Volontà: differenze tra le versioni

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===Schopenhauer e Nietzsche===
[[File:Schopenhauer.jpg|thumb|110px|Schopenhauer]]
Il tema della volontà è centrale nel pensiero di [[Schopenhauer]], il quale, riprendendo Kant, sostenne che l'essenza del [[noumeno]] è proprio la volontà. In polemica contro Hegel, secondo SchopenauerSchopenhauer la natura, il mondo, non hanno un'origine razionale, ma nascono da un istinto irrazionale di vita, da una pulsione informe e incontrollata che è appunto volontà. Non c'è dunque spazio per l'ottimismo della ragione, dal momento che questa volontà di vivere sfrenata e arbitraria è causa di sofferenza. Da questa se ne esce attraverso la [[sublimazione]] e la presa di coscienza che il mondo è l'oggettivazione della volontà, cioè è una mia stessa rappresentazione, fenomenica e illusoria ([[velo di Maya]]): concetto di origine orientale e in parte [[neoplatonismo|neoplatonica]], che si traduce nel desiderio della vita stessa ([[eros (filosofia)|''eros'']]) di diventare finalmente consapevole di sé; questa consapevolezza coincide con l'auto-negazione della volontà e permette così di uscire dal ciclo insensato dei [[desiderio|desideri]], morti e rinascite.
 
A differenza di Schopenauer, [[Nietzsche]] esaltava questa volontà di vivere sfrenata e irrazionale, ponendo in primo piano il valore dell'aspetto vitale e "[[spirito dionisiaco|dionisiaco]]" dell'essere umano, in contrapposizione a quello riflessivo e "[[spirito apollineo|apollineo]]". Solo dalla [[volontà di potenza]], cioè dalla volontà che vuole se stessa e il proprio accrescimento senza sosta, nasce la possibilità infinita del rinnovamento e della vita. La rigidità della ragione, viceversa, che costringe la realtà dentro uno schema, è una non-volontà, alleata della morte perché nega la possibilità del cambiamento che è l'essenza della volontà. La volontà di potenza pertanto non si afferma come desiderio concreto di uno o più oggetti specifici, ma come il meccanismo del desiderio nel suo stesso funzionamento incessante: fermarsi sarebbe negare se stessa.