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== Storia ==
[[File:Milano porta Ticinese08.JPG|thumb|left|250px|La porta Ticinese dell'antica cinta medievale<ref>Di incerta datazione tra il XII e il ZIV secolo</ref>]]
[[File:Milano, la medievale porta Nuova19.JPG|thumb|250px| Milano, via Manzoni. questa era la porta Nuova<ref>XII secolo</ref> della cinta medievale]]
Le origini del fossato risalgono al 1152, all'epoca delle guerre con il Barbarossa; fu Guglielmo da Guintellino, ingegnere militare genovese al servizio dei Milanesi a progettare le opere e a sovrintendere alla loro realizzazione. Milano era ancora cinta dalle mura romane, quelle repubblicane a sud e a ovest e l'estensione massimiana (286-305) a nord e a oriente anche se in molti punti le aveva sopravanzate. Alcuni importanti monumenti, soprattutto chiese e conventi, sorgevano al loro esterno (Sant'Ambrogio, San Lorenzo, San Bernardino, Sant'Eufemia, Santo Stafano e San Babila, per citarne alcune), ma intorno a queste si erano sviluppati insediamenti e attività. La città aveva da tempo un sistema idrico complesso: riceveva acque dal Seveso, dall'Acqualunga, dal Molia, dal Nirone e dall'Olona; parte la penetravano, parte la circondavano o ne uscivano (il Nirone e la Vettabbia).
[[File:Milano pusterla S. Ambrogio01.JPG|thumb|250px|La pusterla di Sant'Ambrogio che si apriva nelle mura medievali (fossa interna)<ref>Si tratta diuna ricostruzione moderna ([[1939]]) su base storica e materiali antichi</ref>]]
La nuova cerchia, più ampia, proteggeva la città così come era diventata nei secoli e soprattutto captava anche le acque dell'Olona fino ad allora direttamente tributaro della Vettabia. Tutte le acque furono incanalate nel nuovo fossato largo ventiquattro braccia e la terra di riporto ottenuta dallo scavo fu utilizzata per costruire imponenti bastioni (terraggi). Difese strategicamente ben piazzate, ma non particolarmente efficaci, costruite in terra rinforzata da palizzate e difese da torri di legno. Ma questi erano i materiali di cui disponeva Milano, lontana dalle cave di pietra e priva di rilievi su cui arroccare le difese. E il Barbarossa se ne impadronì e rase al suolo la città e disperse i Milanesi in differenti borghi. Fossa e cinta furono ricostruiti nel [[1167]], più efficaci, soprattutto perché i Milanesi avevano imparato a combattere lontani dalle loro poco difendibili mura. Col tempo, la città si dotò di un formidabile apparato di alleati, di castelli, roccaforti, borghi fortificati tanto che nel giro di due secoli divenne il più potente e ricco degli stati italiani. La vecchia fossa, superata militarmente, fu protagonista del benessere della città: dei commerci come dell'agricoltura, perché centro regolatore del sistema irriguo, e delle molteplici attività che lo scorrere dell'acqua rendeva possibili: molini, folle, torchi, magli, torcitoi. Alcune di queste attivitò sopravvissero fino alla trasformazione in "Cerchia dei Navigli"
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