Utente:Franz van Lanzee/Sandbox 2: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Modifica su propria sandbox
Modifica su propria sandbox
Riga 1:
=== RinascitaTrafalgar e fine di NapoleoneAusterlitz ===
{{vedi anche|cento giorni|settimaterza coalizione}}
Napoleone studiò un'invasione dell'Inghilterra<ref name=napo2>{{cita web|nome=Antonio|cognome=Spoto|url=http://www.pdsm.altervista.org/napoleone2.html|titolo=Napoleone Bonaparte - 2ª parte|opera=pdsm.altervista.org|accesso=26 ott 2010}}</ref> e riunì un esercito di 180.000 uomini a [[Boulogne-sur-Mer|Boulogne]]. Tuttavia, doveva ottenere prima la superiorità navale per iniziare la campagna, o almeno, allontanare la flotta britannica dal [[La Manica|canale della Manica]]. Venne così elaborato un complesso piano per distrarre i britannici, minacciando i loro possedimenti nei Caraibi, ma questo piano cedette quando la flotta franco-spagnola al comando dell'ammiraglio [[Pierre-Charles Villeneuve|Villeneuve]] si ritirò dopo un'azione poco decisa nella [[battaglia di Capo Finisterre]] ([[1805]]). Villeneuve si vide bloccato a [[Cadice]] fino a che la flotta alleata uscì di nuovo il [[19 ottobre]] con destinazione [[Napoli]], ma venne intercettato e sconfitto nella [[battaglia di Trafalgar]] il [[21 ottobre]] dalla flotta della marina britannica, al comando dell'[[ammiraglio]] [[Horatio Nelson]].<ref name=napo2/> Napoleone aveva inviato nove piani d'attacco differenti a Villeneuve, ma questo tentennò costantemente, provocando questo disastroso risultato.
Dopo aver trascorso dieci mesi nell'esilio sull'isola d'Elba, Napoleone pianificò il suo rientro in francia per il febbraio del [[1815]]; il momento era propizio ad una similie impresa: il re Luigi XVIII si era ben presto reso impopolare, permettendo il ritorno in massa dei nobili fuoriusciti durante la rivoluzione, dilapidando in poco tempo le scarne finanze francesi, e negando i dovuti sussidi ai veterani della ''Grande Armée''<ref name=Wootten-p7-9>[[#Wootten1998|HWootten 1998]], pp. 7 - 9</ref>. Anche la coalizione anti-francese era in crisi, in quanto i vari monarchi, impegnati nel [[congresso di Vienna]] nel tentativo di dare un nuovo assetto all'Europa post-rivoluzione, si ostacolavano a vicenda al fine di accaparrarsi migliori vantaggi per la propria nazione<ref name=Wootten-p7-9 />. Il [[1° marzo]], Napoleone sbarcò con un pugno di seguaci nel sud della Francia, iniziando la marcia verso nord; i reparti inviati a contrastarlo si ammutinarono uno dopo l'altro, passando in massa dalla sua parte. Il [[20 marzo]], al termine di una vera e propria marcia trionfale, Napoleone fece il suo ingresso a Parigi senza sparare un colpo, mentre il re Luigi si rifugiava a [[Bruxelles]]. Il ritorno di Napoleone aveva però avuto l'effetto di ricompattare il fronte degli alleati, che iniziarono ad ammassare truppe ai confini francesi; per la fine di maggio cinque armate alleate erano in via di organizzazione per complessivi 700.000 uomini mobilitati, a cui i francesi potevano opporne solo 270.000<ref>[[#Gerosa1995|Gerosa 1995]], p. 489</ref>.
 
[[File:Waterloo campaign map it.jpg|left|thumb|Mappa della campagna di Waterloo]]
 
Napoleone aveva bisogno di un chiaro successo militare per ricompattare il fronte interno francese, dove sussistevano ancora sacche di resistenza monarchica; una rapida vittoria avrebbe inoltre potuto mandare in crisi la coalizione, riaccendendo le rivalità non ancora sopite tra gli alleati<ref name=Wootten-p7-9 />. Ai primi di giugno, il neo-rinominato imperatore lasciò Parigi alla testa di un esercito di 128.000 diretto in [[Belgio]], dove si trovavano due armate alleate: l'armata anglo-olandese del duca di Wellington e l'armata prussiana del generale Blücher; il piano di Napoleone consisteva nell'incunearsi tra le due armate alleate, per poi batterle separatamente. Il [[16 giugno]] Napoleone sconfisse i prussiani nella [[battaglia di Ligny]], anche se Blücher riuscì ad organizzare una ritirata coordinata; contemporaneamente, l'ala sinistra francese sotto il maresciallo Ney aveva affrontato gli anglo-olandesi nella [[battaglia di Quatre-Bras]], senza ottenere un chiaro successo ma obbligandoli alla ritirata. Napoleone distaccò un contingente sotto il maresciallo [[Emmanuel di Grouchy|Grouchy]] con il compito di mantenere la pressione sui prussiani, mentre lui stesso conduceva il resto dell'armata contro Wellington. Il [[18 giugno]] i due eserciti si affrontarono nella celebre [[battaglia di Waterloo]]: le truppe anglo-olandesi, arroccate su una serie di colline, resistettero disperatamente agli assalti francesi, fino a che nel pomeriggio non sopraggiunse parte dell'armata prussiana di Blücher, che era riuscito ad eludere l'iniseguimento da parte di Grouchy; le due forze alleate congiunte furono quindi in grado di infliggere una severa sconfitta all'armata di Napoleone.
 
