Utente:Franz van Lanzee/Sandbox 2: differenze tra le versioni

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=== La guerra d'indipendenza spagnola: un pretesto per una nuova coalizione ===
=== Le campagne di Prussia e Polonia ===
{{vedi anche|Quartaquinta coalizione|guerra d'indipendenza spagnola}}
[[File:Francisco_de_Goya_y_Lucientes_-_Los_fusilamientos_del_tres_de_mayo_-_1814.jpg|thumb|left|La fucilazione, di [[Francisco Goya]]]]
[[File:Jacques-Louis David 007.jpg|thumb|right|[[Napoleone Bonaparte]]]]
Con l'Europa continentale ormai assoggettata alla Francia, napoleone tornò a dedicare la sua attenzione al confronto con il Regno Unito. In particolare, il sistema del blocco continentale, su cui Napoleone molto aveva puntato, non stava dando i suoi frutti: il divieto di commerciare con i britannici non era applicato con severità, il [[contrabbando]] era molto diffuso anche nella stessa Francia, e diversi stati europei si rifiutavano di adottare le disposizioni sancite dall'imperatore; in aggiunta a ciò, il contro-blocco messo in atto come ritorsione dai britannici aveva provocato una grave penuria di materie prime in Europa, vista l'indiscussa superiorità della Royal Navy sulla marina francese. Con in mente l'obbiettivo di rafforzare il sistema del blocco, sul finire del 1807 Napoleone concentrò la sua attenzione sul Portogallo: storico alleato del Regno Unito, il paese cercava di mantenere una precaria [[neutralità]] nel conflitto in corso, ma si era rifiutato di applicare le disposizioni del blocco continentale. Il [[18 ottobre]] 1807, solo quattordici settimane dopo la battaglia di Friedland, un'armata francese agli ordini del generale [[Jean-Andoche Junot]] entrò in Spagna, già da tempo alleata della Francia, dirigendosi verso la frontiera portoghese; il [[30 novembre]] seguente i francesi, ostacolati più che altro dal terreno impervio e dal clima avverso, presero [[Lisbona]], mentre il re [[Giovanni VI del Portogallo]] fuggiva alla volta della colonia del [[Brasile]].
Con l'Austria messa fuori gioco e l'esercito russo scacciato dall'Europa centrale, Napoleone sperò che il nuovo governo britannico, guidato dal Primo Ministro [[William Wyndham Grenville, I barone Grenville|lord Grenville]], fosse ormai pronto ad accettare un trattato di pace che riconoscesse la posizione di predominio acquisita dalla Francia sul continente, ma queste speranze rimasero presto deluse: non fu possibile stipulare alcun accordo con i britannici, mentre una proposta preliminare per un trattato di pace venne seccamente respinta dal governo di [[San Pietroburgo]] nell'[[agosto]] del [[1806]]. Con la Russia ancora in armi contro la Francia, la preoccupazione principale di Napoleone divenne quella di costituire un cordone sanitario per difendere i confini francesi. Come prima cosa, Napoleone si dedicò a neutralizzare la minaccia potenziale rappresentata dalla Prussia: nonostante le provocazioni dei francesi e le lusinghe dei coalizzati, il regno di [[Federico Guglielmo III di Prussia|Federico Guglielmo III]] era rimasto neutrale durante il precedente conflitto, principalmente perché il sovrano puntava ad assicurarsi il controllo dell'[[Hannover (stato)|Hannover]], stato tedesco il cui sovrano era lo stesso re d'Inghilterra [[Giorgio III del Regno Unito|Giorgio III]], e che per questo era stato occupato dai francesi già nel [[1803]]; con la [[convenzione di Schönbrunn]] del [[15 dicembre]] [[1805]], la Prussia ottenne l'Hannover, ma in cambio cedette alla Francia i principati di [[Cleves]], [[Ansbach]] e [[Neuchâtel]], e riconobbe di fatto il predominio francese sulla Germania meridionale <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 17 pag. 4</ref>. Con la Prussia diplomaticamente umiliata, Napoleone si dedicò alla riorganizzazione degli stati tedeschi: il [[12 luglio]] [[1806]] venne costituita la [[Confederazione del Reno]], riunendo sotto un unico organismo strettamente controllato dalla Francia tutte le nazioni tedesche più importanti. Con il fratello [[Luigi Bonaparte]] saldamente insediato sul trono dei [[Regno dei Paesi Bassi|Paesi Bassi]] ed il figliaccio [[Eugenio di Beauharnais]] su quello d'Italia, i confini della Francia erano ora protetti contro un attacco russo da est <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 8</ref>.
 
