Franco Freda: differenze tra le versioni

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Esponente della [[neofascismo|destra neofascista]] italianaitaliano, coinvolto e poi assolto nel processo per la [[strage di piazza Fontana]] e condannato a 15 anni di reclusione per associazione sovversiva. Nel 2005 la Cassazione dichiarò la sua responsabilità nella strage di piazza Fontana, senza poterne modificare la posizione giuridica.
 
== Infanzia e studi ==
Nato a [[Padova]] da padre [[Irpinia|irpino]] e madre [[Veneto|veneta]] nel pieno della [[seconda guerra mondiale]] all'età di tre anni assistette a un bombardamento aereo degli [[alleati]] su [[Padova]] e venne condotto nel rifugio da un soldato tedesco che lo riparò col proprio cappotto.
 
All'età di otto anni vide il padre, segretario della sezione di [[Adria]] dell'[[Uomo Qualunque]], aggredito e percosso da militanti di sinistra nel giorno dell'attentato a [[Palmiro Togliatti|Togliatti]]<ref name=caprara>Fonte: Mario Caprara/ e Gianluca Semprini, "''Destra estrema e criminale", Roma'', Newton & Compton, Roma, 2007)</ref>.
 
Appassionatosi alla politica fin dal liceo, ha presieduto illa [[FUAN|FUANsezione ''San Marco'' del [[FUAN]] di [[Padova]], l'organismoil movimento universitario del [[Movimento Sociale Italiano]].
 
Laureato in giurisprudenza presso l'[[Università di Padova]] <ref name=Freda>Con tesi intitolata ''Lo Stato secondo giustizia nella concezione platonica'' (Relatore ch.mo prof. [[Enrico Opocher]], A.A. 1964-1965), v. Postfazione a ''Platone. Lo Stato secondo giustizia"'', [[Edizioni di Ar]], 1996, pag. 111 n. 2</ref>, già nel [[1963]] abbandona l'MSI per dar vita, con il sodalizio tradizionalista Gruppo di Aristocrazia Ariana ([[Gruppo di Ar]]), le [[Edizioni di Ar]], casa editrice militante nella [[neofascismo|destra neofascista]] sulla scia del pensiero di [[Julius Evola]].
 
Nel [[1963]], fortemente influenzato dal pensiero evoliano, scrive per il periodico ''[[Tradizione]]'' una recensione di ''Cavalcare la tigre''.<ref>IlLa nuovo sloganfrase di Evola, "Cavalcare la tigre," riprende un vecchio detto cinese, secondo il quale l'unico modo per sconfiggere la tigre è montarle in groppa e domarla, guidando a proprio piacimento gli istinti omicidi del felino. Si tratta ovviamente di una allegoria che identifica la tigre con il mondo borghese, che secondo Evola è sempre più dominato dall'economia e del materialismo allontanandosi dalla tradizione.</ref>
 
Secondo Freda la linea dell'[[apolitia]] deve essere seguita come modello esistenziale e spirituale, senza per questo, se si è fra i pochi eletti, rinunciare all'attività politica.
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== Manifesto del Gruppo di Aristocrazia Ariana==
Nel 1963 Freda scrive il ''Manifesto del gruppo di Aristocrazia Ariana'', che fissa le coordinate del suo pensiero:
Nel 1963 Freda scrive il ''Manifesto del gruppo di Aristocrazia Ariana'', che fissa le coordinate del suo pensiero: {{quote|Noi siamo: contro i [[partiti politici]]. Dagli attuali partiti politici appaiono solo posizioni politiche al crepuscolo, che possono costituire il supporto per il successo di [[logarchia|gruppi oligarchici]], non certo inserite nel nostro modo generale d'essere. Noi siamo [[antidemocratici]]: sui feticci delle democrazie [[capitalismo|capitalistiche]] e [[comunismo|bolsceviche]] ricade la responsabilità del crollo dei valori politici e del trauma morale che ha disintegrato degli individui alienandoli dalla vita organica dello Stato. Noi siamo contro certe esasperazioni del [[nazionalismo]], che riteniamo aver frantumato nelle loro implicazioni storiche il substrato unitario della civiltà d'[[Occidente]]. Noi siamo antiborghesi: la [[borghesia]], intesa come stato d'animo e prospettiva economicistica del mondo è la prima responsabile di questo clima dissolvente [...] Noi siamo per uno stile di vita che nessun partito può darci; ma solo un Ordine di idee, una Unità differenziata di istanze, il Cameratismo nella lotta contro un sistema sfaldato. Noi siamo per una [[Aristocrazia]] che è radicale rifiuto del modello egualitario. Noi assumiamo una prospettiva gerarchica e organica [...] Noi siamo per le civiltà d'[[Europa]] e d'[[Occidente]], con i loro Miti e le loro Tradizioni, al di là degli egoismi e dei provincialismi sterili in cui si chiude l'odierna mentalità nazionalistica. Noi siamo per una concezione tradizionale dell'esistenza in cui le suggestioni esasperate e anormali della società e dell'economia cedano il posto ai valori eroici dello spirito intesi come ''[[Onore]], [[Gerarchia]], [[Fedeltà]]''}}
 
