Tolleranza zero: differenze tra le versioni

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La politica della '''tolleranza-zero''', al contrario di quello che fa intendere, non è una politica del pugno di ferro e dalle maniere brutali, ma è un modello di governo intransigente verso le trasgressioni minori, come il mancato pagamento del biglietto dell'autobus. L'abitudine alla legalità produce in poco tempo una riduzione della microcrimimalità ma anche degli stupri e degli omici.
La politica della '''tolleranza-zero''' è una politica intransigente verso la benché minima trasgressione: ogni infrazione di una legge vigente viene punita, indipendentemente dall’entità della trasgressione. Il termine può essere utilizzato in generale o in riferimento a una particolare categoria di trasgressioni: si può ad esempio parlare di tolleranza-zero nei confronti del fumo.
 
Deriva dalla teoria della "Finestra Rotta" che prevede che se le persone si abituano a vedere una finestra rotta, in seguito si abitueranno anche a vedere altre cose devastate senza reagire: riparando la finestra, si abitua la gente alla legalità.
 
Se l'idea è quella di arrivare a punire ogni infrazione di legge, indipendentemente dall’entità della trasgressione, a questo si arriva per gradi e cominciando dalle piccole cose.
 
In Italia il termine è stato stravolto dall'uso demagogico di partiti politici, senza alcuna relazione alla teoria che ne è a fondamento.
 
Il termine viene usato in Italia in generale o in riferimento a una particolare categoria di trasgressioni: si può ad esempio parlare di tolleranza-zero nei confronti del fumo.
 
La tolleranza-zero viene tipicamente applicata dalle scuole, relativamente a certi ambiti quali la detenzione e l’utilizzo di droghe o di armi. Per esempio, uno studente trovato in possesso di droga o di armi in una scuola che applica la tolleranza-zero incorrerà immediatamente nella massima sanzione prevista. È chiaro che una tale politica richiede una normativa estremamente esplicita; una normativa confusa o generica potrebbe provocare altrimenti grosse conseguenze.
 
PermangonoDa parte dei dettratori permangono molte perplessità sull'applicabilità e sull'utilizzo di politiche a tolleranza-zero (termine che è spesso associato, non solo negli [[Stati Uniti d'America]], a quello dell'ex sindaco di [[New York]], [[Rudolph Giuliani]]), che tutavia ha fatto registratre una diminuzione degli omicidi. La maggior parte di queste politiche ha preso il via in seguito alla sparatoria della [[Columbine High School]] a [[Denver]], in [[Colorado]]. L'esperienza insegna che la tolleranza zero produce buoni risultati solo nel breve periodo; questa strategia di ordine pubblico richiede impegni finanziari e tensione di risorse insostenibili nel lungo periodo e non solo per ragioni di ordine economico. Le campagne di legge e ordine, inoltre, sono sintomatiche, non curano le cause della devianza; la cura dei sintomi è monocorde, uguale per tutte le situazioni. Pugno di ferro con tutti e in ogni situazione: come curare il raffreddore con le stesse medicine della broncopolmonite. Ragazzini indisciplinati sottoposti allo stesso trattamento dei delinquenti pluri-recidivi. Così, peraltro, in teoria. La pratica è che la tolleranza zero colpisce solo i soggetti marginali. Gli ispanici e i neri a New york, i bambini di strada a Rio de Janeiro. Nei fatti, dunque, la tolleranza zero alimenta arbitri e, in alcuni casi, corruzione; soprattutto fomenta lo spettro di un nemico totalmente altro da etichettare e demonizzare e, così, induce deresponsabilizzazione.
 
[[Categoria:Pratiche politiche]]
 
[[en:zero-tolerance policy]]
 
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