Utente:Franz van Lanzee/Sandbox 2: differenze tra le versioni

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Questa '''lista degli assi di U-Boote''' contiene l'elenco dei comandanti di [[U-Boot]] [[Germania|tedeschi]] (sia della [[prima guerra mondiale|prima]] che della [[seconda guerra mondiale]]) generalmente considerati degli "assi degli U-Boote"; questa qualifica, sebbene meno "ufficiale" della corrispondente qualifica di "[[asso dell'aviazione]]", viene generalmente attribuita ai comandanti che nel corso della loro carriera affondavano in combattimento navi mercantili per un totale superiore alle 100.000 [[tonnellate]] di [[Stazza|stazza lorda]]<ref>{{cita web|url=http://www.uboat.net/men/aces/|titolo=u-boat.net - Top U-boat Aces|accesso=29 gennaio 2011}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.uboataces.com/history-personalities.shtml|titolo=German U-Boats - U-Boat Aces|accesso=29 gennaio 2011}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.axishistory.com/index.php?id=2270|titolo=axishistory.com - U-Boat aces|accesso=29 gennaio 2011}}</ref>.
== Premesse ==
=== La prima coalizione ===
{{vedi anche|rivoluzione francese|prima coalizione}}
Gli eventi della [[rivoluzione francese]], e le mire espansionistiche avviate dal nuovo governo francese, avevano molto allarmato le principali potenze europee, timorose che gli effetti della rivoluzione si potessero estendere anche ai loro stati; a seguito della dichiarazione di guerra della Francia al [[Sacro Romano Impero Germanico]] del [[20 aprile]] [[1792]], [[Austria]], [[Prussia]], [[Gran Bretagna]], [[Spagna]], [[Portogallo]], [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] e [[Regno di Napoli]] diedero vita alla [[prima coalizione]] antifrancese, e la neonata Repubblica si ritrovò assalita su tutti i fronti. La guerra ebbe un andamento altalenante: dopo una serie di insuccessi iniziali, l'esercito francese passò al contrattacco ed inflisse numerose sconfitte ai coalizzati; il vecchio esercito regio, composto di soldati professionisti, venne rimpiazzato con un'armata composta da [[servizio militare|coscritti]], ed il [[Direttorio]] (l'organo di vertice istituito dopo il [[regime del Terrore]]) scatenò una guerra totale contro le potenze europee. Nel giro di pochi anni, la Francia si annettè i [[Paesi Bassi austriaci]] e la [[Renania]], invase le [[Repubblica delle Sette Province Unite|Province Unite]] e le trasformò in uno [[stato fantoccio]] (la [[Repubblica Batava]]), obbligò la Prussia ad uscire dal conflitto e convinse la Spagna a passare dalla sua parte; una serie di [[Guerre di Vandea|violente rivolte realiste]] in [[Vandea]] vennero selvaggiamente domate tra il [[1793]] ed il [[1796]].
 