L'accordo con la Francia aveva provocato forti contrasti in seno alla corte prussiana: ad un "Partito della Pace" guidato dal ministro degli esteri [[Christian Graf von Haugwitz]] e dal comandante dell'esercito [[Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel|Carlo Guglielmo duca di Brunswick]], che cercava di ottenere il miglior accordo per la Prussia senza bisogno di ricorrere alle armi, si contrapponeva un "Partito della Guerra" capitanato dalla violentemente francofoba regina [[Luisa di Meclemburgo-Strelitz|Luisa]], contrario a qualsiasi accordo e desideroso di un confronto diretto contro i francesi per il predominio in Germania <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 17 pag. 4</ref>. Il "Partito della Guerra", che raccoglieva sempre più consensi nella nobiltà e negli ambienti militari prussiani, vide pendere l'ago della bilancia nei suoi confronti nella seconda metà del [[1806]]: durante i negoziati con il Regno Unito, inaspettatamente Napoleone si offrì di restituire l'Hannover, già ceduto alla Prussia, al suo precedente proprietario <ref>Guido Gerosa, op. cit., pag. 371</ref>; sebbene la proposta venne respinta dai britannici, essa scatenò un tumulto nell'opinione pubblica a [[Berlino]], ed il "Partito della Pace" si vide mettere in minoranza. Nonostante il titubante Federico Guglielmo fosse più favorevole alle posizioni del "Partito della Pace", dovette infine cedere alle pressioni che venivano dagli ambienti nobiliari <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 9</ref>. Il [[7 agosto]] il re prese la decisione di entrare in guerra contro la Francia: un trattato di alleanza venne rapidamente stipulato tra Prussia, Regno Unito, Russia, [[Svezia]] e [[Portogallo]], dando così vita alla [[quarta coalizione]]; il [[10 agosto]] l'esercito prussiano venne mobilitato, ed entro la fine del mese la Prussia invase il confinante [[Principato Elettorale di Sassonia|Elettorato di Sassonia]], al fine di tenerlo fuori dalla Confederazione del Reno ed obbligarlo ad entrare nella coalizione anti-francese.
 
Inizialmente Napoleone era riluttante ad impegnarsi in guerra contro la Prussia, in quanto credeva che i titubanti prussiani non avrebbero mai commesso la "follia" di attaccarlo senza un massiccio supporto dei russi <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 18 pag. 5</ref>; solo il [[6 settembre]] le riserve francesi vennero richiamate, mentre le truppe acquartiernate in Germania vennero messe in stato d'allerta il [[10 settembre]]. Per il [[15 settembre]], Napoleone aveva preso la decisione definitiva: davanti alla conferma dell'invasione prussiana della Sassonia, l'imperatore dispose il concentramento della sua armata per l'imminente campagna. Nell'arco di 48 ore, l'imperatore dettò non meno di 120 ordini separati, facendo affluire i diversi corpi della ''Grande Armée'' dalla Francia e dalla Germania meridionale verso la zona compresa tra [[Würzburg]] ed [[Amberg]], ai confini della Sassonia; per il [[5 ottobre]], 180.000 soldati francesi erano pronti a muovere <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 13 - 16</ref>. Il [[2 ottobre]] Napoleone arrivò al quartier generale di Würzburg, dove il [[7 ottobre|7]] ricevette un [[ultimatum]] prussiano con cui gli veniva ingiunto di ritirare le sue truppe dalla Germania; per tutta risposta, l'[[8 ottobre]] l'esercito francese entrò in Sassonia <ref>Guido Gerosa, op. cit., pag. 373</ref>.
 
