Capo Alga: differenze tra le versioni
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{{Infobox nave
|nome=''Capo Alga''<br/><small>ex ''Munbeaver''</small><br/><small>ex ''Sudbury''</small>
|Categoria=nave mercantile
|immagine=
|dimensioni_immagine=300px
|didascalia=
|bandiera=Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg
|bandiera2=
|tipo=[[piroscafo]] [[nave cargo|da carico]]
|classe=
|cantiere=Delaware River Iron Shipbuilding & Engine Works, [[Chester (Pennsylvania)|Chester]]
|matricola=
|ordinata=
|impostata=1917
|varata=
|completata=
|entrata_in_servizio=marzo 1918
|proprietario=United States Shipping Board (1918-?)<br/>Shawmut Steam Ship Company Inc. (?-1927)<br/>Munson Line (1927-1938)<br/>Società Anonima Compagnia Generale di Navigazione a Vapore (1938-1943)
|radiata=
|destino_finale=catturato da truppe tedesche nel settembre 1943, autoaffondato il 18 agosto 1944, recuperato e demolito
|dislocamento=
|Stazza_lorda=5075 o 4380 tsl<br/>poi 4723
|Portata_lorda=
|lunghezza=tra le perpendicolari 117,3
|larghezza=15,5
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|profondità_operativa=
|ponte_di_volo=
|propulsione=1 [[turbina a vapore]]<br/>1 elica
|velocità=11
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|Ref=dati presi da [http://www.shipbuildinghistory.com/history/shipyards/2large/inactive/merchant.htm Shipbuilding History], [http://www.ellisisland.org/shipping/Formatship.asp?shipid=4327 Ellis Island] e ''Navi mercantili perdute''
}}
Il '''Capo Alga''' (già '''Munbeaver''', già '''Sudbury''') è stato un [[piroscafo]] [[nave cargo|da carico]] italiano, violatore di blocco durante la [[seconda guerra mondiale]].
== Storia ==
Completato nel 1918 nei [[cantiere navale|cantieri]] Delaware River Iron Shipbuilding & Engine Works di [[Chester (Pennsylvania)|Chester]] (come [[scafo]] numero 340) per l’United States Shipping Board, che poi lo cedette alla Shawmut Steam Ship Company Inc. di [[Boston]], il mercantile era un piroscafo da carico da 5075 (o 4380, successivamente ridotte a 4327<ref name="nmp"/>) tonnellate di stazza lorda, e portava in origine il [[nome]] di ''Sudbury''<ref name="shipbuildinghistory">[http://www.shipbuildinghistory.com/history/shipyards/2large/inactive/merchant.htm Shipbuilding History]</ref><ref name="ellisisland">[http://www.ellisisland.org/shipping/Formatship.asp?shipid=4327 Ellis Island]</ref>. Il piroscafo, che poteva raggiungere una [[velocità]] di undici nodi, venne impiegato, dal 1919 al 1923, sulla [[rotta navale|rotta]] che univa [[Amburgo]] e [[Plymouth]] a [[Rosario]] e [[New York]]<ref name="ellisisland"/>. Nel 1927 la nave venne [[acquisto|acquistata]] dalla Munson Line, un’altra compagnia statunitense, e fu ribattezzata ''Munbeaver''<ref name="ellisisland"/><ref name="shipbuildinghistory"/>.
La Munson Line fallì nel 1937: nel 1938<ref name="shipbuildinghistory"/><ref name="ellisisland"/> il piroscafo venne acquistato dalla [[Società anonima|Società Anonima]] Compagnia Generale di [[Navigazione]] a [[Vapore]], con [[sede legale|sede]] a [[Genova]], che lo ribattezzò ''Capo Alga'' e lo iscrisse, con matricola 2213, al [[Compartimento marittimo]] di Genova<ref name="nmp"/>.
All’ingresso dell’[[Italia]] nel [[secondo conflitto mondiale]], il 10 giugno 1940, il ''Capo Alga'', al comando del [[capitano]] Bozza, si trovava a [[Santa Cruz de Tenerife]], nell’[[Isole Canarie|arcipelago delle Canarie]], territorio [[Spagna|spagnolo]] e [[neutralità|neutrale]]<ref name="nmp"/>, dove venne [[internamento militare|internato]]<ref name="dupuis"/><ref name="nmp">Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, ''Navi mercantili perdute'', p. 97</ref>. Nei successivi mesi la nave stazionò inattiva in tale [[porto]].
