Capodistria: differenze tra le versioni

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Capodistria crebbe e assunse una posizione sempre di maggior rilievo nell'[[Istria veneziana]]. Data la sua posizione venne rinominata ''Caput Histriae'' (dal quale deriva il nome autoctono italiano).
 
L'amministrazione austriaca, che seguì alla caduta di Venezia ed al periodo napoleonico, non la riconfermò come capoluogo istriano, che divenne dapprima [[Pisino]] e poi, in sede definitiva, [[Parenzo]]. Durante gli anni della riscoperta del sentimento nazionale Capodistria fu il punto di riferimento del movimento unitario dell'[[Istria]]. Qui infatti vi era concentrato il principale nucleo del [[Comitato istriano]] dove si riunivano i patrioti più ardenti e che, dopo il [[1857]], operava come sede della [[Società Nazionale Italiana|Società Nazionale]]. Capodistria può vantarsi di aver dato alla sua Madrepatria patrioti del calibro di [[Carlo Combi]] e [{[Antonio Madonizza]](i più importanti istriani del [[Risorgimento]] e due degli Italiani più attivi per l'indipendenza della loro Patria) ma soprattutto uno dei precursori del movimento risorgimentale italiano impersonificato nella figura di [[Gian Rinaldo Carli]] che già nel [[1765]] pubblicava articoli prospettanti una non lontana unità ed inpendenza dell'[[Italia]]. Il mancato arrivo delle milizie italiane tanto sperato nel [[1866]] fece conseguentemente sviluppare un forte sentimento irredentista del quale gli uomini più rappresentativi furono [[Tino Gavardo]], [[Pio Riego Gambini]], ma soprattutto il martire [[Nazario Sauro]] che, dopo esser fuggito nel 1915 a [[Venezia]] per arruolarsi nella [[Regia Marina]], fu catturato dagli austriaci durante un'incursione italiana e giustiziato sul patibolo di [[Pola]] il [[10 agosto 1916]] (morirà gridando tre volte: ''"Morte all'Austria! Viva l'Italia!"'' dopo aver lasciato nel testamento al figlio le seguenti parole ''"Su questa patria giura e farai giurare ai tuoi fratelli che sarete sempre, ovunque e prima di tutto Italiani"''). Sul finire della guerra, nella quale i volontari capodistriani accorsi a combattere per la propria Patria saranno (oltre il già citato [Nazario Sauro]]) in numero inferiore solo a [[Trieste]] e [[Pola]], la città fu occupata, nel novembre [[1918]] da truppe che trovarono una città festosamente imbandierata da tricolori. Ma dovranno passare ancora due anni per vederla finalmente ricongiunta con l'[[Italia]].
 
Con la fine della [[seconda guerra mondiale]] e il trattato di pace del [[1947]] Capodistria fu compresa nella zona B del "[[Territorio libero di Trieste]]" (TLT), amministrata dalle forze jugoslave. La popolazione italiana, eccetto una piccola minoranza, prese la via dell'[[esodo istriano|esodo]], soprattutto dopo il [[Memorandum di Londra]] del [[1954]] quando fu chiaro che la città non sarebbe più ritornata alla sovranità italiana.