Nonostante avesse un mese di vantaggio sulla preparazione militare rispetto ai francesi, l'alto comando prussiano non aveva un piano di battaglia definito: i rapporti tra gli ufficiali superiori erano minati da ambizioni e rivalità personali, mentre la mancanza anche di un embrione di [[stato maggiore]] non faceva che aggravare la già caotica situazione <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 11</ref>. Al contrario, Napoleone aveva pronto un piano per la campagna già per la fine di settembre: divisa in tre colonne, la ''Grande Armée'' avrebbe aggirato il fianco destro del nemico marciando attraverso la catena di colline del [[Thüringer Wald]], incuneandosi tra i prussiani e l'esercito russo in lenta avanzata da est; anche se non aveva una precisa idea della disposizione delle truppe prussiane, Napoleone contava di battere le truppe del duca di Brunswick in una battaglia decisiva a sud dell'[[Elba (fiume)|Elba]], prima di marciare direttamente su Berlino <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 18 pag. 8 - 10</ref>. Le truppe francesi si misero in marcia la mattina dell'[[8 ottobre]], ed in appena 72 ore si portarono saldamente oltre il Thüringer Wald; il duca di Brunswick reagì a questa manovra cercando di concentrare le disperse truppe prussiane tramite un ripiegamento dietro il fiume [[Saale]] in direzione di [[Erfurt]]. Dopo aver continuato a marciare verso nord, tra il [[12 ottobre|12]] ed il [[13 ottobre]] Napoleone, informato del ripiegamento verso la Saale dei prussiani, fece compiere all'intero esercito una conversione di 90° verso ovest, manovra difficile che riuscì perfettamente <ref name= Chandler98-21 >David Chandler 1998, op. cit., pag. 21</ref>. L'imperatore era ora convinto che il grosso dell'esercito prussiano si trovasse a nord di [[Erfurt]] presso [[Jena]], e si preparò al combattimento per il giorno seguente; al [[Louis Nicolas Davout|maresciallo Davout]], comandante del III Corpo che, per effetto della conversione a 90°, si trovava ora all'ala destra dell'armata, venne ordinato di muovere in direzione di [[Naumburg]], a nord di Jena, per tagliare la via di ritirata ai prussiani <ref name= Chandler98-21 />. In realtà, le truppe avvistate a Jena erano la retroguardia dell'esercito prussiano, capitanata dal [[Federico Luigi di Hohenlohe-Ingelfingen|principe Hohenlohe]]; il grosso delle forze prussiane si trovava più a nord, presso [[Auerstedt|Auerstädt]], proprio sulla linea d'avanzata del III Corpo di Davout <ref name= Chandler98-21 />.
 