L'elenco è ordinato in ordine discendente in base alle tonnellate di naviglio mercantile affondato o danneggiato, NON considerando le eventuali unità da guerra silurate; le cifre indicate sono quelle rintracciate su fonti diverse, ma non possono essere considerate dei valori assoluti ed indiscutibili, in quanto su alcune azioni vi è ancora dibattito tra gli storici.
Durante la guerra della prima coalizione, si mise rapidamente in luce un giovane ufficiale d'artiglieria di origine [[Corsica|corsa]], in forza all'esercito rivoluzionario francese: [[Napoleone Bonaparte]]. Dopo essersi distinto nel'[[assedio di Tolone]] e nella repressione dell'[[insurrezione del 13 vendemmiaio anno IV|Insurrezione del 13 vendemmiaio]], il giovane Napoleone si vide assegnare il comando dell' ''Armata d'Italia'' il [[2 marzo]] 1796, con il compito di invadere la penisola e assoggettarla alla Francia. Con una rapida azione, l'armata di Napoleone valicò le [[Alpi]] ed in un mese sconfisse ripetutamente le forze congiunte dell'Austria e del Regno di Sardegna, obbligando quest'ultimo a chiedere la pace e a ritirarsi dal conflitto nell'[[aprile]] del 1796; neutralizzato uno dei nemici della Francia, Napoleone si gettò quindi sugli austriaci, infliggendo loro una sconfitta dietro l'altra nelle battaglie [[Battaglia di Lodi|di Lodi]] ([[10 maggio]] 1796), [[Battaglia del Ponte di Arcole|di Arcole]] ([[17 novembre]] 1796) e [[Battaglia di Rivoli|di Rivoli]] ([[15 gennaio]] [[1797]]). Obbligata alla resa la piazzaforte austriaca di [[Mantova]], l' ''Armata d'Italia'' invase quindi il [[Tirolo]], arrivando a minacciare [[Vienna]]; fu Napoleone stesso, scavalcando il Direttorio, a negoziare il successivo [[trattato di Campoformio]] il [[17 ottobre]] 1797, con cui obbligò l'Austria a ritirarsi dalla coalizione e a riconosciere lo stato fantoccio instaurato dai francesi nel nord Italia, la [[Repubblica Cisalpina]]<ref name=napo>{{cita web|nome=Antonio|cognome=Spoto|url=http://www.pdsm.altervista.org/napoleone1.html|titolo=Napoleone Bonaparte - 1ª parte|opera=pdsm.altervista.org|accesso=25 ott 2010}}</ref>.
 
== Prima guerra mondiale ==
{{vedi anche|campagna d'Egitto}}
Assi degli U-Boote della [[Kaiserliche Marine]].
Con l'Austria fuori dal conflitto, solo la Gran Bretagna rimaneva in armi contro la Francia; riconoscendo l'impossibilità di un attacco diretto a causa della superiorità della [[Royal Navy]] britannica sulla disastrata flotta francese, Napoleone consigliò il Direttorio di inviare la sua armata alla conquista dell'[[Egitto]], onde portare la minaccia ai collegamenti con la più importante delle colonie britanniche, l'[[India]]<ref name=napo/>. Il [[2 luglio]] [[1798]] i francesi sbarcarono ad [[Alessandria d'Egitto]], ed in breve tempo si assicurarono il controllo del paese; tuttavia, nella notte tra il [[1° agosto|1°]] ed il [[2 agosto]] seguente, la flotta francese subì una disastrosa sconfitta nella [[battaglia del Nilo (1798)|battaglia del Nilo]] ad opera dell'[[ammiraglio]] britannico [[Horatio Nelson]], e l'armata di Napoleone si ritrovò così isolata dalla madrepatria.
 
