Situazione kafkiana: differenze tra le versioni

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Il termine deriva da [[Franz Kafka]], la cui opera è ricca di situazioni di questo tipo; si pensi per esempio a ''[[Il processo]]'', ''[[Il castello]]'', o ''[[America (romanzo)|America]]''.
 
Uno degli esempi più paradigmatici di situazione "kafkiana" è forse proprio quella del ''Processo'' di Kafka, in cui l'impotenza (l'impossibilità della reazione) viene messa in relazione, tra l'altro, col tema della [[burocrazia]] giudiziaria. In quest'opera, il [[protagonista]] "K" riceve inaspettatamente la notizia di essere stato messo sotto indagine. Un giorno, trovandosi negli uffici della banca dove lavora, apre una porta di un ripostiglio e vi trova i poliziotti che si erano presentati in casa sua, puniti da un aguzzino, perchèperché K si era lamentato del loro comportamento. L'effetto kafkiano del lettore si scatena però non in questa sorpresa irreale, ma nel constatare il comportamente di K: egli non impazzisce per il fatto di trovare dei poliziotti là dove mai avrebbe pensato. La sua reazione è quella di preoccuparsi che essi non facciano troppo rumore quando sono frustrati, per evitare che i colleghi o i sottopposti di K si presentino a vedere cosa succede e scoprano così che egli è sotto processo. La vergogna per l'indagine, a cui non ci si può opporre (K non sa neppure di preciso quale sia l'imputazione) viene così amplificata dal predominare paradossale del senso del [[pudore]] del protagonista.
 
La scena mette bene in risalto il funzionamento dell'assurdo kafkiano. Cioè creare un contrasto che sembra irragionevole ma che in realtà rivela un aspetto profondo, sconvolgendo e spiazzando il lettore.