[[File:Iena.jpg|thumb|left|250px|Napoleone passa in rivista la [[Guardia imperiale (Primo Impero)|Guardia imperiale]] durante la [[battaglia di Jena]]]]
La mattina del [[14 ottobre]] [[1806]], i 90.000 francesi di Napoleone affrontarono i 50.000 prussiani e sassoni di Hohenlohe e, dopo dieci ore di lotta serrata, inflissero loro una dura sconfitta nella [[battaglia di Jena]]; la carica finale della cavalleria francese del [[Gioacchino Murat|maresciallo Murat]] trasformò la ritirata prussiana in una rotta <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 47 - 65</ref>. Il successo di Napoleone era stato netto, ma fatti ben più importanti erano avvenuti quello stesso giorno otto [[Miglio (unità di misura)|miglia]] più a nord, [[battaglia di Auerstädt|ad Auerstädt]]: qui i 33.000 uomini di Davout affrontarono i 63.000 uomini dell'armata principale prussiana del duca di Brunswick; dopo aver respinto diversi pesanti assalti i francesi passarono al contrattacco, ricacciando indietro i prussiani ed infiggendo loro numerose perdite, tra cui lo stesso duca di Brunswick, mortalmente ferito alla testa. Proprio la perdita del comandante fece sì che la ritirata prussiana non si svolgesse con ordine, ed i resti dell'esercito si frammentarono in vari distaccamenti <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 69 - 78</ref>. La doppia sconfitta a Jena ed Auerstädt era costata gravi perdite alle forze prussiane, ma lo spietato inseguimento messo in atto dai francesi nelle tre settimane seguenti portò al loro totale annientamento: il [[16 ottobre]] Murat catturò 14.000 dispersi prussiani ad Erfurt, il [[17 ottobre]] la riserva del duca di Württemberg, l'unica formazione prussiana rimasta intatta, venne sconfitta dal [[Jean-Baptiste Jules Bernadotte|maresciallo Bernadotte]] ad [[Halle]], ed il [[28 ottobre]] Hohenlohe si arrese con i resti dell'armata principale a [[Prenzlau]]. Dopo aver reso omaggio alla tomba di [[Federico II di Prussia|Federico II il Grande]] a [[Potsdam]], Napoleone fece il suo ingresso a Berlino il [[27 ottobre]], alla testa del III Corpo del maresciallo Davout <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 80</ref>; con la resa del generale [[Gebhard Leberecht von Blücher|Blücher]] a [[Lubecca]] il [[7 novembre]], e del generale von Kleist a [[Magdeburgo]] il [[10 novembre]], l'annientamento dell'esercito prussiano poteva dirsi completo: a parte le guarnigioni delle fortezze della [[Slesia]], ben presto tagliate fuori ed assediate dai francesi, le uniche forze prussiane superstiti erano i 15.000 uomini del generale [[Anton Wilhelm von L'Estocq|L'Estocq]], dislocati in [[Prussia orientale]] e non ancora impiegati in combattimento. In 33 giorni, con una sorta di "[[guerra lampo]]" ''[[ante litteram]]'' <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 28 pag. 9</ref>, la ''Grande Armée'' aveva vinto due battaglie decisive, ucciso o ferito 20.000 prussiani, fatto 140.000 prigionieri e conquistato i quattro quinti della Prussia <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 85</ref>.
 
Sebbene nettamente vittorioso sul campo di battaglia, Napoleone non riuscì ad ottenere la cessazione delle ostilità: Federico Guglielmo, rifugiatosi con la corte a [[Kaliningrad|Königsberg]], rifiutò qualsiasi accordo di pace, l'esercito russo costituiva ancora una minaccia concreta alle recenti conquiste francesi, ed il Regno Unito continuava a fornire appoggio finanziario a chiunque fosse disposto a contrastare i disegni espansionistici della Francia. Proprio per provocare un crollo dell'economia britannica, il [[21 novembre]] Napoleone dispose da Berlino la costituzione del sitema denominato "[[Blocco Continentale]]": alle navi britanniche (o neutrali ma provenienti da porti britannici) era fatto divieto di attraccare nei porti europei, pena la confisca del carico; nelle intenzioni di Napoleone, il sistema del Blocco avrebbe impedito gli scambi commerciali del Regno Unito, provocando così un drammatico crollo della sua economia <ref>David Chandler 1998, op. cit., pag. 86</ref>.
 
La preoccupazione principale per Napoleone nel [[novembre]] del [[1806]] rimaneva però quella di annientare l'esercito russo schierato in [[Polonia]], al fine di pervenire ad un accordo di pace vantaggioso con lo zar; nonostante l'inverno fosse ormai cominciato, Napoleone decise di spingersi in profondità nelle pianure polacche, onde guadagnare un vantaggio strateggico sui russi e sperando di batterli con una nuova campagna lampo <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 31 pag. 3</ref>. La decisione di intraprendere una campagna invernale provocò infiniti disagi alle truppe francesi <ref name= PhilipH-vol29-p7>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 29 pag. 7</ref>. Il consueto sistema con cui la ''Grande Armée'' veniva rifornita di viveri e vettovaglie consisteva in una combinazione di ricerca sul territorio (che spesso finiva per trasformarsi in un semplice [[saccheggio]]) e trasporto militare tramite carri <ref name= PhilipH-vol29-p7 />; entrambi questi sistemi andarono in crisi durante la campagna polacca: il territorio era troppo povero perché potesse fornire viveri in abbondanza, mentre il sistema di trasporto tramite carri, che già prima non era mai stato molto efficiente, andò completamente in tilt a causa del pessimo stato delle strade <ref name= PhilipH-vol29-p7 />. Fu proprio il loro fallimento nella campagna polacca a spingere Napoleone ad intraprendere una vasta riforma dei [[logistica militare|servizi logistici]] della ''Grande Armée'': il vecchio sistema, basato (come nella maggioranza degli eserciti europei) più che altro su [[Appalto|appalti]] a civili, venne abolito e sostituito con una struttura completamente militarizzata, il ''Train des Equipages'', parte integrante dell'esercito e responsabile in toto dei movimenti tramite carri <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 29 pag. 10</ref>.
 
