Gaio Trebazio Testa: differenze tra le versioni

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La questione ritorna poco dopo,<ref>[http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Cic.+Fam.+7.10 ''ad familiares'' 7.10.2].</ref> quando Cicerone parla dei rischi del disimpegno civico di Trebazio, in relazione al suo ruolo di patrono di [[Ulubrae]], i cui cittadini, in nome dell'amicizia tra i due, saputa della presenza dell'oratore di [[Arpino]], si erano mobilitati nel dare un'entusiastica accoglienza.<ref>L'accoglienza degli ulubrani intenti a rendergli onore, viene comicamente resa con l'immagine [[fabula atellana|fabulistica]] di un'[[orda]] di ranocchi gracidanti, in una lettera di poco successiva ([http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Cic.+Fam.+7.18 ''ad familiares'' 7.18]).</ref>
 
Nelle stesse righe, Cicerone già si mostrava perplesso alla notizia di un suo precedente avvicinamento, sulla scia di Selius,<ref>Sellius, comune amico dei due, fu un oratore le cui doti non sono ritenute eccelse da Cicerone (Cic. ''ad familiares'' [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Cic.+Fam.+7.32 7.32]).</ref> alla [[Nuova accademia]] dello [[scetticismo filosofico|scettico]] [[Carneade]], una tradizione filosofica un tempo seguita e apprezzata da Cicerone, ma dalla quale, come si evince indirettamente anche dalla lettera, egli aveva preso le distanze in favore di una sua particolare interpretazione dello [[stoicismo]].
 
Ebbe poi una notevole reputazione come maestro di [[Marco Antistio Labeone]],<ref>Pomp. ''Enchiridion'', in: ''[[Pandette]]'' ([http://www.thelatinlibrary.com/justinian/digest1.shtml Libro I, 2.2.47]).</ref> che avrebbe ricoperto un ruolo importante nella cruciale fase di svolta che portò dalla [[repubblica romana]] al [[principato (storia romana)|principato]]: nelle accanite dispute dottrinarie che divisero in fazioni i giureconsulti dell'epoca, Labeone sarà l'iniziatore di quella corrente innovatrice che sarebbe stata detta dei [[Proculiani]].