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[[File:Jacques-Louis David 007.jpg|thumb|right|[[Napoleone Bonaparte]]]]
Con l'Austria messa fuori gioco e l'esercito russo scacciato dall'Europa centrale, Napoleone sperò che il nuovo governo britannico, guidato dal Primo Ministro [[William Wyndham Grenville, I barone Grenville|lord Grenville]], fosse ormai pronto ad accettare un trattato di pace che riconoscesse la posizione di predominio acquisita dalla Francia sul continente, ma queste speranze rimasero presto deluse: non fu possibile stipulare alcun accordo con i britannici, mentre una proposta preliminare per un trattato di pace venne seccamente respinta dal governo di [[San Pietroburgo]] nell'[[agosto]] del [[1806]]. Con la Russia ancora in armi contro la Francia, la preoccupazione principale di Napoleone divenne quella di costituire un cordone sanitario per difendere i confini francesi. Come prima cosa, Napoleone si dedicò a neutralizzare la minaccia potenziale rappresentata dalla Prussia: nonostante le provocazioni dei francesi e le lusinghe dei coalizzati, il regno di [[Federico Guglielmo III di Prussia|Federico Guglielmo III]] era rimasto neutrale durante il precedente conflitto, principalmente perché il sovrano puntava ad assicurarsi il controllo dell'[[Hannover (stato)|Hannover]], stato tedesco il cui sovrano era lo stesso re d'Inghilterra [[Giorgio III del Regno Unito|Giorgio III]], e che per questo era stato occupato dai francesi già nel [[1803]]; con la [[convenzione di Schönbrunn]] del [[15 dicembre]] [[1805]], la Prussia ottenne l'Hannover, ma in cambio cedette alla Francia i principati di [[Cleves]], [[Ansbach]] e [[Neuchâtel]], e riconobbe di fatto il predominio francese sulla Germania meridionale <ref>Philip Haythornthwaite,
L'accordo con la Francia aveva provocato forti contrasti in seno alla corte prussiana: ad un "Partito della Pace" guidato dal ministro degli esteri [[Christian Graf von Haugwitz]] e dal comandante dell'esercito [[Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel|Carlo Guglielmo duca di Brunswick]], che cercava di ottenere il miglior accordo per la Prussia senza bisogno di ricorrere alle armi, si contrapponeva un "Partito della Guerra" capitanato dalla violentemente francofoba regina [[Luisa di Meclemburgo-Strelitz|Luisa]], contrario a qualsiasi accordo e desideroso di un confronto diretto contro i francesi per il predominio in Germania <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 17 pag. 4</ref>. Il "Partito della Guerra", che raccoglieva sempre più consensi nella nobiltà e negli ambienti militari prussiani, vide pendere l'ago della bilancia nei suoi confronti nella seconda metà del [[1806]]: durante i negoziati con il Regno Unito, inaspettatamente Napoleone si offrì di restituire l'Hannover, già ceduto alla Prussia, al suo precedente proprietario <ref>Guido Gerosa,
Inizialmente Napoleone era riluttante ad impegnarsi in guerra contro la Prussia, in quanto credeva che i titubanti prussiani non avrebbero mai commesso la "follia" di attaccarlo senza un massiccio supporto dei russi <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 18 pag. 5</ref>; solo il [[6 settembre]] le riserve francesi vennero richiamate, mentre le truppe acquartiernate in Germania vennero messe in stato d'allerta il [[10 settembre]]. Per il [[15 settembre]], Napoleone aveva preso la decisione definitiva: davanti alla conferma dell'invasione prussiana della Sassonia, l'imperatore dispose il concentramento della sua armata per l'imminente campagna. Nell'arco di 48 ore, l'imperatore dettò non meno di 120 ordini separati, facendo affluire i diversi corpi della ''Grande Armée'' dalla Francia e dalla Germania meridionale verso la zona compresa tra [[Würzburg]] ed [[Amberg]], ai confini della Sassonia; per il [[5 ottobre]], 180.000 soldati francesi erano pronti a muovere <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 13 - 16</ref>. Il [[2 ottobre]] Napoleone arrivò al quartier generale di Würzburg, dove il [[7 ottobre|7]] ricevette un [[ultimatum]] prussiano con cui gli veniva ingiunto di ritirare le sue truppe dalla Germania; per tutta risposta, l'[[8 ottobre]] l'esercito francese entrò in Sassonia <ref>Guido Gerosa, op. cit., pag. 373</ref>.
