Tim Buckley: differenze tra le versioni
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Nello stesso anno, recise il contratto con l'Elektra, passando alla Straight Records di [[Frank Zappa]] e del produttore Herb Cohen. Per questa etichetta, pubblicò ''[[Blue Afternoon]]''. Nel [[1970]], pubblicò di nuovo per l'Elektra, ''[[Lorca (album)|Lorca]]'', in realtà registrato contemporaneamente a ''Blue Afternoon''<ref>http://timbuckley.net/bios/timeline3.shtml</ref>. Proprio ''Lorca'', è generalmente considerato dalla critica come album di passaggio fra il "periodo folk" di ''Goodbye and Hello'' e ''Happy Sad'' a quello "psichedelico" di ''Starsailor''<ref>http://www.allmusic.com/album/lorca-r2887</ref>.
Nel [[1971]], pubblicò ''[[Starsailor (album)|Starsailor]]'', disco più vicino al [[Rock psichedelico]] e al [[Progressive]], generalmente considerato il suo massimo capolavoro, indubbiamente uno dei più ardui esperimenti sul canto mai realizzati<ref>http://www.allmusic.com/album/starsailor-r2888/review</ref>. In questo disco è presente il brano ''Song to the Siren'', probabilmente il più famoso di Buckley, la cui reinterpretazione della band [[inglese]] [[This Mortal Coil]] sull'album ''[[It'll End in Tears]]'' del [[1984]] riscosse un notevole successo. Il brano venne inoltre reinterpretato nel [[2002]] da [[Robert Plant]] sul suo album ''[[Dreamland (Robert Plant)|Dreamland]]'', nel [[2009]] da [[John Frusciante]] su ''[[The Empyrean]]'', e nel [[2010]] da [[Sinéad O'Connor]].
In seguito allo scarso successo commerciale dei suoi dischi, dopo la pubblicazione di ''Starsailor'' sospese temporaneamente l'attività musicale, cadendo in depressione e sviluppando dipendenza per l'[[alcool]] e per le [[droghe]]. Inoltre, si dedicò ad altre attività, come il cinema, scrivendo sceneggiature e recitando, pure, nel film mai uscito ''Why?'', di [[Victor Stoloff]]<ref>http://timbuckley.net/bios/timeline4.shtml</ref>.
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