{| class="wikitable" width="100%"
=== La seconda coalizione ===
|+ Assi degli U-Boote della prima guerra mondiale
{{vedi anche|seconda coalizione}}
|-
La situazione volgeva contro la Francia anche in Europa: ai primi di gennaio del [[1799]] si formò una [[seconda coalizione]] antifrancese, che riuniva Gran Bretagna, Austria, Russia, Regno di Napoli ed [[Impero ottomano]]. Le truppe della coalizione iniziarono una serie di offensive contro i francesi in Egitto, in Germania, in [[Svizzera]] e soprattutto in Italia, dove un grosso esercito austro-russo guidato dal [[generale]] [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov|Suvorov]] colse un successo dopo l'altro, cancellando in pochi mesi tutte le conquiste fatte da Napoleone; in aggiunta a ciò, la Francia si trovava in [[bancarotta]] ed i partiti monarchici andavano acquisendo sempre più popolarità. Informato della gravità della situazione, Napoleone lasciò in gran segreto il suo esercito in Egitto, ed il [[9 ottobre]] 1799 rientrò in Francia, accolto entusiasticamente dalla popolazione. Avverso ad ogni politica di pace, il [[9 novembre]] seguente il generale, grazie all'appoggio datogli dai membri del Dirrettorio [[Roger Ducos|Ducos]] e [[Emmanuel Joseph Sieyès|Sieyès]], condusse un [[colpo di stato]] militare (il così detto "[[Colpo di Stato del 18 brumaio]]") che portò all'abolizione del Direttorio stesso ed all'istituzione del regime del [[Consolato (Francia)|Consolato]]; facendosi nominare [[primo console]], Napoleone era ora di fatto il padrone politico della Francia<ref name=napo/>.
! #
! Nome
! Pattugliamenti
! Navi affondate
! width="100px" | Tonnellate affondate
! Navi danneggiate
! width="100px" | Tonnellate danneggiate
! Note
|-
| 1
| [[Lothar von Arnauld de la Perière]]<ref>[http://www.uboat.net/wwi/men/commanders/10.html u-boat.net - Lothar von Arnauld de la Perière]</ref>
| 14
| 193
| 453.368 t
| 8
| 34.312 t
| Comandò i battelli [[U 35]] ed [[U 139]]. Al totale vanno aggiunte 2 navi da guerra affondate per complessive 2.500 t; 19 delle navi affondate ed una delle navi danneggiate appartenevano a nazioni [[Neutralità|neutrali]]<ref>[http://www.uboat.net/wwi/boats/successes/u35.html Ships hit by U 35]</ref><ref>[http://www.uboat.net/wwi/boats/successes/u139.html Ships hit by U 139]</ref>. Insignito della [[Pour le Mérite]]<ref>[http://www.histomar.net/arnauld/htm/14-18.htm histomar.net - Lothar von Arnauld de la Perière]</ref>.
|
|-
| 2
| [[Walther Forstmann]]<ref>[http://www.uboat.net/wwi/men/commanders/75.html u-boat.net - Walther Forstmann]</ref>
| 47
| 148
| 390.797 t
| 7
| 30.552 t
| Comandò i battelli [[U 12]] ed [[U 39]]. Al totale vanno aggiunte una nave da guerra affondata (la [[cannoniera]] [[Regno Unito|britannica]] HMS ''Niger'') di 810 t, ed una nave mercantile catturata (la [[danimarca|danese]] ''Olga'') di 798 t; 15 delle navi affondate ed una delle navi danneggiate appartenevano a nazioni neutrali<ref>[http://www.uboat.net/wwi/boats/successes/u39.html u-boat.net - Ships hit by U 39]</ref>. Insignito della [[Pour le Mérite]].
|-
| 3
| [[Max Valentiner]]<ref>[http://www.uboat.net/wwi/men/commanders/373.html u-boat.net - Max Valentiner]</ref>
| *
| 143
| 298.773 t
| 5
| 22.301 t
| Comandò i battelli [[U 38]] ed [[U 157]]. Al totale vanno aggiunte una nave da guerra affondata di 680 t, una nave da guerra danneggiata (l'[[incrociatore corazzato]] britannico [[HMS Roxburgh (1904)|HMS ''Roxburgh'']]) di 10.850 t, e tre navi mercantili catturate per complessive 3.550 t; 15 delle navi affondate appartenevano a nazioni neutrali<ref>[http://www.uboat.net/wwi/boats/successes/u38.html u-boat.net - Ships hit by U 38]</ref><ref>[http://www.uboat.net/wwi/boats/successes/u157.html u-boat.net - Ships hit by U 157]</ref>. Insignito della [[Pour le Mérite]].
|-
| 4
| [[Otto Steinbrinck]]
| *
| 205
| 234,362 t
| 10
| 60.669
| Comandò i battelli [[U 6]], [[UB 10]], [[UB 18]], [[UC 65]] ed [[UB 57]]. Al totale vanno aggiunte una nave da guerra affondata (l'incroiatore britannico [[HMS Ariadne]]) di 11.150 t, ed una nave da guerra danneggiata di 850 t; <ref>[http://www.uboat.net/wwi/boats/successes/ub10.html u-boats.net - Ships hit by UB 10]</ref><ref>[http://www.uboat.net/wwi/boats/successes/ub18.html u-boats.net - Ships hit by UB 18]</ref><ref>[http://www.uboat.net/wwi/boats/successes/uc65.html u-boats.net - Ships hit by UC 65]</ref>
|-
| 5
| [[Hans Rose]]
| *
| 79
| 213,900 tons
|
|
|-
| 6
| [[Walther Schwieger]]
| 34
| 49
| 183,883 tons
|
|
|-
| 7
| [[Reinhold Saltzwedel]]
| *
| 111
| 170,526 tons
|
|
|-
| 8
| [[Johannes Lohs]]
| *
| *
| 165,000 tons
|
|
|-
| 9
| [[Waldemar Kophamel]]
| *
| 54
| 148,852 tons
|
|
|}
 
