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=== Rinascita e fine di Napoleone ===
{{vedi anche|cento giorni|settima coalizione}}
Dopo aver trascorso dieci mesi nell'esilio sull'isola d'Elba, Napoleone pianificò il suo rientro in francia per il febbraio del [[1815]]; il momento era propizio ad una similie impresa: il re Luigi XVIII si era ben presto reso impopolare, permettendo il ritorno in massa dei nobili fuoriusciti durante la rivoluzione, dilapidando in poco tempo le scarne finanze francesi, e negando i dovuti sussidi ai veterani della ''Grande Armée''<ref name=Wootten-p7-9>[[#Wootten1998|HWootten 1998]], pp. 7 - 9</ref>. Anche la coalizione anti-francese era in crisi, in quanto i vari monarchi, impegnati nel [[congresso di Vienna]] nel tentativo di dare un nuovo assetto all'Europa post-rivoluzione, si ostacolavano a vicenda al fine di accaparrarsi migliori vantaggi per la propria nazione<ref name=Wootten-p7-9 />. Il [[1° marzo]], Napoleone sbarcò con un pugno di seguaci nel sud della Francia, iniziando la marcia verso nord; i reparti inviati a contrastarlo si ammutinarono uno dopo l'altro, passando in massa dalla sua parte. Il [[20 marzo]], al termine di una vera e propria marcia trionfale, Napoleone fece il suo ingresso a Parigi senza sparare un colpo, mentre il re Luigi si rifugiava a [[Bruxelles]]. Il ritorno di Napoleone aveva però avuto l'effetto di ricompattare il fronte degli alleati, che iniziarono ad ammassare truppe ai confini francesi; per la fine di maggio cinque armate alleate erano in via di organizzazione per complessivi 700.000 uomini mobilitati, a cui i francesi potevano opporne solo 270.000<ref>[[#Gerosa1995|Gerosa 1995]], p. 489</ref>.
La settima coalizione ([[1815]]) unì Regno Unito, [[Impero austriaco]], Prussia, Russia, [[Paesi Bassi]], [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] ed un certo numero di stati tedeschi, contro la Francia.
 
[[File:Waterloo campaign map it.jpg|left|thumb|Mappa della [[battagliacampagna di Waterloo]] ]]
 
Napoleone aveva bisogno di un chiaro successo militare per ricompattare il fronte interno francese, dove sussistevano ancora sacche di resistenza monarchica; una rapida vittoria avrebbe inoltre potuto mandare in crisi la coalizione, riaccendendo le rivalità non ancora sopite tra gli alleati<ref name=Wootten-p7-9 />. Ai primi di giugno, il neo-rinominato imperatore lasciò Parigi alla testa di un esercito di 128.000 diretto in [[Belgio]], dove si trovavano due armate alleate: l'armata anglo-olandese del duca di Wellington e l'armata prussiana del generale Blücher; il piano di Napoleone consisteva nell'incunearsi tra le due armate alleate, per poi batterle separatamente. Il [[16 giugno]] Napoleone sconfisse i prussiani nella [[battaglia di Ligny]], anche se Blücher riuscì ad organizzare una ritirata coordinata; contemporaneamente, l'ala sinistra francese sotto il maresciallo Ney aveva affrontato gli anglo-olandesi nella [[battaglia di Quatre-Bras]], senza ottenere un chiaro successo ma obbligandoli alla ritirata. Napoleone distaccò un contingente sotto il maresciallo [[Emmanuel di Grouchy|Grouchy]] con il compito di mantenere la pressione sui prussiani, mentre lui stesso conduceva il resto dell'armata contro Wellington. Il [[18 giugno]] i due eserciti si affrontarono nella celebre [[battaglia di Waterloo]]: le truppe anglo-olandesi, arroccate su una serie di colline, resistettero disperatamente agli assalti francesi, fino a che nel pomeriggio non sopraggiunse parte dell'armata prussiana di Blücher, che era riuscito ad eludere l'iniseguimento da parte di Grouchy; le due forze alleate congiunte furono quindi in grado di infliggere una severa sconfitta all'armata di Napoleone.
 
Sebbene esistessero i presupposti per continuare la guerra (nei dintorni di Parigi c'erano ancora 150.000 uomini in fase di addestramento), Napoleone si vide ben presto privare del supporto politico da parte dell'Assemblea Generale francese<ref>[[#Wootten1998|HWootten 1998]], p. 88</ref>; il [[22 giugno]] Napoleone abdicò per la seconda volta, consegnadosi poi ai britannici il [[15 luglio]] seguente. I monarchi alleati decisero di esiliarlo il più lontano possibile dall'Europa, nella remota isoletta di [[Sant'Elena (isola)|Sant'Elena]]; quì Napoleone troverà infine la morte il [[5 maggio]] [[1821]].
 
