Roberto Farinacci: differenze tra le versioni

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===La guerra===
{{Quote|Io ho la sensazione che la Germania in brevissimo tempo metterà in ginocchio la Polonia e procederà contro la linea Maginot che, sotto l'urto di mezzi ultrapotenti, cederà, lasciando ai tedeschi di arrivare in brevissimo tempo a Parigi. La Germania deve vincere in pochissimi mesi, altrimenti, se la guerra dovesse durare qualche anno, la vittoria arriderebbe sicuramente, sebbene dopo sacrifici enormi, all'Inghilterra e alla Francia, a cui gli Stati Uniti non negheranno in seguito il loro appoggio|Roberto Farinacci allo scoppio della seconda guerra mondiale<ref>[[Silvio Bertoldi]], ''Farinacci più fascista del Duce'' - in Storia Illustrata n° 188 Luglio 1973, pag. 48</ref>}}
Farinacci fu di fatto un convinto sostenitore della necessità di entrare in [[guerra]] e quando nel [[1939]] l'[[Italia]] traccheggiavatergiversava, rinviando le decisioni, assunse posizioni talmente accese che le si dovette spegnere con sequestri del suo giornale, controlli di [[polizia]] (fu in pratica seguito come un sovversivo) e faticosissimi richiami all'ordine di scuderia. Quando poi la [[seconda guerra mondiale|guerra]] fu dichiarata, Farinacci si diede al minuzioso controllo dei potenziali traditori, alla caccia dei [[doppio gioco|doppiogiochisti]] e delle [[spionaggio|spie]], inoltrando decine di rapporti su decine di (da lui) sospettati.
 
Nel [[1941]] fu inviato in [[Albania]], dove alcune relazioni sul personale e sull'organizzazione dell'[[esercito]], ingenuamente ma fedelmente indicanti imbarazzanti e pericolose magagne, dovettero essere intercettate e censurate prima che potessero cagionare danno. Su [[Pietro Badoglio]], e soprattutto sui suoi difetti, invece aveva inviato relazioni di grande esattezza, che furono forse la causa principale delle sue dimissioni.