La campagna polacca ebbe inizio nella seconda metà di [[novembre]] del [[1806]]: dopo aver occupato senza combattere la capitale [[Varsavia]] il [[28 novembre]], Napoleone spinse le sue truppe oltre la [[Vistola]] a caccia dell'armata russa del generale [[Levin August von Bennigsen|Levin Bennigsen]]; francesi e russi finirono per scontrarsi nelle battaglie [[battaglia di Pułtusk|di Pułtusk]] e [[Battaglia di Golymin|di Golymin]] il [[26 dicembre]]: le forze russe riuscirono a respingere gli attacchi dei francesi infliggendo loro gravi perdite, salvo poi decidere di ritirarsi al calare della notte. Il tentativo di Napoleone di annientare l'esercito russo con una rapida battaglia decisiva venne così sventato <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 31 pag. 11</ref>. Sul finire di [[dicembre]], i francesi si disposero quindi nei quartieri invernali in attesa di riprendere la campagna con la bella stagione, ma Napoleone fu costretto a mobilitare ancora una volta il suo esercito verso la fine del [[gennaio]] [[1807]]: non volendo rimanere inattivo per tutto l'inverno, Bennigsen aveva condotto un'incursione contro gli avamposti della ''Grande Armée'', sperando di annientare qualche reparto rimasto isolato <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 31 pag. 12</ref>. Napoleone cercò di accerchiare le truppe russe, ma Bennigsen si sottrasse alla trappola ripiegando verso nord; dopo due violente scaramucce a [[Jonkovo]] ([[3 febbraio]]) ed [[Hoff]] ([[6 febbraio]]), i due eserciti si affrontarono nella [[battaglia di Eylau]], iniziata nel pomeriggio del [[7 febbraio]] e conclusasi la sera dell'[[8 febbraio|8]]. Combattuta nel bel mezzo di una tempesta di neve, la battaglia si concluse con un sanguinosissimo nulla di fatto <ref>Guido Gerosa, op. cit., pag. 382</ref>: gli assalti francesi iniziali vennero respinti, e solo una disperata carica della cavalleria di Murat e della [[Guardia imperiale (Primo Impero)|Guardia imperiale]] impedirono ai russi di sfondare il centro della ''Grande Armée''; l'arrivo dei prussiani di L'Estocq equilibrò di nuovo la situazione, ed al calare della notte Bennigsen si ritirò.
 
La quinta coalizione ([[1809]]) fra Regno Unito ed Austria contro la Francia, si formò mentre il Regno Unito si confrontava con la Francia nella [[guerra d'indipendenza spagnola]].
[[File:Tilsitz 1807.JPG|thumb|right|250px|Napoleone accoglie lo zar [[Alessandro I di Russia]] a [[Tilsit]]]]
 