Nonostante avesse un mese di vantaggio sulla preparazione militare rispetto ai francesi, l'alto comando prussiano non aveva un piano di battaglia definito: i rapporti tra gli ufficiali superiori erano minati da ambizioni e rivalità personali, mentre la mancanza anche di un embrione di [[stato maggiore]] non faceva che aggravare la già caotica
La mattina del [[14 ottobre]] [[1806]], i 90.000 francesi di Napoleone affrontarono i 50.000 prussiani e sassoni di Hohenlohe e, dopo dieci ore di lotta serrata, inflissero loro una dura sconfitta nella [[battaglia di Jena]]; la carica finale della cavalleria francese del [[Gioacchino Murat|maresciallo Murat]] trasformò la ritirata prussiana in una rotta <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 47 - 65</ref>. Il successo di Napoleone era stato netto, ma fatti ben più importanti erano avvenuti quello stesso giorno otto [[Miglio (unità di misura)|miglia]] più a nord, [[battaglia di Auerstädt|ad Auerstädt]]: qui i 33.000 uomini di Davout affrontarono i 63.000 uomini dell'armata principale prussiana del duca di Brunswick; dopo aver respinto diversi pesanti assalti i francesi passarono al contrattacco, ricacciando indietro i prussiani ed infiggendo loro numerose perdite, tra cui lo stesso duca di Brunswick, mortalmente ferito alla testa. Proprio la perdita del comandante fece sì che la ritirata prussiana non si svolgesse con ordine, ed i resti dell'esercito si frammentarono in vari distaccamenti <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 69 - 78</ref>. La doppia sconfitta a Jena ed Auerstädt era costata gravi perdite alle forze prussiane, ma lo spietato inseguimento messo in atto dai francesi nelle tre settimane seguenti portò al loro totale annientamento: il [[16 ottobre]] Murat catturò 14.000 dispersi prussiani ad Erfurt, il [[17 ottobre]] la riserva del duca di Württemberg, l'unica formazione prussiana rimasta intatta, venne sconfitta dal [[Jean-Baptiste Jules Bernadotte|maresciallo Bernadotte]] ad [[Halle]], ed il [[28 ottobre]] Hohenlohe si arrese con i resti dell'armata principale a [[Prenzlau]]. Dopo aver reso omaggio alla tomba di [[Federico II di Prussia|Federico II il Grande]] a [[Potsdam]], Napoleone fece il suo ingresso a Berlino il [[27 ottobre]], alla testa del III Corpo del maresciallo Davout <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 80</ref>; con la resa del generale [[Gebhard Leberecht von Blücher|Blücher]] a [[Lubecca]] il [[7 novembre]], e del generale von Kleist a [[Magdeburgo]] il [[10 novembre]], l'annientamento dell'esercito prussiano poteva dirsi completo: a parte le guarnigioni delle fortezze della [[Slesia]], ben presto tagliate fuori ed assediate dai francesi, le uniche forze prussiane superstiti erano i 15.000 uomini del generale [[Anton Wilhelm von L'Estocq|L'Estocq]], dislocati in [[Prussia orientale]] e non ancora impiegati in combattimento. In 33 giorni, con una sorta di "[[guerra lampo]]" ''[[ante litteram]]'' <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 28 pag. 9</ref>, la ''Grande Armée'' aveva vinto due battaglie decisive, ucciso o ferito 20.000 prussiani, fatto 140.000 prigionieri e conquistato i quattro quinti della Prussia <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 85</ref>.
Sebbene nettamente vittorioso sul campo di battaglia, Napoleone non riuscì ad ottenere la cessazione delle ostilità: Federico Guglielmo, rifugiatosi con la corte a [[Kaliningrad|Königsberg]], rifiutò qualsiasi accordo di pace, l'esercito russo costituiva ancora una minaccia concreta alle recenti conquiste francesi, ed il Regno Unito continuava a fornire appoggio finanziario a chiunque fosse disposto a contrastare i disegni espansionistici della Francia. Proprio per provocare un crollo dell'economia britannica, il [[21 novembre]] Napoleone dispose da Berlino la costituzione del sitema denominato "[[Blocco Continentale]]": alle navi britanniche (o neutrali ma provenienti da porti britannici) era fatto divieto di attraccare nei porti europei, pena la confisca del carico; nelle intenzioni di Napoleone, il sistema del Blocco avrebbe impedito gli scambi commerciali del Regno Unito, provocando così un drammatico crollo della sua economia <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 86</ref>.