 
 
Il periodo conosciuto come quello dei [[cento giorni]] cominciò quando Napoleone abbandonò l'Isola d'Elba e sbarcò a [[Cannes]], il [[1º marzo]] del 1815. Man mano che si trasferiva verso Parigi, chiese appoggi nei territori che attraversava e giunto nella capitale abbatté l'appena restaurato regno di Luigi XVIII. Gli alleati prepararono immediatamente i loro eserciti per affrontarlo di nuovo riuscendo ad allestire una forza di 700.000 unità (oltre ai 200.000 uomini di guarnigione, logistica e personale ausiliario) che avrebbero dovute essere rinforzate in seguito da un milione di reclute. Napoleone fece altrettanto e aumentò l'esercito da 90.000 a 280.000 uomini, inoltre riuscì a riunire oltre un milione di veterani di passate campagne, e promulgò un [[decreto]] per mobilitare circa 2,5 milioni di truppe, anche se tale numero non venne mai raggiunto.
 
[[File:Waterloo campaign map it.jpg|left|thumb|Mappa della [[battaglia di Waterloo]] ]]
 
Napoleone guidò circa 124.000 uomini dell'esercito al nord in una manovra preventiva per attaccare gli alleati in [[Belgio]]. La sua intenzione era attaccare gli eserciti alleati prima che arrivassero ad unirsi, con la speranza di gettare gli inglesi in mare. La sua marcia verso la frontiera ebbe l'effetto sorpresa che aveva sperato. Obbligò i prussiani a battersi nella [[battaglia di Ligny]] il [[16 giugno]], sconfiggendoli e facendoli retrocedere disordinatamente. Quello stesso giorno, l'ala sinistra dell'esercito, sotto il comando del maresciallo [[Michel Ney]], fermò con successo tutte le forze che Sir [[Arthur Wellesley, I duca di Wellington|Arthur Wellesley]] inviò in aiuto del comandante prussiano [[Gebhard Leberecht von Blücher|Blücher]], con un'azione di blocco nella [[battaglia di Quatre Bras]]. Tuttavia, Ney non poté sgombrare gli incroci, e Wellington rinforzò la sua posizione. Coi prussiani in ritirata, Wellington si vide costretto a ritirarsi anche lui. Si raggruppò dunque in una posizione che aveva studiato preventivamente, su di un pendio del monte ''Saint Jean'', a poche miglia a sud della cittadina di [[Waterloo]], in Belgio. Napoleone portò le sue riserve al nord, e riunì le sue forze con quelle di Ney per inseguire l'esercito di Wellington, ma non senza prima ordinare al maresciallo [[Emmanuel di Grouchy]] di deviare sull'ala destra e fermare la riorganizzazione dell'esercito prussiano. Grouchy fallì in questo compito, nonostante vinse la retroguardia prussiana sotto il comando del [[tenente generale]] [[Johann von Thielmann|von Thielmann]] nella [[battaglia di Wavre]], (dal [[18 giugno|18]] al [[19 giugno]]), il resto dell'esercito prussiano "andò avanti al suono dei cannoni" a Waterloo.
 
L'inizio della [[battaglia di Waterloo]], nella mattina del 18 giugno 1815, ritardò per molte ore poiché Napoleone stava aspettando che il suolo si asciugasse dopo la pioggia della notte precedente. Nel tardo pomeriggio, l'esercito francese non era ancora riuscito a far sloggiare le truppe di Wellington dal pendio scosceso dove si erano rifugiate. Quando arrivarono i prussiani ed attaccarono il fianco destro francese in numero maggiore, la strategia di Napoleone di mantenere gli alleati divisi si rivelò fallimentare, ed il suo esercito si dovette rifugiare in una confusa ritirata, pressato dall'avanzata degli eserciti alleati.
 
Grouchy si redense in parte, organizzando con successo una ritirata ordinata verso Parigi, dove il maresciallo Davout aveva 117.000 uomini preparati per far retrocedere i 116.000 uomini di Blücher e Wellington. Ciò sarebbe anche stato possibile se Napoleone, arrivando a Parigi tre giorni dopo Waterloo, non si vide ritirato l'appoggio dai politici e dal popolo in generale. Napoleone fu costretto ad abdicare di nuovo il [[22 giugno]] del 1815. Gli alleati lo esiliarono nella remota isola di [[Sant'Elena (isola)|Sant'Elena]], nell'[[Oceano Atlantico|Atlantico]] meridionale, a circa 1900&nbsp;km dalla costa [[Angola|angolana]].
 
L'ultima atto dell'epopea napoleonica ebbe luogo il [[6 luglio]] 1815 a [[Grenoble]], dove l'esercito [[Regno di Sardegna (1720-1861)|sabaudo]] del generale [[Vittorio Sallier de la Tour]] sconfisse le ultime forze francesi.