==Professore a Padova==
Il riconoscimento più importante per la sua attività scientifica gli venne alla morte del Bonato, quando nel 1836 l'Università di Padova lo chiamò a succedergli in qualità di ''"Prefetto dell'Orto"''. Il titolo della sua prolusione fu ''"Dell'utilità e dell'amenità delle piante"''.
Dopo aver superato il concorso a professore universitario a Vienna (a quel tempo il [[Veneto]] era parte dell'[[Impero Austroungarico]]), nel 1837 Roberto de Visiani si insediò come titolare della nuova cattedra di botanica, istituita presso l'Università di Padova.
La sua attività scientifica fu estremamente prolifica, e comprese centinaia di pubblicazioni in italiano e in latino. Fra queste, la più famosa rimane il saggio ''"Flora Dalmatica sive Enumeratio Stirpium Vascularium quas hactenus in Dalmatia lectas et sibi observatas descripsit digessit rariorumque iconibus illustravit"'' (generalmente citato semplicemente come ''"Flora Dalmatica"''), pubblicato a [[Lipsia]] fra il 1842 e il 1845: in esso vengono classificate e descritte secondo il metodo scientifico di [[Linneo]] oltre 2.500 specie di piante della [[Dalmazia]]. Quest'opera era stata preceduta e in qualche modo preparata da tre saggi sullo stesso tema: ''"Stirpium dalmaticarum specimen"'' (Padova, 1826); ''"Plantae rariores in Dalmatia recens detectae"'', in ''"Botanische Zeitung von Regensburg"'' (Ratisbona, 1828); ''"Plantae dalmaticae nunc primae editae"'' (Ratisbona, 1830).
Prima ancora della pubblicazione della ''"Flora Dalmatica"'' la sua fama era assai ampia, tanto che il re di [[Sassonia]] [[Federico Augusto II di Sassonia|Federico Augusto II]], anche lui amante della botanica, aveva chiesto ed ottenuto di poter correggere le bozze di stampa del suo capolavoro.
Sotto la direzione del Visiani, l'antico [[Orto Botanico di Padova]] venne notevolmente ingrandito, con la messa a dimora di piante di svariati paesi del mondo, sulle quali egli scrisse puntualmente l'esito delle proprie osservazioni scientifiche.
Fondata la ''"Società del Veneto a promuovere la coltura dei fiori"'', assieme a [[Pierandrea Saccardo]], stese il ''"Catalogo delle piante del Veneto"''. Assieme all'allievo [[Andrea Massalongo]], fu il primo in Italia a studiare le piante fossili.
Roberto de Visiani viene ricordato anche per una serie di studi letterari, fra i quali un lavoro sul ''"Tresor"'' di [[Brunetto Latini]], al quale dedicò pure un saggio a proposito del suo ''"Trattato di virtù morale"''. Fra i suoi saggi di critica del testo, sono da ricordare il trattato ''"Degli avvedimenti da usarsi nella pubblicazione di testi antichi"'' e i saggi ''"Nuova pubblicazione di Valerio Massimo"'', ''"Accenni alle scienze botaniche nella [[Divina Commedia]]"'' e ''"Sopra l'Acanto degli scrittori greci e latini"''.
Lungo il corso della sua vita, Visiani non dimenticò mai la propria città natale, provvedendo molte volte ai poveri con elargizioni liberali. Nel 1863 donò una forte somma per l'ampliamento e l'ammodernamento del locale ospedale, fondato da suo padre nel 1807.
Tenne sempre corrispondenza col [[Niccolò Tommaseo|Tommaseo]], che gli fece dono di una sua traduzione dei Vangeli.
Nel 1877 lasciò l'insegnamento e un anno dopo morì, lasciando la propria copiosa biblioteca e l'archivio all'Università di Padova.
==[[Dalmati_italiani#Il_problema_dell.27identificazione_nazionale|Identificazione nazionale]]==
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