Spossati per il duro scontro, i due eserciti si ritirarono nei quartieri invernali, per poi riprendere le operazioni ai primi di [[giugno]] del [[1807]]; Napoleone tentò di incunearsi tra L'Estocq a sinistra e Bennigsen a destra, al fine di isolare quest'ultimo dalla base di Königsberg. Francesi e russi tornarono ad affrontarsi il [[10 giugno]] nella [[battaglia di Heilsberg]], ma ancora una volta il sanguinoso scontro si risolse con un nulla di fatto <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 34 pag. 14</ref>. Napoleone continuò nella sua azione, ed il [[14 giugno]] Bennigsen commise un grave errore: nel tentativo di attaccare le isolate truppe del [[Jean Lannes|maresciallo Lannes]], rimase intrappolato tra i francesi ed il fiume [[Alle (fiume)|Alle]], subendo una dura sconfitta nella [[battaglia di Friedland]] <ref>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 37 pag. 14</ref>. Con il suo esercito semidistrutto, Bennigsen non potè fare altro che ripiegare dietro il fiume [[Niemen]]; la sconfitta di Friedland aveva convinto lo zar a porre fine alla campagna, ed il [[21 giugno]] un [[armistizio]] preliminare venne concluso tra i due eserciti. Il [[25 giugno]] lo zar Alessandro e Napoleone si incontrarono di persona a [[Tilsit]] per discutere della pace, con il re Federico Guglielmo ridotto ad un ruolo marginale; il [[trattato di Tilsit]] firmato il [[7 luglio]] [[1807]] pose termine alla guerra della quarta coalizione: in cambio dell'adesione al sistema del Blocco Continentale e della [[Guerra anglo-russa (1807-1812)|dichiarazione di guerra al Regno Unito]], la Russia vide riconosciute le sue pretese egemoniche su Svezia ed [[Impero Ottomano]] <ref>Guido Gerosa, op. cit., pag. 384</ref>; di fatto, il trattato di Tilsit definiva una sfera d'influenza occidentale controllata dalla Francia, ed una sfera d'influenza orientale sotto la Russia <ref name= PhilipH-vol38-p14>Philip Haythornthwaite, op. cit., vol. 38 pag. 14</ref>. Il trattato di pace tra Prussia e Francia, firmato sempre a Tilsit il [[9 luglio]], fu molto più severo: i prussiani dovettero cedere tutti i loro possedimenti ad est del fiume Elba (incorporati in maggior parte dal [[Regno di Westfalia]], [[stato fantoccio]] della Francia) ed in Polonia (con cui venne creato un [[Ducato di Varsavia]] alleato dei francesi), oltre a consegnare [[Białystok]] alla Russia; la Prussia venne inoltre costretta ad aderire al Blocco Continentale, a pagare una pesante indennità di guerra, ed a ridurre considerevolmente l'ammontare delle sue forze armate, venendo così ridotta all'impotenza per diversi anni <ref name= PhilipH-vol38-p14 />.
Di nuovo, il Regno Unito era rimasto solo; questo si doveva in gran parte al fatto che la Gran Bretagna non era entrata mai in un conflitto su grande scala con la Francia, al contrario dei suoi alleati continentali. L'attività militare britannica si era limitata ad una successione di piccole vittorie nelle colonie francesi ed altre [[Battaglia di Copenaghen (1807)|vittorie navali a Copenaghen]]. A terra tentò solo la disastrosa [[spedizione Walcheren]] (1809) che comportò un duplice sforzo dell'esercito britannico e della Royal Navy di alleviare le forze austriache dalla forte pressione francese. L'operazione finì in un disastro dopo che il comandante dell'esercito [[John Pitt, Secondo Signore di Chatham|John Pitt]] non riuscì a catturare l'obiettivo, la base navale francese di [[Anversa]].
 
La lotta si incentrò allora nella guerra economica, blocco continentale contro blocco navale. Entrambi i contendenti entrarono in combattimento tentando di rinforzare i loro blocchi; gli inglesi combatterono negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nella [[guerra del 1812]] ed i francesi si affrontarono nella guerra di indipendenza spagnola (1808 - [[1814]]). Il conflitto nella [[Penisola Iberica]] cominciò perché il [[Portogallo]] continuava a commerciare con l'[[Inghilterra]] nonostante le restrizioni francesi. Quando truppe spagnole vinsero i francesi nella [[battaglia di Bailén]], dimostrando che una parte importante del paese spagnolo non voleva mantenere la sua alleanza con la Francia, le truppe francesi occuparono gradualmente il suo territorio fino ad entrare a [[Madrid]], fatto che propiziò l'intervento inglese.
 