Nel frattempo lo [[Stato Maggiore]] della [[Regia Marina]] aveva proposto ed ottenuto di mettere a punto un piano per far forzare il [[blocco navale|blocco]] [[Alleati|alleato]] da parte dei [[nave cargo|mercantili]] rifugiati nelle nazioni neutrali più benevole nei confronti dell’[[Italia]] ([[Spagna]], [[Brasile]] e [[Giappone]]) e farli giungere a [[Bordeaux]], [[base navale|base]] atlantica italiana ([[Betasom]]) nella [[Francia]] occupata (o, in altri casi, a Saint Nazaire): le navi sarebbero passate sotto il controllo delle [[Wehrmacht|forze tedesche]], mentre i carichi (ancora a bordo da quando, dopo la [[dichiarazione di guerra]], si erano rifugiate nei porti neutrali) sarebbero stati trasferiti in Italia via terra<ref name="dupuis">Dobrillo Dupuis, ''Forzate il blocco! L’odissea delle navi italiane rimaste fuori degli stretti allo scoppio della guerra'', pp. da 50 a 56 e 59</ref>. Dopo la trasmissione delle istruzioni da seguire per la partenza ed il [[viaggio]], venne organizzata la partenza dei vari mercantili, iniziando dalla [[Spagna]] continentale, dalla quale, tra il febbraio ed il giugno 1941, si trasferirono a [[Bordeaux]] i mercantili [[Clizia (nave mercantile)|''Clizia'']], [[Capo Lena (nave mercantile)|''Capo Lena'']] ed [[Eugenio C. (piroscafo 1928)|''Eugenio C.'']]<ref name="dupuis"/>. Venne quindi organizzato il trasferimento delle navi che si trovavano nelle [[Canarie]], 17 in tutto<ref name="dupuis"/>. Dato che tuttavia, dopo un anno di inattività, molte unità non erano in condizioni adatte ad affrontare una difficile traversata atlantica in tempo di guerra (le [[carena|carene]] erano ricoperte di [[dente di cane|denti di cane]] ed alcune navi non erano entrate in [[bacino di carenaggio]] da oltre due anni), venne disposto l’invio alle Canarie del [[capitano di corvetta]] Eugenio Normand, che ispezionò tutti i mercantili là internati e compilò un dettagliato rapporto in cui individuò in nove le navi che avrebbero potuto prendere il mare: tra di esse vi era il ''Capo Alga'', che fu destinato ad essere la prima nave a partire, lo stesso giorno del piroscafo [[Burano (nave mercantile)|''Burano'']], che sarebbe invece salpato da [[Las Palmas de Gran Canaria]] (le due navi sarebbero partite a distanza di alcune ore, prima il ''Capo Alga'' e poi il ''Burano'')<ref name="dupuis"/>.
[[Categoria:Navi mercantili italiane]]▼
Il ''Capo Alga'' lasciò Santa Cruz de Tenerife, con a bordo il carico che aveva nelle [[stiva|stive]] sin dal giugno 1940, il 1° aprile 1941<ref name="nmp"/><ref>''Navi mercantili perdute'' parla del 1° e del 18 giugno 1941 come date di partenza ed arrivo, ma si tratta probabilmente di un errore.</ref>. Raggiunto il [[mare]] aperto, il piroscafo compì varie [[manovra|manovre]] ed evoluzioni per confondere le idee allo [[spionaggio]] inglese ed ai [[peschereccio|pescherecci]] che incrociavano poco fuori del [[porto]], in modo che non fosse possibile comprendere quale rotta avrebbe seguito, poi assunse rotta verso ovest, allontanandosi coperto dal [[buio]] della [[notte]]<ref name="dupuis"/>. La nave seguì rotte lontane da quelle usuali, per evitare di incontrare navi nemiche, procedendo ad una velocità di circa 15 nodi<ref name="dupuis"/>. Seguendo le disposizioni impartite da [[Supermarina]], il mercantile navigò per diversi giorni senza problemi od incontri, grazie all’assenza di [[luna]], ma una notte la nave venne sorvolata da un quadrimotore nemico, proprio mentre dal [[fumaiolo]], per un problema in [[sala macchine]], aveva iniziato ad emettere un [[fumo]] particolarmente denso<ref name="dupuis"/>. Il [[velivolo]], tuttavia, si allontanò senza accorgersi della presenza della nave italiana<ref name="dupuis"/>. L’indomani, all’[[alba]], venne avvistata a proravia la colonna di fumo prodotta da una nave, che venne evitata accostando prontamente in fuori<ref name="dupuis"/>. Procedendo alla massima velocità, alcuni giorni più tardi il ''Capo Alga'' oltrepassò [[Capo Finisterre]] e giunse nel [[golfo di Biscaglia]], arrivando, al [[tramonto]] del 15 aprile, a 95 miglia dalla [[costa]] della [[Francia]]<ref name="dupuis"/>. La nave iniziò quindi a costeggiare il [[litorale]], e nel [[pomeriggio]] del 16 aprile avvistò a proravia due [[dragamine]] [[Kriegsmarine|tedeschi]], che procedevano alla massima velocità verso il piroscafo italiano<ref name="dupuis"/>. Vennero effettuati i segnali di riconoscimento (e, come frequente, anche un saluto), dopo di che il ''Capo Alga'' si pose nella [[scia]] delle due unità tedesche, che lo scortarono a [[Saint Nazaire]] (per altra fonte a [[Nantes]]<ref name="nmp"/>), ove il piroscafo giunse nelle prime ore della notte del 17 aprile<ref name="dupuis"/>.
Sbarcato il carico, l’[[equipaggio]] del ''Capo Alga'' venne rimpatriato, mentre il piroscafo venne utilizzato dalla Kriegsmarine quale nave [[deposito]]<ref name="dupuis"/>.
In seguito alla [[proclamazione]] dell’[[armistizio di Cassibile|armistizio]] dell’8 settembre 1943 il ''Capo Alga'' venne catturato a Nantes<ref name="wlb"/> dalle forze tedesche<ref name="nmp"/>. Il 18 agosto 1944 gli stessi tedeschi, in ritirata, autoaffondarono il piroscafo nell’[[estuario]] della [[Loira]] (secondo altre fonti a Nantes<ref name="wlb">[http://www.wlb-stuttgart.de/seekrieg/verluste/italien-beute.htm Verluste der italienischen Handelsflotte 1939-1945]</ref> od a [[Saint Nazaire]]<ref name="shipbuildinghistory"/>), onde creare un’ostruzione alla [[navigazione]]<ref name="nmp"/>. Il [[relitto]] venne in seguito recuperato dai francesi<ref name="nmp"/> ed avviato alla [[demolizione]].
== Note ==
<references/>
{{Portale|Marina|guerra}}
[[Categoria:Violatori di blocco italiani]]
▲[[Categoria:Navi mercantili italiane della seconda guerra mondiale]]
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