Roberto Farinacci: differenze tra le versioni
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Figlio di un commissario di [[pubblica sicurezza]], a otto anni seguì la famiglia al nord, a [[Tortona]] in [[Piemonte]] prima, quindi a [[Cremona]]. Lasciò presto la scuola per cercarsi un lavoro, che trovò all'età di 17 anni nelle [[ferrovia|ferrovie]] di [[Cremona]]; sarebbe restato ferroviere per 12 anni.
Si avvicinò giovanissimo alla [[politica]] e si occupò della riorganizzazione del [[sindacato]] [[agricoltura|contadino]] [[socialismo|socialista]]. Nel frattempo iniziò a collaborare con ''[[Il Popolo d'Italia]]'' di [[Benito Mussolini]] come corrispondente da [[Cremona]]. Subito dopo la [[prima guerra mondiale]], alla quale partecipò come volontario
In seguito riuscì a conseguire in breve tempo la licenza liceale e, grazie all'aiuto del prof. Alessandro Groppali, ricevette la laurea in [[Giurisprudenza]] con una tesi "''Le obbligazioni naturali dal punto di vista della filosofia del diritto e del diritto civile''" che era stata comprata da un altro studente che aveva discusso la medesima tesi pochi anni prima<ref>[[Silvio Bertoldi]], ''Farinacci più fascista del Duce'' - in Storia Illustrata n° 188 Luglio 1973, pag. 42: "Presentò la tesi all'Università di Modena, discutendo "Le obbligazioni naturali dal punto di vista della filosofia del diritto e del diritto civile". Si scoprì nel 1930 che aveva comprato tale lavoro da un tale Stefano Marenghi, di Cremona, il quale se ne era servito a sua volta per laurearsi in precedenza a Torino"</ref>.
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