La sua ultima campagna politica riguardò l'allargamento del diritto di voto, nella quale impegnò l'immenso prestigio e la fama mondiale conquistate con le sue incredibili vittorie. Accentuò inoltre la polemica anticristiana intervenendo, come ospite d'onore, a varie riunioni della Società Nazionale Anticlericale.
Si era auto-esiliato nell'Italia che egli aveva costruito perché il regnoRegno d'Italia, vista la sua esuberanza e il suo carattere fieramente indipendente, lo aveva preferito in disparte. Morì a [[Caprera]] il [[2 giugno]] [[1882]] alle ore 18:20 per una paralisi della [[faringe]] che gli impedì di respirare, con lo sguardo rivolto intenzionalmente verso la [[Corsica]]. Nel testamento, una copia del quale è esposta nella casa-museo sull'isola di [[Caprera]], Garibaldi chiedeva espressamente la [[cremazione]] delle proprie spoglie. Desiderio disatteso dalla famiglia, pare pressata da [[Francesco Crispi]], che preferì, addirittura, farlo [[imbalsamazione|imbalsamare]]. Attualmente la salma giace a Caprera in un sepolcro chiuso da una massiccia pietra grezza di granito. Sembra che negli [[anni 1930|anni trenta]] sia stata effettuata una ricognizione della salma, che sarebbe stata trovata in perfetto stato di conservazione{{citazione necessaria}}.
Garibaldi, massone ed anticlericale convinto, inserì nel proprio testamento anche alcuni passaggi tesi a sventare eventuali tentativi di conversione alla religione cattolica negli ultimi attimi della vita: