Utente:Presbite/Sandbox3: differenze tra le versioni

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Vengono espresso con chiarezza il principio di corrispondenza tra giustizia e legge giusta, insieme alla necessità di subordinazione del potere alla legge: cosa assolutamente non usuale per le dottrine del XIII secolo. Allo stesso tempo, viene introdotto anche il principio dell'[[analogia]], per giudicare su materie di simile contenuto.
 
L’elaborazione quasi codicistica delle norme è in contrasto con la tradizione veneta, ma l'influenza del diritto veneziano è evidente in alcuni libri, ricalcati su precedenti collazioni normative veneziane: è il caso per esempio del Libro VI (diritto penale), chiaramente derivante dal ''Liber Promissionis Maleficiis'' (Venezia, 1232)<ref>Così conclude [http://www.nobiliragusei.it/docs/sesto_libro.pdf Cristiano Caracci, ''Altri brevi cenni sull'ordinamento giuridico raguseo e traduzione del sesto libro del Liber statutorum'']</ref>].
 
L'importanza del ''Liber statutorum'' per la storia della Repubblica di Ragusa è straordinaria: al di là dell'influenza che esso ebbe per la creazione degli statuti delle città sottomesse, la sua pubblicazione determinò il passaggio dal diritto ocnsuetudinario alla legge scritta: non a caso nello stesso anno della pubblicazione del ''Liber statutorum doane'' (1277) è registrato il primo notaio della storia ragusea: un sacerdote di nome Mastro Tomazinus, che probabilmente fu anche segretario del Maggior Consiglio<ref>Robin Harris, ''op. cit.'', p. 127.</ref>.