L'Austria, all'inizio alleata della Francia, approfittò dell'opportunità per cercare di recuperare il suo antico Impero Tedesco che era esistito prima della battaglia di Austerlitz. Inizialmente ebbe successo contro le deboli forze del maresciallo Davout, visto che Napoleone aveva lasciato solamente 170.000 soldati per difendere la frontiera occidentale della Francia. Questo stesso compito era stato portato a termine negli anni novanta del [[XVIII secolo]] con 800.000 uomini, ed allora dovevano difendere un fronte molto minore.
 
Napoleone ottenne un successo in Spagna, riprendendo Madrid e sconfiggendo spagnoli ed inglesi e cacciando questi ultimi dalla penisola iberica (ma non per molto tempo). L'attacco dell'Austria prese alla sprovvista Napoleone che era impegnato in vittoriose operazioni contro il Regno Unito. Questo fece si che abbandonasse la penisola iberica e non vi ritornasse mai più. In sua assenza, ed in assenza dei suoi migliori ufficiali, Davout rimase nell'est durante la guerra e la situazione cambiò, specialmente quando arrivò il generale inglese Sir [[Arthur Wellesley, Duca di Wellington|Arthur Wellesley]], futuro Duca di Wellington, come comandante delle forze britanniche.
 
Gli austriaci si introdussero nel Ducato di Varsavia, ma furono sconfitti nella [[battaglia di Radzyn]] il [[19 aprile]] 1809. L'esercito polacco recuperò il territorio conosciuto come [[Galizia (Europa centrale)|Galizia]] dopo i suoi primi successi.
 
Napoleone assunse il comando nell'est ed incoraggiò l'esercito a contrattaccare in Austria. Una serie di battaglie relativamente minori assicurarono la vittoria austriaca nella [[battaglia di Aspern-Essling]], la prima sconfitta tattica di Napoleone. L'errore del comandante austriaco, l'[[Carlo d'Austria-Teschen|Arciduca Carlo]], fu quello di voler proseguire dopo la sua piccola vittoria, permettendo a Napoleone di preparare un tentativo di assediare Vienna, cosa che fece ai primi di luglio battendo gli austriaci nella [[battaglia di Wagram]], tra il [[5 luglio|5]] ed il [[6 luglio]]. Durante questa battaglia il maresciallo [[Jean-Baptiste Jules Bernadotte]] fu privato del suo titolo e ridicolizzato da Napoleone di fronte ad altri ufficiali dello [[Stato Maggiore]]. A seguito anche del suo comportamento verso gli ufficiali svedesi presi prigionieri a Lubecca, venne offerta allora a Bernadotte la corona di Svezia, che il generale francese accettò con il consenso di Napoleone, il quale sperava così di fare della Svezia un futuro alleato, fatto che non si rivelò poi tale: successivamente infatti Bernadotte partecipò attivamente alle guerre contro il suo ex comandante ed imperatore.
 
La guerra della quinta coalizione finì col [[trattato di Schönbrunn]], il [[14 ottobre]] del 1809.
 
Nel [[1810]], l'[[Primo Impero francese|Impero francese]] raggiunse la sua massima estensione. Napoleone si sposò con [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena|Maria-Luisa]], un'arciduchessa austriaca, allo scopo di assicurare un'alleanza stabile con l'Austria e dare all'Imperatore un erede, cosa che la sua prima moglie, [[Giuseppina di Beauharnais]], non era riuscita a fare. Oltre all'Impero francese, Napoleone controllava la [[Svizzera|Confederazione svizzera]], la [[Confederazione del Reno]], il Granducato di Varsavia e il [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]]. I territori alleati includevano: il Regno di Spagna di [[Giuseppe Bonaparte]], il [[Regno di Westfalia]] di [[Gerolamo Bonaparte]], il [[Regno di Napoli]] di [[Gioacchino Murat]], suo cognato, il [[Principato di Lucca e Piombino]] di [[Felice Baciocchi]], anch'egli cognato di Napoleone, ed i suoi antichi nemici, Prussia ed Austria.