Theodor Boveri: differenze tra le versioni

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La maggior parte della sua opera scientifica fu dedicata, come scrisse, allo studio di quei processi “per mezzo dei quali a partire da materiali della riproduzione forniti dai genitori sorge un nuovo individuo dotato di qualità definite” ovvero ai processi di [[ereditarietà]] e [[sviluppo]].Boveri approfondì le teorie di alcuni studiosi a lui contemporanei come [[Weismann]],[[Oskar Hertwing]],[[van Beneden]], usando per le sue ricerche l’uovo dell’[[Ascalis Megalocephala]] che conteneva 2 o 4 [[cromosomi]] grandi. Tramite ciò notò che l’[[uovo]] si divide e fornisce metà del suo materiale nucleare a quelli che definì “due corpi polari”. In questo modo ogni cromosoma risulta diviso a metà e poi ricompletato con mezzo cromosoma di provenienza spermatica che si aggiunge alla [[fecondazione]].
Nel [[1888]] coniò il concetto di [[centrosoma]] e ne dimostrò la sua funzione nello [[sviluppo]] dell’uovo fecondato.
Nel [[1900]] motivò con [[Walter Sutton]] la [[teoria cromosomica dell'ereditarietà]].In concluione dei questi studi egli capì che dal punto di vista morfologico i cromosomi sono “elementi organizzati autonomamente nella cellula”[[cellula]]” e passano da questa alle [[cellule figlie]] e da un [[individuo]] alla sua discendenza.
La domanda che si pose a quel punto fu se la totalità dell’informazionedell’[[informazione ereditaria]] fosse contenuta in ciascun singolo cromosoma o in esso fosse contenuto solo una porzione del [[materiale ereditario]].
Allora, tra il [[1901]] e il [[1905]] dopo vari esperimenti espose la tesi riguardante il significato differenziato dei [[cromosomi]]. Egli mostrò che le cellule sottoposte a diminuzione ( assorbimento di cromosomi ad opera del [[citoplasma]]) davano origine alle [[cellule somatiche]], quelle che invece non erano sottoposte a tale [[processo]] davano origine alle [[cellule germinali]].