Giansenismo: differenze tra le versioni
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Il '''Giansenismo''' è una dottrina elaborata da [[Giansenio]] nel [[XVII secolo]], la quale
La risposta cattolica a tale dottrina e spiritualità venne anche con il [[culto]] del [[Sacro Cuore di Gesù]], il quale riportò l'attenzione dei cristiani sull'importanza dell'umanità di [[Cristo]] e sulla misericordia del Signore. Tale culto giunse alla sua forma attuale attraverso le presunte apparizioni di Cristo a [[Margherita Maria Alacoque|Santa Margherita Maria Alacoque]], [[monaca]] di [[clausura]] [[Francia|francese]] del convento della [[visitandine|Visitazione]] di [[Paray-le-Monial]], negli anni a partire dal [[1673]]. Tale culto fu inviso ai giansenisti e in generali ai sostenitori, spesso colti ed eruditi, di una tradizione vicina alla disciplina antica, perchè fu ritenuto una stravagante novità.
== Dottrina ==
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== Storia ==
Il fondatore della dottrina giansenista è considerato [[Giansenio]] (Cornelius Otto Jansen, [[1585]] - [[1638]]), [[Teologia|teologo]] [[Olanda|olandese]] e vescovo. Il primo propagatore del Giansenismo non fu tuttavia Giansenio, il quale non pubblicò quanto aveva elaborato, ma un suo amico e collaboratore: [[Jean Du Vergier de Hauranne]]. Costui si avvalse della sua posizione di [[abate]] di Saint Cyran per divulgare questa dottrina a partire dal [[1640]]. Queste dottrine vennero diffuse ancche nel monastero femminile benedettino di Port-Royal, che venne distrutto per ordine di Luigi XIV.
La Chiesa Cattolica riconobbe l’[[eresia]] fin dal [[1641]] e si mise subito all’opera per contrastarla.
Il Giansenismo influenzò in varia misura molti filosofi e intellettuali: si pensi a [[Blaise Pascal]] o ad [[Alessandro Manzoni]]. Nel [[1713]] [[papa Clemente XI]] intervenne per condannare un'opera di [[Pasquier Quesnel]], commento giansenista del [[Nuovo Testamento]]. In questo frangente si ebbe il dissenso di parte del [[clero]] francese che riteneva che il [[papa]], insieme alle teorie eretiche, avesse condannato anche affermazioni ortodosse. Questo episodio, comunque, non è da ritenersi tanto una difesa del giansenismo ma un momento del [[Gallicanesimo]], cioè la pretesa di autonomia della chiesa francese. In [[Francia]], infatti, il Giansenismo si estinse verso la metà del [[XIX secolo]].
In [[Italia]] ebbe un influenza limitata, fatta salva l’opera del [[vescovo]] di [[Pistoia]] e [[Prato]] [[Scipione de’ Ricci]], che riuscì ad influenzare il clero e i politici toscani, soprattutto il granduca [[Pietro Leopoldo]]. Questo vescovo riformatore fu inviso agli aretini del “[[Viva Maria]]”, che durante la loro insurrezione lo imprigionarono.
All'inizio del [[XVIII secolo]] alcuni giansenisti in fuga dalla Francia si rifugiarono in [[Olanda]]. Lì, a [[Utrecht]], fondarono una [[diocesi]] che, attraverso varie vicissitudini, fu il nucleo delle attuali chiese Vecchio-Cattoliche o [[Chiese sinodali|Sinodali]], soprattutto olandesi, che si riconoscono nella [[Convenzione di Utrecht]], risalente al [[1952]].
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