Villa Serego: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m WPCleaner (v1.08) riparaz. redirect |
|||
Riga 12:
}}
'''Villa Serego''', sita in località Santa Sofia di Pedemonte in [[San Pietro in Cariano]] ([[provincia di Verona]]) e per questo detta anche '''villa Santa Sofia''', è una [[villa veneta]] progettata dall'architetto [[Andrea Palladio]] nel [[1565]]. È dal [[1996]] nella lista dei [[Patrimonio dell'umanità|patrimoni dell'umanità]] dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]], assieme alle altre [[ville palladiane]] del [[Veneto]].
Isolata all’estremo occidente della “geografia palladiana” del [[Veneto]] e una delle ultime fabbriche di [[villa]] progettate da Palladio, villa Serego a Santa Sofia rappresenta per molti versi un episodio eccezionale. A differenza della villa-tipo palladiana, generalmente un organismo fortemente [[gerarchia|gerarchizzato]] e dominato dal “pieno” della casa dominicale, Palladio preferisce qui articolare lo spazio attorno al grande “vuoto” del [[corte (architettura)|cortile]] centrale, prendendo probabilmente a modello le proprie ricostruzioni della [[villa romana]] antica.
[[Immagine:Villa Serego_sezione_Bertotti Scamozzi 1781.jpg|thumb|left|Villa Serego, sezione ([[Ottavio Bertotti Scamozzi]], 1781)]]
Anziché di [[Mattone|mattoni]] e [[intonaco]], le grandi [[colonna|colonne]] [[ordine ionico|ioniche]] sono realizzate con blocchi di [[pietra]] [[calcare|calcarea]] appena sbozzati e sovrapposti a creare pile irregolari: il tipo di materiale utilizzato (proveniente dalle [[miniera di superficie|cave]] che i Serego possedevano poco lontano) e la dimensione gigantesca delle colonne contribuiscono a generare una sensazione di potenza mai raggiunta da nessun'altra villa realizzata.
Il committente è il [[Verona|veronese]] Marcantonio Serego, che entra in possesso della proprietà di Santa Sofia nel [[1552]] ma che solamente dal [[1565]] decide di rinnovare radicalmente il complesso edilizio ereditato dal padre. Poche e frammentarie sono le notizie che riguardano le vicende costruttive del complesso, che venne realizzato solo in piccola parte rispetto alla grande estensione disegnata da Palladio nei ''[[I quattro libri dell'architettura|Quattro libri dell'architettura]]'' ([[1570]]): meno della metà del cortile rettangolare e in particolare la sezione settentrionale.
Nel [[1740]] [[Francesco Muttoni]] poté vedere il tracciato dell’intero cortile scandito dalle basi già poste in opera delle colonne che avrebbero dovuto completarlo. È dunque ipotizzabile che con la morte di Marcantonio negli [[anni 1580|anni ottanta del Cinquecento]] i lavori siano stati definitivamente interrotti, anche se pare dimostrata la volontà di concludere almeno la parte del complesso riservata agli appartamenti signorili.
|