La situazione militare andava intanto migliorando: sul finire del 1799, l'avanzata di Suvorov era stata bloccata nella [[seconda battaglia di Zurigo]] ad opera del generale [[Andrea Massena]], mentre l'[[invasione anglo-russa dell'Olanda]] si era conclusa con una cocente disfatta per i coalizzati; alla luce di queste sconfitte e dei continui dissidi con gli alleati britannici, lo [[zar]] [[Paolo I di Russia|Paolo I]] decise di ritirarsi unilateralmente dall'alleanza, lasciando la sola Austria a confrontarsi con i francesi sul continente. Napoleone riorganizzò rapidamente le forze francesi e, affidato al generale [[Jean Victor Marie Moreau|Moreau]] il compito di trattenere gli austriaci in Germania, condusse un'armata di [[Riserva militare|riservisti]] in Italia contro le forze del generale [[Michael von Melas|Melas]]. Atteso al [[Colle del Moncenisio|passo del Moncenisio]], valicò invece le [[Alpi]] al [[Colle del Gran San Bernardo|passo del Gran San Bernardo]] il [[24 maggio]] [[1800]], e costrinse alla resa il [[Forte di Bard]] con un attacco a sorpresa<ref name=napo/>. Dopo aver catturato [[Milano]] senza combattere, l'armata di Napoleone affrontò gli austriaci nella [[battaglia di Marengo]] il [[14 giugno]] seguente: la battaglia iniziò male per i francesi, ed avrebbe potuto trasformarsi in una cocente disfatta per Napoleone se nel pomeriggio non fossero sopraggiunti i rinforzi capitanati dal generale [[Louis Charles Antoine Desaix|Desaix]]; la sua furiosa carica contro l'ala destra austriaca provocò la rotta dell'armata di Melas, anche se lo stasso Desaix rimase ucciso nelle fasi finali della battaglia<ref name=napo/>. Sebbene non decisiva ai fini del conflitto, la vittoria dei francesi a Marengo obbligò gli austriaci ad abbandonare per la seconda volta l'Italia. Il [[3 dicembre]] 1800, il generale Moreau ottenne finalmente una vittoria decisiva sugli austriaci nella [[battaglia di Hohenlinden]]; ormai allo stremo, il [[9 febbraio]] [[1801]] l'Austria si ritirò dal conflitto con la firma del [[trattato di Lunéville]].
 
=== Il trattato di Amiens ===
{{vedi anche|trattato di Amiens (1802)}}
Solo la Gran Bretagna (diventata, dal [[1° gennaio]] 1801 "Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda") rimaneva in armi contro la Francia. Una spedizione militare britannica riuscì a costringere alla resa le residue forze francesi in Egitto sul finire dell'agosto del 1801, ma i britannici non disponevano di forze di terra sufficienti per inisidiare il controllo francese sul continente; al tempo stesso, però, la netta superiorità acquisita dalla Royal Navy sul mare, ulteriormente rafforzata dopo la vittoria sulla flotta [[Danimarca|danese]] nella [[battaglia di Copenaghen (1801)|battaglia di Copenaghen]] ([[2 aprile]] 1801)<ref>[[#Gerosa1995|Gerosa 1995]], p. 284</ref>, precludeva ai francesi qualsiasi ipotesi di invasione delle isole britanniche: con circa 600 navi da guerra di vario genere che bloccavano con delle squadre di dimensioni variabili ogni base navale o porto di una certa importanza del territorio francese o da loro occupato, la flotta britannica impediva praticamente qualsiasi rifornimento o movimento della flotta avversaria e financo le più semplici operazioni di addestramento in mare, e contemporaneamente scortava imponenti convogli mercantili che rifornivano e trasportavano gli eserciti alleati impegnati nelle operazioni contro la Francia. Stante questa situazione di equilibrio, ai due contendenti non restò altro che la via dei negoziati; il [[25 marzo]] [[1802]] venne quindi firmato il [[trattato di Amiens (1802)|trattato di Amiens]], che sanciva la conclusione delle ostilità.
 
