Roberto Farinacci: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
===La giovinezza===
Figlio di un commissario di [[pubblica sicurezza]], a otto anni seguì la famiglia al nord, a [[Tortona]] in [[Piemonte]] prima, quindi a [[Cremona]]. Lasciò presto la scuola per cercarsi un lavoro, che trovò all'età di 17 anni nelle [[ferrovia|ferrovie]] di [[Cremona]]; sarebbe restato ferroviere per 12 anni.
 
Si avvicinò giovanissimo alla [[politica]] e si occupò della riorganizzazione del [[sindacato]] [[agricoltura|contadino]] [[socialismo|socialista]]. Nel frattempo iniziò a collaborare con ''[[Il Popolo d'Italia]]'' di [[Benito Mussolini]] come corrispondente da [[Cremona]]. Subito dopo la [[prima guerra mondiale]], alla quale partecipò come volontario, abbandonò il gruppo [[Partito socialista italiano|socialista]] di [[Leonida Bissolati|Bissolati]] figura di politico che ancora anni dopo Farinacci definirà "''anima nobile di apostolo, non di politico''<ref>[[Silvio Bertoldi]], ''Farinacci più fascista del Duce'' - in Storia Illustrata n° 188 Luglio 1973, pag. 41: "Il suo ispiratore ideale, il suo modello, era Leonida Bissolati, che Mussolini aveva fatto espellere dal partito, un mite, un idealista. Farinacci non lo rinnegherà nemmeno quando giungerà ai fastigi della carriera fascista e scriverà che era una "''anima nobile di apostolo, non di politico''"</ref>. In seguito si avvicinò al movimento [[Fascismo|fascista]]. Nello stesso anno ([[1919]]) fondò con [[Benito Mussolini|Mussolini]] e altri fedelissimi i ''[[Fasci italiani di combattimento|Fasci di Combattimento]]''.
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Lo scandalo esplose intorno ad un [[memoriale]] scritto da [[Carlo Maria Maggi (federale di Milano)|Carlo Maria Maggi]], precedente federale di Milano e protetto di Farinacci, che fu pubblicato sul giornale cremonese. La vicenda suscitò immediatamente un certo nervosismo da parte di Mussolini, che la seguiva attentamente, conscio della potenziale grave lesione all'immagine del nuovo stato fascista. Il Duce, è stato sostenuto, avrebbe premuto per [[insabbiamento|tacitare]] la vicenda, ma le pubblicazioni continuarono, in aperta polemica con i vertici romani.
 
Giampaoli, invece, avrebbe per tutta risposta commissionato l'omicidio di Farinacci, per un soldo di 2.000 lire; non tardò Farinacci a trovare documenti che provavano la manovra e con questi si presentò personalmente al Duce. La pubblicazione, però, aveva destato l'attenzione della [[magistratura]] che, probabilmente perché non era più possibile diversamente, aprì nel settembre [[1930]] un pubblico processo (che avrebbe confermato le accuse). Mussolini aveva destituito Giampaoli prima del processo, ma anche Maggi fu allontanato.
 
A Farinacci si chiusero le porte della politica "importante" per molti anni ed il suo giornale fu successivamente di tanto in tanto oggetto di "dispettose" [[censura|censure]], sequestri, ammonimenti. E forse - è stato detto - ebbe anche fortuna non avendo patito altre conseguenze (oltre all'[[emarginazione]]) quando attaccò [[Arnaldo Mussolini]], fratello del Duce, del quale insinuò senza prove che avesse ottenuto finanziamenti occulti per "il Popolo d'Italia".
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Farinacci fu di fatto un convinto sostenitore della necessità di entrare in [[guerra]] e quando nel [[1939]] l'[[Italia]] traccheggiava, rinviando le decisioni, assunse posizioni talmente accese che le si dovette spegnere con sequestri del suo giornale, controlli di [[polizia]] (fu in pratica seguito come un sovversivo) e faticosissimi richiami all'ordine di scuderia. Quando poi la [[seconda guerra mondiale|guerra]] fu dichiarata, Farinacci si diede al minuzioso controllo dei potenziali traditori, alla caccia dei [[doppio gioco|doppiogiochisti]] e delle [[spionaggio|spie]], inoltrando decine di rapporti su decine di (da lui) sospettati.
 
