Luna bugiarda: differenze tra le versioni
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==Trama==
Autunno del 1943. Rientrato dalla campagna di [[Russia]] il maggiore della [[Wehrmacht]] Martin Bora riceve una nuova assegnazione: sarà di stanza nell'[[Italia settentrionale]] a [[Lago]], una località del [[Veneto]]. <br/> All'inizio di [[settembre]], poco dopo l'[[Armistizio]], l'auto su cui si trova Martin Bora diviene bersaglio di un attacco partigiano: gravemente ferito, il maggiore perde la mano sinistra e inizia un lungo calvario fisico tenuto a stento sotto controllo dalla grande forza di volontà. Tutto questo non gli impedisce comunque di continuare a svolgere il suo lavoro, che consiste sostanzialmente nel pattugliamento del territorio e nell'occasionale appoggio ad altri reparti, [[SS]] comprese.<br/> Una delle richieste di collaborazione che gli vengono presentate risulta particolarmente sgradita: il centurione della locale Milizia [[Fascista]], De Rosa, lo esorta ad indagare sulla morte di Vittorio Lisi, notabile del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]], ufficialmente stroncato da infarto ma in realtà investito da persona ignota mentre si trovava sulla sedia a rotelle nel giardino della sua casa di campagna. <br/> Bora ha una buona esperienza investigativa, ma non vorrebbe immischiarsi in beghe locali: il centurione si comporta in modo arrogante, borioso e sgradevole, mentre la vicenda lascia intuire un retroscena piuttosto complesso: l'indagine tuttavia ha l'avvallo dei superiori che per bocca del colonnello dell'aviazione Habermehl - amico personale di Bora - non mancano di ricordare quanto sia necessario per i [[tedeschi]] tenersi buoni gli inaffidabili alleati [[italiani]] che, date le
==Personaggi==
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