La pace di compromesso sancita ad Amiens lasciava scontenti entrambi i contendenti, che ben presto si rinfacciarono reciprocamente violazioni del trattato: da un lato, Napoleone influenzò pesantemente le elezioni tenutesi nella Repubblica Batava, oltre a farsi eleggere (con un vero e proprio [[diktat]]) presidente della [[Repubblica Italiana (1802-1805)|Repubblica Italiana]]<ref>[[Indro Montanelli]], ''Storia d'Italia'', vol. 4 ''1789 - 1831'', RCS Libri S.p.A., 2006, pp. 106-111. ISBN Non disponibile</ref>; dall'altro lato, il Regno Unito era riluttante a cedere la strategica isola di [[Malta]] per restituirla ai suoi precedenti proprietari, i [[Cavalieri Ospitalieri]]. La situazione si fece progressivamente insostenibile, ed il [[18 maggio]] [[1803]] il Regno Unito dichiarò formalmente guerra alla Francia<ref>[[#Gerosa1995|Gerosa 1995]], p. 292</ref>, dando così inizio alle "guerre napoleoniche" vere e proprie.
 
== Storia delle guerre napoleoniche ==
=== Trafalgar e Austerlitz ===
{{vedi anche|terza coalizione}}
[[File:NapoleanCoronationDavid.jpg|thumb|right|Napoleone incorona nella [[cattedrale di Notre Dame]] di Parigi sua moglie [[Giuseppina di Beauharnais|Giuseppina]] davanti al Papa, opera di [[Jacques-Louis David]] ]]
Napoleone aveva impiegato il tempo concessogli dalla temporanea tregua con il Regno Unito per rinforzare il suo controllo politico sulla Francia: il [[18 maggio]] [[1804]] il Senato proclamò ufficialmente la costituzione dell'[[Primo Impero francese|Impero francese]], e Napoleone stesso si auto-incornò imperatore il [[2 dicembre]] seguente, dopo essersi riappacificato con il [[Papa Pio VII]] grazie al [[concordato del 1801]]<ref name=napo/>. Il nuovo scontro con il Regno Unito inizialmente si concretizzò in una serie di azioni navali, ma per la metà del 1804 Napoleone ammassò un'armata di 150.000 uomini a [[Boulogne-sur-Mer|Boulogne]], in vista di un'invasione delle isole britanniche<ref name=napo2>{{cita web|nome=Antonio|cognome=Spoto|url=http://www.pdsm.altervista.org/napoleone2.html|titolo=Napoleone Bonaparte - 2ª parte|opera=pdsm.altervista.org|accesso=26 ott 2010}}</ref>; per attraversare il [[La Manica|canale della Manica]], tuttavia, era necessario allontanare da esso le navi della Royal Navy, e per tale ragione il neo-imperatore elaborò un complesso piano per attirare verso ovest la flotta britannica<ref name=Chandler1990-pp6-8>[[#Chandler1990|Chandler 1990]], pp. 6-8</ref>.
 
Il [[30 marzo]] [[1805]], eludendo il blocco britannico, l'ammiraglio [[Pierre Charles Silvestre de Villeneuve|Villeneuve]] lasciò Tolone con una parte della flotta francese, e, dopo aver agganciato uno squadrone di navi spagnole alleate al largo delle coste iberiche, si diresse verso le [[Antille]]. Una volta in zona, l'ammiraglio doveva ricongiungersi con una seconda squadra salpata da [[Brest (Francia)|Brest]] e minacciare le locali colonie britanniche, al fine di attirarvi le navi della Royal Navy; fatto questo, la squadra franco-spagnola avrebbe riattraversato l'Atlantico, sgombrato la Manica e protetto l'attraversamento dell'armata francese. Villeneuve raggiunse la [[Martinica]] il [[12 maggio]], ma non vi trovò lo squadrone di Brest, rimasto bloccato dai britannici; informato dell'arrivo in zona della flotta dell'ammiraglio Nelson, Villeneuve salpò alla volta dell'Europa il [[9 giugno]], sempre inseguito dai britannici. Al suo rientro nelle acque europee, il [[21 luglio]] Villeneuve venne coinvolto in uno scontro violento ma non decisivo con uno squadrone britannico [[Battaglia di Capo Finisterre|al largo di Capo Finisterre]], e decise di ripiegare verso i porti spagnoli; contravvenendo alle istruzioni di Napoleone<ref name=Chandler1990-pp6-8/>, l'ammiraglio si diresse a sud verso il porto di [[Cadice]], dove rimase assediato dalla squadra di Nelson nel frattempo sopraggiunta.
 