Nel [[1941]] fu inviato in [[Albania]], dove alcune relazioni sul personale e sull'organizzazione dell'[[esercito]], ingenuamente ma fedelmente indicanti imbarazzanti e pericolose magagne, dovettero essere intercettate e censurate prima che potessero cagionare danno. Su [[Pietro Badoglio]], e soprattutto sui suoi difetti, invece aveva inviato relazioni di grande esattezza, che furono forse la causa principale delle sue dimissioni.
 
In qualche modo informato con circa un mese di anticipo della [[Fronda (movimento)|fronda]] che andava preparando il noto ordine del giorno del [[25 luglio]] [[1943]], volle metterne al corrente Mussolini, che non diede peso alla segnalazione; cercò allora di far pervenire la notizia a Hitler, ma non fu creduto. Alla seduta del [[Gran Consiglio del fascismo|Gran Consiglio]] votò contrariamente, dopo aver criticato la [[mozione]], ma avendo subito dopo replicato sostenendo in pratica le medesime cose sostenute da Grandi: poteri al Re. La stessa sera fu rifugiato nell'ambasciata tedesca ed il giorno successivo sarebbe stato trasferito a [[Monaco di Baviera|Monaco]].
 
===La Repubblica Sociale===
Si è detto che i [[germaniaGermania|tedeschi]], prima di insediare Mussolini a [[Salò]] avessero pensato a Farinacci come capo della [[Repubblica Sociale Italiana]].
 
La candidatura, di cui molti storici hanno parlato, ma con esiguità di riscontri, sarebbe caduta sia per la mancanza di [[carisma]] di Farinacci, sia per la sua radicalità, che lo avrebbe reso di difficile controllo per tutti quegli aspetti diplomatici che la carica avrebbe comportato. Si sapeva inoltre che Farinacci era in fondo un oppositore del Duce, e che la sua posizione era tanto distinta da quella di Mussolini da poter connotare il nuovo organismo come cosa diversa dal fascismo che gli italiani conoscevano. Non si riscontra affatto, invece, la tesi avanzata di recente per la quale Farinacci avrebbe egli stesso declinato l'offerta perché - si sostiene - deluso dalla volontà germanica di controllare completamente la nuova repubblica senza rappresentatività italiana.
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[[Immagine:Farinacci fucilazione.jpg|thumb|260px|right|Fucilazione di Roberto Farinacci il 28 aprile 1945 a [[Vimercate]]]]
Farinacci lasciò [[Cremona]] il [[27 aprile]] diretto in [[Ridotto alpino repubblicano|Valtellina]], giunti nei pressi di [[Bergamo]] decise di staccarsi dalla colonna per recarsi a [[Oreno]]. Il cambio di percorso fu fatale poiché a [[Beverate]] la macchina fu fermata da una pattuglia partigiana e Farinacci fu catturato.<ref>[[Silvio Bertoldi]], ''Farinacci più fascista del Duce'' - in Storia Illustrata n° 188 Luglio 1973, pag. 48: "Viaggiarono abbastanza tranquilli fin quasi Bergamo, poi Farinacci ordinò di staccarsi dalla colonna e di dirigersi a Oreno, dove aveva una villa la sorella della marchesa, sposata a un Gallarati Scotti. È difficile dirsi se avesse intenzione di nascondersi, oppure se avesse in mente di mostrarsi gentile con la signora, a costo di gravi rischi. La diversione gli fu fatale. A Beverate un partigiano sparò sulla vettura che non si era fermata all'alt. La macchina si schiantò contro un albero."</ref>
 
Il giorno dopo, il [[28 aprile]], Farinacci fu sommariamente processato nell'aula del Comune di [[Vimercate]].<ref>[[Silvio Bertoldi]], ''Farinacci più fascista del Duce'' - in Storia Illustrata n° 188 Luglio 1973, pag. 48: "Lo processarono nella sala del Consiglio comunale. L'atto d'accusa era giuridicamente approssimativo, umanamente irreprensibile."</ref>
 