Nel 1963 Freda scrive il ''Manifesto del gruppo di Aristocrazia Ariana'', che fissa le coordinate del suo pensiero: {{quote|Noi siamo: contro i [[partiti politici]]. Dagli attuali partiti politici appaiono solo posizioni politiche al crepuscolo, che possono costituire il supporto per il successo di [[logarchiaoligarchia|gruppi oligarchici]], non certo inserite nel nostro modo generale d'essere. Noi siamo [[antidemocratici]]: sui feticci delle democrazie [[capitalismo|capitalistiche]] e [[comunismo|bolsceviche]] ricade la responsabilità del crollo dei valori politici e del trauma morale che ha disintegrato degli individui alienandoli dalla vita organica dello Stato. Noi siamo contro certe esasperazioni del [[nazionalismo]], che riteniamo aver frantumato nelle loro implicazioni storiche il substrato unitario della civiltà d'[[Occidente]]. Noi siamo antiborghesi: la [[borghesia]], intesa come stato d'animo e prospettiva economicistica del mondo è la prima responsabile di questo clima dissolvente [...] Noi siamo per uno stile di vita che nessun partito può darci; ma solo un Ordine di idee, una Unità differenziata di istanze, il Cameratismo nella lotta contro un sistema sfaldato. Noi siamo per una [[Aristocrazia]] che è radicale rifiuto del modello egualitario. Noi assumiamo una prospettiva gerarchica e organica [...] Noi siamo per le civiltà d'[[Europa]] e d'[[Occidente]], con i loro Miti e le loro Tradizioni, al di là degli egoismi e dei provincialismi sterili in cui si chiude l'odierna mentalità nazionalistica. Noi siamo per una concezione tradizionale dell'esistenza in cui le suggestioni esasperate e anormali della società e dell'economia cedano il posto ai valori eroici dello spirito intesi come ''[[Onore]], [[Gerarchia]], [[Fedeltà]]''}}
==Il saggio ''La disintegrazione del sistema''==
Nel [[1969]] pubblicò ''La disintegrazione del sistema'' (intervento di Freda nella riunione del comitato di reggenza del Fronte Europeo Rivoluzionario, avvenuto a [[Ratisbona]] il 17 agosto 1969), vero e proprio "libro-guida" per i [[Nazi-maoismo|nazimaoisti]].
Si tratta di un manifesto che avrà una grande importanza nell'ambiente neofascista degli anni a venire, costituendo un elemento di rottura con le ideologie ispirate al [[Ventennio]], ai nazionalismi europei e ordinovisti.
 
== Il saggio ''La disintegrazione del sistema'' ==
Freda giungerà addirittura a teorizzare un [[comunismo]] [[aristocratico]], una via di mezzo tra la repubblica di [[Platone]], il [[Terzo Reich]] e la [[Cina]] di [[Mao]].
Nel [[1969]] pubblicò ''La disintegrazione del sistema'' (intervento di Freda nella riunione del comitato di reggenza del Fronte Europeo Rivoluzionario, avvenuto a [[Ratisbona]] il [[17 agosto]] [[1969]]), vero e proprio "libro-guida" per i [[Nazi-maoismo|nazimaoisti]].
Si tratta di un manifesto che avrà una grande importanza nell'ambiente neofascista degli anni a venire, costituendo un elemento di rottura con le ideologie ispirate al [[Ventennio]], ai nazionalismi europei eed ordinovisti.
 
