Lucio Verginio Rufo: differenze tra le versioni
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Il governo di Nerone era percepito come sempre più dispotico dagli aristocratici, e alla fine questa percezione portò ad una ribellione aperta. Il protagonista di questa rivolta fu il governatore della [[Gallia Lugdunense]], [[Gaio Giulio Vindice]], un principe [[aquitani]]co e senatore romano: scelto il possibile successore al trono, il governatore della [[Hispania Tarraconensis]] [[Servio Sulpicio Galba (imperatore romano)|Servio Sulpicio Galba]], Vindice si ribellò nell'aprile [[68]].
Secondo il racconto di [[Cassio Dione]],<ref>Cassio Dione, lxiii.23.1-24.4.</ref> uno storico e senatore romano vissuto all'inizio del III secolo, Rufo si mosse contro Vindice per combatterlo. Giunto a [[Besançon]], la città non gli aprì le porte, e Rufo la mise sotto assedio. Vindice avanzò in aiuto della città assediata; dopo essersi scambiati dei messaggi, i due comandanti si accordarono per un incontro tra loro due soltanto. Secondo Cassio Dione, i due giunsero ad un accordo contro Nerone. Vindice, allora, avanzò con il suo esercito con lo scopo di occupare la città; vedendo questo e pensando invece che Vindice stesse per dare battaglia, gli uomini di Rufo reagirono di propria iniziativa e attaccarono il nemico impreparato, facendone strage. Vindice, sconfitto, si suicidò. A questo punto l'esercito acclamò ripetutamente Rufo imperatore, cercando di obbligarlo ad accettare l'impero;
Le legioni delle province renane, temendo che la loro lealtà a Nerone fosse punita da Galba, proclamarono imperatore il nuovo governatore della [[Germania inferiore]], [[Vitellio]]. Nel frattempo Galba era stato assassinato e il Senato aveva scelto al suo posto [[Otone]] (gennaio [[69]]).
{{quote|Per trent'anni dopo la sua ora di gloria egli visse leggendo di sé nella storia e nella poesia, cosicché fu testimone vivente della sua futura gloria.|Plinio il Giovane, ''Lettere'', ii.1.2}}
Nel [[96]] l'imperatore [[Domiziano]] fu assassinato, e il Senato scelse come suo successore [[Marco Cocceio Nerva]]. La scelta non piacque all'esercito; significativo è dunque il fatto che il nuovo imperatore scelse come collega l'anziano
Il console [[Tacito]], poi famoso come storico, pronunciò il discorso funebre.
{{quote|Qui giace Rufo, che una volta sconfisse Vindice<br />e liberò il potere imperiale<br />non per sé, ma per il suo paese.}}
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== Voci correlate==
* [[Consoli imperiali romani (33 a.C.-192)|Consoli imperiali romani]]
* [[Gens Verginia|''Gens'' Verginia]]
{{Box successione
|carica = ''[[Fasti consulares]]''|immagine = LupaCapitolina.png
|precedente = [[Publio Mario]]<br> e<br> [[Lucio Afinio Gallo]]
|periodo = ([[63]])<br> con [[Gaio Memmio Regolo]]
|successivo = [[Gaio Lecanio Basso]]<br> e<br>[[Marco Licinio Crasso Frugi]]
|precedente2 = [[Gaio Manlio Valente]]<br> e<br> [[Gaio Antistio Vetere]]
|periodo2 = ([[97]])<br> con [[Marco Cocceio Nerva|Imperatore Cesare Nerva Augusto]] III
|successivo2 = [[Marco Cocceio Nerva|Imperatore Cesare Nerva Augusto]] IV<br> e<br> [[Traiano|Imperatore Cesare Nerva Traiano Augusto]] II
}}
== Collegamenti esterni ==
* La Villa e il sepolcro di
{{Portale|Antica Roma|Biografie}}
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