Uniting for consensus: differenze tra le versioni

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# Il G-4 proponeva una riforma che garantisse l'equilibrio politico, demografico ed economico del CdS, aveva proposto perciò un allargamento dello stesso a 25 Stati: sei nuovi seggi permanenti e 4 non permanenti con mandato non rinnovabile (all’Africa 2 seggi permanenti e 1 non permanente, all’Asia 2 permanenti e 1 non permanente, all’America Latina 1 seggio permanente e 1 non permanente, all’Europa occidentale 1 seggio permanente, infine all’Europa orientale 1 seggio non permanente).
# I Paesi africani (53) speravano di poter conferire un ruolo di primo piano al continente africano all’interno del Consiglio di Sicurezza attraverso l'assegnazione di due seggi permanenti e di tre nuovi seggi non permanenti.
# La posizione delIl gruppo Uniting for Consensus aveva l'obiettivo dichiarato di raggiungere il più ampio consenso possibile per ogni riforma della Carta dell’Onu, e proponeva un allargamento del CdS a 25 membri (aggiungendo agli attuali 5 permanenti 20 membri non permanenti, con mandato biennale): 6 all’Africa, 4 all’America Latina e i Caraibi, 3 all’Europa occidentale, 2 all’Europa orientale.
 
 
Le cause del fallimento del tentativo di riforma sono principalmente da ricondurre al contrasto fra i Paesi africani che reclamavano per sé un seggio permanente ([[Egitto]], [[Nigeria]], [[Sudafrica]]) e gli altri Stati del continente nonché alle tensioni USA-Germania dovute alla guerra in [[Iraq]] del 2003.<ref>[http://www.iai.it/pdf/DocIAI/IAI0911.pdf Pamela Preschern, ''LA RIFORMA DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DAGLI ANNI ‘90 AD OGGI: PROBLEMI E PROSPETTIVE'', Istituto Affari Internazionali, 2009]</ref>
 
 
==Collegamenti esterni==