Conflitto del Darfur: differenze tra le versioni
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== Interventi umanitari ==
L'[[Unione Africana]] è presente nella regione con una forza di pace di 7.000 uomini, insufficiente per arginare la violenza delle milizie arabe Janjawid, sostenute dal Governo di [[Khartum]], la capitale del Sudan. Sono inoltre presenti 97 tra [[Organizzazione non governativa|ONG]] e agenzie dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]], con un totale di più di 14.000 operatori umanitari, per lo più concentrati a [[Nyala (Sudan)|Nyala]], capitale del [[Sud Darfur]]. L'[[Italia]] è attualmente impegnata in [[Darfur]] con 5 ONG, distribuite nel Nord, Sud e Ovest del Darfur, impegnate in progetti di carattere sanitario e idrici. Sono tutte membri della Associazione delle ONG italiane: Cosv, Coopi, Cesvi e InterSos del comitato "Darfur onlus", e la Alisei. Il 5 luglio 2010 si è aggiunta un'ulteriore ONG, [[Emergency]], con le attività del Centro pediatrico di Nyala, che offre cure ai bambini fino a 14 anni e svolge attività di educazione igienico-sanitaria rivolte alle famiglie<ref
Da più di 30 anni operano in Darfur anche le Suore della Carità e i Padri [[Comboniani]], ai quali si aggiunge la [[Caritas Italiana]], mentre il Governo Italiano è presente con la [[Cooperazione Italiana]] allo sviluppo e le strutture sanitarie di Avamposto 55, un presidio medico di primo soccorso e di supporto anche nel training dei medici di Nyala, sebbene non abbia raggiunto gli obiettivi proposti <ref
=== L'informazione in Italia ===
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