Egisto Ferroni: differenze tra le versioni

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Studiò all’Accademia di belle arti di [[Firenze]], sotto la guida di [[Enrico Pollastrini]], [[Stefano Ussi]] e [[Antonio Ciseri]].
 
La prima prova di una certa rilevanza fu del 1868 con il quadro “Le trecciaiole”, esposto alla Società d’incoraggiamento di Belle Arti di [[Firenze]]. La tela colpì soprattutto per la sua vastità di dimensioni che solitamente non erano riservate ada opere di contenuto agreste. La pittura di Ferroni cominciava a far risaltare la presenza scenica delle sue figure, in contrapposizione con la tenuità dei colori utilizzati. L’atteggiamento dimesso e severo dei suoi personaggi, alle prese con il lavoro dei campi o la dura vita quotidiana, lo mise in rotta di collisione con il suo mercante di riferimento, Luigi Pisani, che pretendeva scene più leggere e garbate. Ferrori si legò allora a Gioacchino Herts, conte di Frassineto e facoltoso proprietario terriero, che divenne suo mecenate per oltre vent’anni.
La pittura di Ferroni si era così liberata di ogni residuo accademico e cominciava a fa risaltare la presenza scenica delle sue figure, in contrapposizione con la tenuità dei colori utilizzati.
L’atteggiamento dimesso e severo dei suoi personaggi, alle prese con il lavoro dei campi o la dura vita quotidiana, lo mise in rotta di collisione con il suo mercante di riferimento, Luigi Pisani, che pretendeva scene più leggere e garbate.
Ferrori si legò allora a Gioacchino Herts, conte di Frassineto e facoltoso proprietario terriero, che divenne suo mecenate per oltre vent’anni.
 
Nel 1878 partecipò con due opere all’Esposizione Universale di [[Parigi]] e nel 1883 all’Esposizione Internazionale di belle arti di Roma, con [[Giovanni Fattori]], [[Eugenio Cecconi]], e altri pittori [[macchiaioli]]. Nel 1897 venne invitato alla [[Biennale di Venezia]].
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==Bibliografia==
 
*Andrea Baldinotti, Vincenzo Farinella, ''Pittura dei campi. Egisto Ferroni e il naturalismo europeo'', [[Torino]], Umberto Allemandi editore, 2002.