La preoccupazione principale per Napoleone nel [[novembre]] del [[1806]] rimaneva però quella di annientare l'esercito russo schierato in [[Polonia]], al fine di pervenire ad un accordo di pace vantaggioso con lo zar; nonostante l'inverno fosse ormai cominciato, Napoleone decise di spingersi in profondità nelle pianure polacche, onde guadagnare un vantaggio strateggico sui russi e sperando di batterli con una nuova campagna lampo <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 31 pag. 3</ref>. La decisione di intraprendere una campagna invernale provocò infiniti disagi alle truppe francesi <ref name= PhilipH-vol29-p7>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 29 pag. 7</ref>. Il consueto sistema con cui la ''Grande Armée'' veniva rifornita di viveri e vettovaglie consisteva in una combinazione di ricerca sul territorio (che spesso finiva per trasformarsi in un semplice [[saccheggio]]) e trasporto militare tramite carri <ref name= PhilipH-vol29-p7 />; entrambi questi sistemi andarono in crisi durante la campagna polacca: il territorio era troppo povero perché potesse fornire viveri in abbondanza, mentre il sistema di trasporto tramite carri, che già prima non era
La campagna polacca ebbe inizio nella seconda metà di [[novembre]] del [[1806]]: dopo aver occupato senza combattere la capitale [[Varsavia]] il [[28 novembre]], Napoleone spinse le sue truppe oltre la [[Vistola]] a caccia dell'armata russa
Spossati per il duro scontro, i due eserciti si ritirarono nei quartieri invernali, per poi riprendere le operazioni ai primi di [[giugno]] del [[1807]]; Napoleone tentò di incunearsi tra L'Estocq a sinistra e Bennigsen a destra, al fine di isolare quest'ultimo dalla base di Königsberg. Francesi e russi tornarono ad affrontarsi il [[10 giugno]] nella [[battaglia di Heilsberg]], ma ancora una volta il sanguinoso scontro si risolse con un nulla di fatto <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 34 pag. 14</ref>. Napoleone continuò nella sua azione, ed il [[14 giugno]] Bennigsen commise un grave errore: nel tentativo di attaccare le isolate truppe del [[Jean Lannes|maresciallo Lannes]], rimase intrappolato tra i francesi ed il fiume [[Alle (fiume)|Alle]], subendo una dura sconfitta nella [[battaglia di Friedland]] <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 37 pag. 14</ref>. Con il suo esercito semidistrutto, Bennigsen non potè fare altro che ripiegare dietro il fiume [[Niemen]]; la sconfitta di Friedland aveva convinto lo zar a porre fine alla campagna, ed il [[21 giugno]] un [[armistizio]] preliminare venne concluso tra i due eserciti. Il [[25 giugno]] lo zar Alessandro e Napoleone si incontrarono di persona a [[Tilsit]] per discutere della pace, con il re Federico Guglielmo ridotto ad un ruolo marginale; il [[trattato di Tilsit]] firmato il [[7 luglio]] [[1807]] pose termine alla guerra della quarta coalizione: in cambio dell'adesione al sistema del Blocco Continentale e della [[Guerra anglo-russa (1807-1812)|dichiarazione di guerra al Regno Unito]], la Russia vide riconosciute le sue pretese egemoniche su Svezia ed [[Impero Ottomano]] <ref>Guido Gerosa, op. cit., pag. 384</ref>; di fatto, il trattato di Tilsit definiva una sfera d'influenza occidentale controllata dalla Francia, ed una sfera d'influenza orientale sotto la Russia <ref name= PhilipH-vol38-p14>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 38 pag. 14</ref>. Il trattato di pace tra Prussia e Francia, firmato sempre a Tilsit il [[9 luglio]], fu molto più severo: i prussiani dovettero cedere tutti i loro possedimenti ad est del fiume Elba (incorporati in maggior parte dal [[Regno di Westfalia]], [[stato fantoccio]] della Francia) ed in Polonia (con cui venne creato un [[Ducato di Varsavia]] alleato dei francesi), oltre a consegnare [[Białystok]] alla Russia; la Prussia venne inoltre costretta ad aderire al Blocco Continentale, a pagare una pesante indennità di guerra, ed a ridurre considerevolmente l'ammontare delle sue forze armate, venendo così ridotta all'impotenza per diversi anni <ref name= PhilipH-vol38-p14 />.
Philip Haythornthwaite, ''Le grandi battaglie napoleoniche'', Osprey Publishing, 2005, ISBN 84-9798-181-2
David G. Chandler, ''Jena 1806'', Osprey Publishing, 1998, ISBN 84-7838-982-2
Guido Gerosa, ''Napoleone'', Mondadori, 1995, ISBN 88-04-41829-X
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