Giulio Monteverde: differenze tra le versioni
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Artisticamente valida la statua di ''[[Giuseppe Saracco]]'', ultima opera dell'artista eseguita nel [[1917]] (muore ottantenne nello stesso anno) e inaugurata nel [[1922]]. Il ritratto di Saracco, uomo politico nativo di [[Bistagno]] come Monteverde, di cui era amico, è risolto con un realismo semplice e diretto: in piedi, appoggiato allo scanno senatoriale, nell’atto di parlare (posa di successo del ''[[Giuseppe Mazzini|Mazzini]]'' del 1876 appoggiato alla sedia). La composizione della figura è fondata sull'abbozzo di movimento: testa leggermente sollevata e girata a sinistra; busto con un'appena accennata torsione a destra, movimento non pesante ma tale da imprimere a tutta la figura un moto spontaneo e naturale, accompagnato dalle pieghe del soprabito all'altezza delle ginocchia. È il realismo personale che accompagna Monteverde dal ''Mazzini'' del [[1876]].
== Monteverde e il realismo sintetico-percettivo
In [[scultura]] l'affermarsi della ricerca del dato realistico, in ordine alla più avanzata tendenza europea, viene ad un certo punto a sfibrare la nitidezza della forma ereditata dall’epoca [[Neoclassicismo|neoclassica]]. Si crea allora una forma sintetico-percettiva, forma Italia portata avanti dal [[Giuseppe Grandi|Grandi]] nel ''[[Cesare Beccaria]]'' ([[1871]]) e nel [[Paggio di Lara]] ([[1872]]), opere ancora collocabili entro un quadro [[Storicismo|storicista]]. E nella seconda metà del decennio questo nuovo senso della materia si accosta ad una maggiore verità dei temi, ed è una ricerca che tocca anche artisti meno aperti alla sperimentazione quali [[Achille D'Orsi|D'Orsi]] e Monteverde.
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