Paolo Valera: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Nacque in una famiglia proletaria (il padre omonimo era venditore di zolfanelliambulante mentre la madre Ambrosina Bianchi era cucitrice). Intorno al 1860 i Valera si stabiliranno a Rivolta d'Adda e nel [[marzo 1866]] andranno ad abitare a Milano, nei Corpi Santi. Lo stesso anno il figlio, seppur minorenne, prese parte alla [[terza guerra di indipendenza italiana]] tra le file dei [[Giuseppe Garibaldi|garibaldini]]. Di ideali estremamente progressisti, fondò il periodico ''[[La plebe]]'' e collaborò alle testate ''[[La farfalla]]'' e soprattutto ''[[La folla (rivista)|La folla]]'', da lui creato nel [[1901]].
 
Nel [[1879]] unì i vari reportages che aveva realizzate per le riviste sopra enunciate in un'unica grande opera dal titolo ''Milano sconosciuta'', che per la crudezza dei suo quadri gli attira un processo per [[diffamazione]]. Quest'opera, riscritta più volte, ha goduto di numerose ristampe, anche in periodo recente. Si tratta di un vivace anche se un po' pruriginoso reportage nei luoghi del "vizio" (ma anche della miseria e della disperazione) di Milano. Valera vi denuncia con forza il degrado sociale del [[sottoproletariato]] urbano, fornendo al tempo stesso una "mappa" di luoghi come [[bordello|bordelli]] o [[battuage|luoghi d'incontro omosessuale]], che solleticò l'interesse del grande pubblico.