Servio Sulpicio Rufo: differenze tra le versioni

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Si attribuiscono a lui centottanta libri giuridici,<ref>Wilhelm Siegmund Teuffel-Schwabe: Historia de la Literatura de Roma 174, 4</ref> ma sono noti solo i titoli di quattro, come le ‘'''Críticas a Quinto Mucio Escévola, Reprehensa Scaevoliae capita’'''. Non si conosce da quale brano è tratto direttamente, vi sono solo riferimenti secondari nelle opere di Cicerone e Quintiliano.
 
Due ottimi esempi dello stile di '''Servio Sulpicio Rufo''' si conservano negli scritti di Cicerone.<ref>Marco TulioTullio CicerónCicerone: Epistulæ ad familiares, Liber iv 5 y 12.</ref> Il più famoso di questi è una lettera di condoglianze scritta da Rufo dopo la morte di Tullia, la figlia di Cicerone. Si tratta di un cordoglio che i posteri hanno ammirato, pieno di malinconia e di sottile riflessione sulla caducità di tutte le cose. Lord Byron citò questa lettera nel suo libro ‘Childe Harold’s Pilgrimage’.<ref>Henry Joseph Haskell: This was Cicero: modern politics in a Roman toga, Secker & Warburg Editores, Londres 1943, p.250-251.</ref>
 
Quintiliano parla di tre discorsi (oratio)<ref>Marco Fabio Quintiliano: Institutio Oratoria x. 1, 1,6.</ref> di Sulpicio Rufo, come ancora in uso consueto per gli studenti di Retorica, a 150 anni dalla sua morte. Alcuni di questi furono il discorso ‘contra Murena’ e il discorso ‘pro o contra Aufidium’, dei quali nulla è rimasto oggi. Si dice anche che lui fosse uno scrittore di poesie erotiche. Le principali caratteristiche del suo stile letterario erano la lucidità, una profonda conoscenza dei principi del Diritto Civile e naturale, e di potenza senza precedenti di espressione negli sviluppi giuridici.