L'imbottigliamento della flotta di Villeneuve comportò l'abbandono del piano di invasione delle isole britanniche<ref name=napo2/>, anche perché nuovi sviluppi stavano avendo luogo sul continente. L'instaurazione del regime imperiale aveva destato forti preoccupazioni nelle corti europee, timorose che ciò fosse il preludio ad una nuova fase di espansione francese; i rapporti sempre tesi tra Francia ed Austria peggiorarono decisamente dopo la decisione di Napoleone di incoronarsi sovrano del neo-costituito [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]], mentre il nuovo zar russo [[Alessandro I di Russia|Alessandro I]] mostrava un atteggiamento ostile nei confronti dell'imperatore<ref name=Chandler1990-pp6-8/>. Dopo lunghe negoziazioni e grazie alla mediazione del primo ministro britannico [[William Pitt il Giovane|William Pitt]], nell'aprile del 1805 Regno Unito, Austria, Russia e Regno di Napoli diedero vita alla [[terza coalizione]] antifrancese, ed iniziarono ad ammassare le forze in vista dell'imminente conflitto.
 
Le ostilità vennero aperte dall'Austria: il [[10 agosto]] 1805, un esercito austriaco sotto il generale [[Karl Mack von Leiberich|Mack]] invase la [[Baviera]], alleata dei francesi, e si attestò nei pressi di [[Ulma]], in attesa dell'arrivo dei russi del generale [[Michail Illarionovič Kutuzov|Kutuzov]] in lenta avanzata da est; Napoleone reagì rapidamente a questa minaccia, ed il [[25 agosto]] i primi reparti francesi lasciarono Boulogne alla volta della Germania meridionale. L'esercito francese era stato profondamente riorganizzato durante il periodo di pace<ref name=Chandler1990-pp25-27>[[#Chandler1990|Chandler 1990]], pp. 25-27</ref>: invece di essere divise in più armate indipendenti come ai tempi della rivoluzione, le truppe francesi erano ora riunite in un'unica ''[[Grande Armée]]'' sotto il diretto controllo di Napoleone; unità operative fondamentali erano i [[Corpo d'armata|Corpi d'armata]], comandati da un [[Maresciallo dell'Impero|Maresciallo]] o da un generale superiore, e comprendenti tutte le armi (fanteria, cavalleria ed artiglieria): ciascun corpo d'armata, la cui composizione non era mai fissa ma poteva mutare a seconda delle circostanze richieste, era una sorta di esercito in miniatura, capace di contenere da solo un avversario in attesa dell'arrivo di ulteriori forze<ref name=Chandler1990-pp25-27/>. Marciando separatamente ma in maniera strettamente coordinata, i sette corpi d'armata francesi piombarono inaspettatamente sulle forze di Mack da nord, aggirarono il loro fianco destro ed accerchiarono l'armata austriaca, [[Battaglia di Ulma|obbligandola alla resa]] il [[20 ottobre]]; in due settimane, senza mai doversi impegnare in battaglie di vaste proporzioni e perdendo solo 2.000 uomini, Napoleone aveva costretto alla resa la principale armata austriaca, prendendo quasi 60.000 prigionieri<ref name=Chandler1990-pp15-16>[[#Chandler1990|Chandler 1990]], pp. 15-16</ref>.
 