Freda giungerà addirittura a teorizzareteorizzò un [[comunismo]] [[aristocratico]], una via di mezzo tra la repubblica di [[Platone]], il [[Terzo Reich]] e la [[Cina]] di [[Mao]].
Il sistema del quale Freda predica e intende perseguire la distruzione è il sistema borghese. Ne ''La disintegrazione del sistema'' si auspica che certi settori della sinistra "rivoluzionaria" attuino un'alleanza tattica, al fine di creare un unico fronte comune antiborghese.
 
Il sistema del quale Freda predica e intende perseguire la distruzione è quello ilborghese sistemae, borghese. Nene ''La disintegrazione del sistema'' si , auspica che certi settori della sinistra "rivoluzionaria" attuino un'alleanza tattica, al fine di creare un unico fronte comune antiborghese.
Freda, richiamandosi a una ''aristocrazia [[arianesimo|ariana]]'' e sostenitore di teorie [[nazionalsocialismo|nazionalsocialiste]], sino dagli anni sessanta iniziò a contestare la direzione dell'MSI, accusandola di 'tortuosità' e di compromesso con «la democrazia moribonda della Repubblica». Nella sua casa editrice ha pubblicato, oltre ai classici del pensiero antimoderno, da [[Joseph Arthur de Gobineau|de Gobineau]] a [[Oswald Spengler|Spengler]], a [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]], a [[Julius Evola|Evola]]. Definitosi uno 'studioso dell'[[etnicità]]', propone i principi di un "[[razzismo morfologico]]".
 
Freda, richiamandosi a una ''aristocrazia [[arianesimo|ariana]]'' e sostenitore di teorie [[nazionalsocialismo|nazionalsocialiste]], sino dagli anni sessanta iniziò a contestare la direzione dell'MSI, accusandola di 'tortuosità' e di compromesso con «la democrazia moribonda della Repubblica». Nella sua casa editrice ha pubblicato, oltre ai classici del pensiero antimoderno, da [[Joseph Arthur de Gobineau|de Gobineau]] a [[Oswald Spengler|Spengler]], a [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]], a [[Julius Evola|Evola]]. Definitosi uno 'studioso dell'[[etnicità]]', propone i principi di un "[[razzismo morfologico]]".
== L'Esperienza del Fronte Nazionale ==
 
== L'Esperienza del Fronte Nazionale ==
Nel [[1990]] Franco Freda promuove la costituzione del ''[[Fronte Nazionale (Freda)|Fronte Nazionale]]''. Oltre che fondatore, sarà anche il Reggente del movimento stesso.
 
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== Vicende giudiziarie ==
=== Processo per la strage di piazza Fontana ===
Dal [[1971]] è coinvolto in diversi processi, tra cui il più famoso è quello per la [[strage di Piazza Fontana]].
Il processo viene sottratto dalla Corte di Cassazione al tribunale di Milano, e spostato a Catanzaro e a Bari.
Freda venne assolto dall'accusa di strage dalla Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro e dalla Corte d'Assise d'Appello di Bari, sentenza confermate, nel [[1987]], dalla Corte di Cassazione.
 
