescenti [[flussi migratori]] non [[indoeuropei]] un pericoloso attacco alla stessa. La [[razza]], per Freda, è un'arcaica «idea-forma», ossia un principio di differenziazione, in sé ulteriormente differenziato (le [[etnie]]). La razza secondo la sintesi di Freda è «la forma a priori di una cultura», il suo specifico modo d'essere. Ecco spiegato perché «la varietà delle culture va dunque ricondotta alla varietà delle razze e delle etnie». L'idea di razza - afferma Freda - riacquista, in tal modo, un significato originario, col rimando a una visione del mondo ordinata secondo la dottrina [[Platone|platonica]] del [[kosmos]]. Il ''kosmos'', ovvero un pluriverso razziale di contro all'universo del [[caos]] indifferenziato. Un pluriverso di forme (le razze) conchiuse e compiute, tra loro non omologabili e nemmeno equivalenti. Secondo la dottrina del [[Fronte Nazionale (Freda)|Fronte Nazionale]] ogni razza vale di per sé, ogni razza è chiamata a occupare il suo posto - differenziato - nel mondo, andando, così, a comporre appunto il kosmos. I principi del [[razzismo morfologico]] tendono a escludere sia una visione meramente biologica che una esclusivamente spirituale e culturale che non tenga conto della prima. Nelle parole dello stesso Freda, in una delle relazioni da Reggente del ''[[Fronte Nazionale (Freda)|Fronte Nazionale]]'': ''Se denominiamo cultura la sintesi delle configurazioni politiche, estetiche, scientifiche, giuridiche, economiche in cui si manifesta un gruppo umano nel tempo, allora ciascuna cultura è simbolo di quel gruppo, espressione del suo radicale sentimento razziale ed etnico''.<ref>I Lupi Azzurri, Documenti del Fronte Nazionale, pag. 47</ref> Per l'Editore ''sulla razza non si deve discutere, non ci si deve confrontare: se mai specchiare. La razza è sangue, è nervo. Non pone interrogativi. È un elemento, come l'aria, come il sole, non un argomento'' e ''razzismo significa non disprezzo della altre razze ma fedeltà alla propria razza, riconoscimento della specifica forma di vita che la segna, rispetto a tutti i nessi, interiori ed esteriori, superiori ed inferiori che la ordinano''.<ref>I Lupi Azzurri, Documenti del Fronte Nazionale, pag. 50</ref>
Nell'analisi di [[Giovanni Damiano]], sodale del Gruppo di Ar, questa impostazione segnerebbe la nascita una tipologia eminentemente "[[pagana]]" di sodalizio politico, proteso al superamento del razzismo [[suprematismo|suprematista]], inteso come superiorità e sopraffazione di una razza rispetto all'altra, per affermare invece il rispetto della propria e delle altrui razze.<ref>I Lupi Azzurri, Documenti del Fronte Nazionale, pag. 12</ref>
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