Giangurgolo: differenze tra le versioni
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==L'origine della maschera==
[[File:Reggio Calabria - dintorni - incisione del Saint Non - Giangurgolo - commedia dellarte.jpg|thumb|450px|Un'incisione di [[Jean-Claude Richard de Saint-Non]] che descrive "i dintorni di [[Reggio Calabria|Reggio]]" in cui appare "Giangurgolo" in una scena della commedia dell'arte nei pressi della città.]]
L’origine di questa [[maschera (commedia dell'arte)|maschera]] è incerta, ma le fonti letterarie sulle rappresentazioni di Giangurgolo dicono che essa sarebbe nata a [[Napoli]] <ref name=piromalli>''La letteratura calabrese'' di Antonio Piromalli, Pellegrini Editore, 1996, ISBN 8881010135, 9788881010134</ref>. Risale al [[1618]] la notizia di un attore, Natale Consalvo, che , a Napoli, lavorava nelle vesti di ''Capitan Giangurgolo'' <ref name=piromalli />. Successivamente la maschera di Giangurgolo fu importata a [[Reggio Calabria|Reggio]] ed in [[Calabria]] per mettere in ridicolo le persone che imitavano i cavalieri siciliani "spagnoleggianti", infatti intorno alla metà del [[XVII secolo]] quando la Sicilia fu data ai Savoia vi fu una massiccia migrazione di nobili spagnoli siciliani verso la città di Reggio dall'altra parte dello Stretto, e la maschera sarebbe stata dunque adattata a questi nobili<ref>Giangurgolo Spaccone calabrese di Serena Maffia, Roma 2010</ref> siciliani decaduti, diventando la maschera tradizionale della regione <ref>[http://books.google.it/books?id=ju6PvsnRTZYC&pg=PA104&dq=Giangurgolo+maschera+Calabria+Reggio&ei=OWbbSYL_H4KqzgSxtcHvCg Maschere italiane, di Constantina Fiorini, Giunti, 2003, ISBN 8844026066, 9788844026066]</ref><ref>Giangurgolo e la Commedia dell'arte, Alfredo Barbina, Rubbettino, 1989</ref>. Godette subito di grande considerazione nell'ambito della [[commedia dell'Arte]] tanto da essere rappresentata nei più grandi [[teatri]] italiani al pari delle maschere oggi considerate maggiori: [[Pulcinella]], [[Arlecchino]] ecc. Ha un naso enorme e una spada altrettanto smisurata che pende su un fianco, indossa un alto cappello a cono, un corpetto stretto e soprattutto i pantaloni a sbuffo a strisce gialle e rosse, particolare significativo che riproduce i colori d'Aragona. La maschera dunque rappresenta uno scherzo della città verso i dominatori aragonesi e spagnoli.
Il nome ''Giangurgolo'' deriverebbe dalle parole:
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