Nel giugno 2005, al termine dell'ultimo processo su piazza Fontana, riaperto negli [[anni novanta]] a Milano per trovare i complici di Freda e Ventura, la Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità di Freda e Ventura in ordine alla strage. Secondo la Corte, l'eccidio del 12 dicembre 1969 fu organizzato da "un gruppo eversivo costituito a Padova nell'alveo di Ordine Nuovo" e "capitanato da Franco Freda e [[Giovanni Ventura]]". Il giudizio ha valore di sola condanna morale e storica, in quanto i due imputati sono già stati assolti irrevocabilmente dalla corteCorte d'assiseAssise d'appelloAppello di Bari, che li ha condannati solo per le bombe sui treni. Secondo la Cassazione, così come per le corti d'appello, anche "la cellula veneziana di [[Carlo Maria Maggi|Maggi]] e [[Delfo Zorzi|Zorzi]]" nel 1969 organizzava attentati, ma "non è dimostrata la loro partecipazione alla strage del 12 dicembre".
La corte giudica così "inattendibile" il pentito di Ordine Nuovo [[Carlo Digilio]], mentre certifica "veridicità e genuinità" di quanto dichiarato dal supertestimone [[Martino Siciliano]], ossia che "Siciliano ha partecipato alla riunione con Zorzi e Maggi dell'aprile '69 nella libreria Ezzelino di Padova" in cui "Freda annunciò il programma degli attentati ai treni". Tuttavia, poiché tali bombe non provocarono vittime, non è dimostrato il coinvolgimento di Maggi e Zorzi nella "strategia stragista di Freda e Ventura". In definitiva, secondo la Cassazione, "i tragici fatti del 12 dicembre 1969 non rappresentano una 'scheggia impazzita' maima il frutto di un coordinato 'acme' operativo iscritto in un programma eversivo ben sedimentato, ancorché di oscura genesi, contorni e dimensioni".
Infine, la Corte definisce "deprecabile e sorprendente" la decisione di far brillare la seconda valigia-bomba inesplosa, impedendo "accertamenti di ineludibile importanza"<ref name=biondani>Paolo Biondani, [http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/11/Freda_Ventura_erano_colpevoli__co_8_050611041.shtml «Freda e Ventura erano colpevoli»], ''Corriere della Sera'', 11 giugno 2005</ref>
 
=== Scioglimento del Fronte Nazionale e condanna per istigazione all'odio razziale ===
Il Fronte Nazionale di Franco Freda è stato sciolto dal [[Consiglio dei ministri]] nel [[2000]], sulla base della [[legge Mancino]].
 
I 49 membri del movimento, tra i quali Freda, seguendo le tesi della Procura di [[Verona]], con la consulenza del perito [[Enzo Santarelli]], sono stati processati e condannati (6 anni di carcere a Freda) per "costituzione di associazione avente lo scopo di incitare alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali" (sentenza della Corte di Cassazione, [[7 maggio]] [[1999]]).
 
In tale processo è stato difeso dall'avvocato [[Carlo Taormina]]<ref name=tirreno>[http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2000/03/02/LA208.html Arrestato Franco Freda deve scontare 7 mesi], ''il Tirreno'', 02 marzo 2000</ref>.
 
La questura di Verona avviò l'inchiesta sul Fronte Nazionale a seguito di alcuni volantinaggi del gruppo presso delle [[scuole medie]] della città.
Freda ed altri 45 dirigenti del FNFronte Nazionale furono condannati in primo grado nell'ottobre [[1995]] a sei anni di carcere per il reato di ricostituzione del partito fascista ([[legge Scelba]] n.645 del 1952); la pena venne confermata in secondo grado dalla Corte d'assise d'appello di Venezia, e ridimensionata a tre anni per Freda dalla Cassazione nel 1999, modificando il reato in propaganda all'[[odio razziale]] ([[legge Mancino]])<ref name=tirreno/>.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
=== Opere su Freda ===
* AA.VV., ''Piazza Fontana:una vendetta ideologica'', [[Edizioni di Ar]], Padova 2005.
* Chiara Stellati, ''Una ideologia dell'Origine. Franco Freda e la controdecadenza'', [[Edizioni di Ar]], Padova 2001.
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* AA.VV (a cura di F. Ferraresi), ''La destra radicale'', [[Feltrinelli]], Milano 1984.
* Gianluca Semprini, Mario Caprara, ''Destra estrema e criminale'', Newton Compton, Roma 2007.
 
=== Opere di Freda ===
* Franco G. Freda, ''In alto le forche'', [[Edizioni di Ar]], Padova 2008.
* Franco G. Freda, ''Monologhi a due voci. Interviste 1974 - 2007'', [[Edizioni di Ar]], Padova 2007.
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* Franco G. Freda, ''L'albero e le radici'', [[Edizioni di Ar]], Padova 1996.
 
== Voci correlate ==
* [[Anni di piombo]]
* [[Strage di piazza Fontana]]
* [[Neofascismo]]
* [[Strategia della tensione]]
* [[Edizioni di Ar]]
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.cedost.it/testi/fronte%20nazionale%20freda.htm Scheda del Fronte Nazionale sul sito CEDOST: Centro di documentazione storico politica su stragismo, terrorismo e violenza politica]
 
{{Portale|biografie|Fascismo|politica}}
 
[[Categoria:Neofascismo]]