Farinacci si difese acutamente e la condanna a morte voluta dai rappresentanti del [[Partito Comunista Italiano]] e del [[Partito Socialista Italiano]] gli fu inflitta tra molte perplessità.<ref>[[Silvio Bertoldi]], ''Farinacci più fascista del Duce'' - in Storia Illustrata n° 188 Luglio 1973, pag. 48: "Dicono che si difendesse punto per punto, pallido ma astuto. La pena di morte gli venne inflitta tra molte perplessità. I rappresentanti democristiano e liberale volevano che fosse consegnato agli Alleati come criminale di guerra, i socialisti e i comunisti spingevano per la fucilazione."</ref>
 
Rifiutò di farsi bendare e pretese di essere fucilato al petto, ma ciò gli fu rifiutato. Ciononostante Farinacci riuscì a divincolarsi e a girarsi così i partigiani spararono in aria, alla seconda scarica riuscì nuovamente a girarsi venendo colpito al petto.
Rifiutò di farsi bendare e pretese di essere fucilato al petto, ma ciò gli fu rifiutato. Ciononostante Farinacci riuscì a divincolarsi e a girarsi, così i partigiani spararono in aria. Alla seconda scarica, riuscì nuovamente a girarsi, venendo colpito al petto.

Prima di morire le sue ultime parole furono "viva l'Italia".<ref>[[Silvio Bertoldi]], ''Farinacci più fascista del Duce'' - in Storia Illustrata n° 188 Luglio 1973, pag. 48: "Non volle essere bendato e chiese di che gli sparassero al petto, secondo la tradizione militare. Glielo rifiutarono, facendolo voltare di spalle a furia di schiaffi. Lui tentò di girarsi e i partigiani allora tirarono in aria, dandogli così l'aghiaccianteagghiacciante prodromo dell'esecuzione vera. Alla seconda scarica, lo colpirono: eppure Farinacci era riuscito a torcersi e prese i colpi nel torace. C'è chi assicura cha abbia gridato :"Viva l'Italia"."</ref>
 
Roberto Farinacci fu sepolto inizialmente a [[Vimercate]] e solo nel [[1956]] la famiglia ottenne di farne trasferire le spoglie nella tomba di famiglia a [[Cremona]] nel Cimitero Civico.
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Fu probabilmente membro della [[massoneria]] [[Grande Oriente d'Italia]] di [[Palazzo Giustiniani]].
 
Nella città di [[Crema (Italia)|Crema]] circolava una canzone "segreta" cantata dagli antifascisti e simpatizzanti partigiani, che così recitava:
{{Quote|Sulla Sponda Argentina<br/>
Mussolini cammina<br/>
Farinacci dietro di lui<br/>
che gli tira la giacca<br/>
"sono fascista anch'io"|sulle note del ''Tango della Carpinera''}}
 
Questa canzoncina goliardica si riferiva al fatto che, dopo la [[marcia su Roma]], Farinacci, che si diceva fosse inviso alla dirigenza del partito, elemosinasse un riconoscimento di status all'interno dello stesso, per arricchirsi nei territori di sua competenza.
 
{{Box successione
|carica=Segretario del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]]
|immagine = National Fascist Party logo2.jpg
|periodo= [[15 febbraio]] [[1925]] - [[30 marzo]] [[1926]]
|precedente= [[Alessandro Melchiori]]
|successivo= [[Augusto Turati]]
}}
 
== Note ==
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* [http://www.storiainrete.com/articolo.php?i=5 Farinacci, l'antiduce, secondo Roberto Festorazzi]
 
{{Box successione
|carica = Segretario del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]]
|immagine = National Fascist Party logo2logo.jpgsvg
|periodo = [[15 febbraio]] [[1925]] - [[30 marzo]] [[1926]]
|precedente = [[Alessandro Melchiori]]
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{{Fascismo movimento (1914-1922)}}
 
{{Portale|biografie|fascismo}}