Sebbene esistessero i presupposti per continuare la guerra (nei dintorni di Parigi c'erano ancora 150.000 uomini in fase di addestramento), Napoleone si vide ben presto privare del supporto politico da parte dell'Assemblea Generale francese<ref>[[#Wootten1998|HWootten 1998]], p. 88</ref>; il [[22 giugno]] Napoleone abdicò per la seconda volta, consegnadosi poi ai britannici il [[15 luglio]] seguente. I monarchi alleati decisero di esiliarlo il più lontano possibile dall'Europa, nella remota isoletta di [[Sant'Elena (isola)|Sant'Elena]]; quì Napoleone troverà infine la morte il [[5 maggio]] [[1821]].
 
 
 
Dopo questo contrattempo, Napoleone abbandonò momentaneamente il progetto di invasione e pose la sua attenzione nei confronti dei suoi nemici del Continente. L'esercito francese lasciò Boulogne e si trasferì in Austria.<ref name=napo2/>
 
La serie di conflitti navali e coloniali, compresa la cosiddetta "azione del 1805", dove tre [[Vascello|vascelli]] francesi attaccarono un vascello di linea ed uno da carico inglesi, portarono Napoleone alla decisione di annullare i suoi piani per invadere l'Inghilterra. Questo era anche un chiaro segno della nuova natura della guerra, caratterizzata inoltre da una certa "mondialità" portata dai conflitti nei Caraibi. L'unico precedente di un conflitto tanto ampio era stata la [[guerra dei sette anni]].
 
[[File:Austerlitz-baron-Pascal.jpg|thumb|left|[[Battaglia di Austerlitz]] ([[1805]])]]
 
Nell'aprile del 1805, il Regno Unito e la Russia firmarono un trattato per espellere i francesi da [[Olanda]] e [[Svizzera]]. L[Austria si unì all'alleanza dopo l'annessione di [[Genova]] da parte dei francesi e la proclamazione di Napoleone [[Regno d'Italia (1805-1814)|Re d'Italia]]. Gli austriaci cominciarono la guerra invadendo la [[Baviera]] con un esercito di circa 70.000 uomini sotto il comando di [[Karl Mack von Leiberich]] e l'esercito francese uscì da Boulogne alla fine di luglio del 1805 per affrontarli. Nella [[battaglia di Ulma]] ([[25 settembre]] - [[20 ottobre]]), Napoleone tentò di battere l'esercito di Mack con una brillante manovra avvolgente, forzando la sua resa senza sostanziali perdite. Con l'esercito principale dell'Austria battuto a nord delle [[Alpi]], un altro esercito a sud sotto il comando dell'[[Carlo d'Austria-Teschen|Arciduca Carlo d'Austria]], aveva affrontato l'esercito di [[Andrea Massena]] in Italia con risultati poco concludenti e Napoleone poté così occupare Vienna. Lontano dalle sue linee di rifornimento, in [[Moravia]], affrontò nella [[battaglia di Austerlitz]] un esercito austro-russo numericamente superiore al suo e lo sconfisse mentre era al suo comando [[Mikhail Kutuzov]] assieme agli imperatori [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]] e [[Alessandro I di Russia]]. L'esercito francese si mantenne inizialmente sulla difensiva nelle alture di Pratzen, invogliando così il nemico ad attaccare, ma proprio quando questo tentò la manovra di accerchiamento Napoleone dispose un attacco fulmineo che portò alla vittoria<ref name=napo2/> costata 7.000 perdite a fronte delle 25.000 subite dalla coalizione.
 
Dopo Austerlitz, l'Austria firmò il [[trattato di Pressburg]], lasciando la coalizione cedendo [[Venezia]] al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia napoleonico]] e del [[Tirolo]] alla Baviera. Con la ritirata dell'Austria dalla guerra, sopravvenne una stagnazione delle ostilità. L'esercito napoleonico aveva un record di vittorie imbattibili in terra, ma la forza principale dell'esercito russo non era entrata ancora in gioco.