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=== Finzi ===
{{Vedi anche|Giuseppe Finzi (sommergibile)}}
Il battello fu il primo a forzare lo [[stretto di Gibilterra]], nei due sensi, tra giugno e luglio 1940. Svolse 10 missioni atlantiche affondando 5 navi mercantili alleate per complessive 30.760 tonnellate di stazza lorda<ref>Giorgio Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi'', p. 690</ref>. All'armistizio era ormeggiato per lavori di adattamento alla base di [[Betasom]], a [[Bordeaux]], in vista della sua conversione al trasporto di materiali. Sorpreso dall'armistizio, venne catturato dai tedeschi e ridenominato ''U.I.T.21''; probabilmente da essi autoaffondato sempre a Bordeaux il 25 luglio 1944<ref>http://www.trentoincina.it/dbsomm2.php?short_name=Finzi</ref>.
 
=== Tazzoli ===
{{Vedi anche|Enrico Tazzoli (sommergibile)}}
Durante la [[guerra di Spagna]] il ''Tazzoli'' fu attaccato da parte di una unità navale repubblicana, senza riportare alcun danno<ref>http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=288</ref>. Affondò un totale 18 navi alleate per 96.605 tsl<ref>Giorgio Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi'', p. 690</ref> ed abbatté un bimotore [[Bristol Beaufort]], risultando una delle unità subacque italiane di maggior successo. Tra i suoi comandanti [[Carlo Fecia di Cossato]]<ref>http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=288</ref>.
Nella primavera 1943, dopo essere stato modificato per il trasporto di materiali, necessari ai fini strategici, salpò con un carico per l’Estremo Oriente al comando del capitano di corvetta Giuseppe Gaito, ma non comunicò più dopo la sua partenza. Si suppone che sia affondato il 16 maggio 1943 per urto contro una mina, senza superstiti<ref>http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=288</ref>.