[[File:Austerlitz-baron-Pascal.jpg|thumb|left|La [[battaglia di Austerlitz]] ]]
Il successo di Ulma era stato netto, ma pochi giorni dopo la grande vittoria Napoleone ricevette pessime notizie provenienti dalla Spagna: il [[21 ottobre]], durante un maldestro tentativo di lasciare Cadice, Villeneuve era stato ingaggiato dalla flotta di Nelson e pesantemente sconfitto nella [[battaglia di Trafalgar]]; nonostante lo stesso Nelson fosse rimasto ucciso nello scontro, la flotta franco-spagnola era uscita semidistrutta dallo scontro, lasciando così la Royal Navy padrona dei mari ancora una volta<ref name=Chandler1990-pp15-16/>. In aggiunta a ciò, l'armata di Kutuzov era riuscita ad eludere l'inseguimento dei francesi ed a ritirasi in [[Boemia]], dove si ricongiunse con ulteriori forze russe giunte in rinforzo; la ''Grande Armée'' fu così costretta ad innoltrarsi nelle regioni interne dell'impero austriaco, distaccando numerose forze per proteggere le sue fragili linee di comunicazione. Il [[2 dicembre]] 1805 i due eserciti si affrontarono nella [[battaglia di Austerlitz]]: nonostante l'inferiorità numerica, i francesi arrestarono gli attacchi degli austro-russi contro il loro fianco destro, per poi sfondare al centro ed accerchiare l'ala sinistra nemica, spazzandola via. L'armata dei coalizzati uscì distrutta dalla battaglia, con la perdita di 27.000 uomini tra morti e prigionieri, contro la perdita di 9.000 uomini in campo francese<ref>[[#Chandler1990|Chandler 1990]], p. 83</ref>.
 
La battaglia di Austerlitz decise in pratica l'esito del conflitto: il [[4 dicembre]], stremata dalle sconfitte, l'Austria chiese ed ottenne un [[armistizio]], preludio alla firma del [[trattato di Pressburg]] il [[26 dicembre]] seguente: gli austriaci lasciarono la coalizione, cedendo il [[Veneto]] al Regno d'Italia ed il [[Tirolo]] alla Baviera.
 
 
 
 
 
 
* <cite id=Haythornthwaite2005> </cite>Philip Haythornthwaite, ''Le grandi battaglie napoleoniche'', Osprey Publishing, 2005. ISBN 84-9798-181-2
 
* <cite id=Chandler1990> </cite>David G. Chandler, [http://www.ospreypublishing.com/store/Austerlitz-1805_9780850459579 ''Austeritz 1805''], Osprey Publishing, 1990. ISBN 978-0-85045-957-9
 
* <cite id=Chandler1993> </cite>David G. Chandler, [http://www.ospreypublishing.com/store/Jena-1806_9781855322851 ''Jena 1806''], Osprey Publishing, 1993. ISBN 978-1-85532-285-1
 
* <cite id=Gerosa1995> </cite>Guido Gerosa, ''Napoleone'', Mondadori, 1995. ISBN 88-04-41829-X
 
* <cite id=Fletcher1997> </cite>Ian Fletcher, [http://www.ospreypublishing.com/store/Salamanca-1812_9781855326040 ''Salamanca 1812''], Osprey Publishing, 1997. ISBN 978-1-85532-604-0
 
* <cite id=Castle1994> </cite>Ian Castle, [http://www.ospreypublishing.com/store/Aspern-&-Wagram-1809_9781855323667 ''Aspern e Wagram 1809''], Osprey Publishing, 1994. ISBN 978-1-85532-366-7
 
* <cite id=Hofschroer1993> </cite>Peter Hofschroer, [http://www.ospreypublishing.com/store/Leipzig-1813_9781855323544 ''Lipsia 1813''], Osprey Publishing, 1993. ISBN 978-1-85532-354-4
 
* <cite id=Wootten1992> </cite>Geoffrey Wootten, [http://www.ospreypublishing.com/store/Waterloo-1815_9781855322103 ''Waterloo 1815''], Osprey Publishing, 1992. ISBN 978-1-85532-210-3
 
<references/>