Volume Two (Soft Machine): differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m ortografia |
m ortografia |
||
Riga 38:
Wyatt cura gli arrangiamenti e salvaguarda l'anima [[dadaismo|dadaista]] della band scrivendo anche buona parte dei testi, che interpreta con la consueta originalità e grazia. Il lato A dell'album, in cui Wyatt ha il sopravvento, è molto legato allo stile dei primi spensierati Soft Machine, soprattutto nei vocalizzi di "Dada Was Here", cantata in spagnolo, e nel tributo alla Jimi Hendrix Experience nel brano "Have You Ever Bean Green". In "A Concise British Alphabet part 2", passando tra una serie di assoli e di improvvisazioni strumentali, i ritornelli melodici cantati da Wyatt offrono il primo saggio di quella malinconia disincantata che ritroveremo in tutte le sue opere.<ref>[http://www.scaruffi.com/vol2/softmach.html Biografia dei Soft Machine di Scaruffi] www.scaruffi.com</ref>
Se il lato A è brillante, frutto dell'impostazione "vecchio stile" voluta da Wyatt, il lato B, che pur si apre con un altro gustoso tributo, questa volta all'amico Ayers in "As Long As He Lies Perfectly Still",<ref name="allmusic"/> si basa sulle cupe atmosfere sperimentali di Ratledge, in grande forma e perfettamente a suo agio nei fraseggi jazz con i due Hopper. La sua mano si sente
Dopo qualche mese di prove, il nuovo corso della band ha il battesimo di fuoco nel febbraio del 1969 nientemeno che alla [[Royal Albert Hall]] di Londra, in una storica data che vede presenti anche la Jimi Hendrix Experience e il gruppo di [[Jim Capaldi]] (i futuri [[Traffic (gruppo musicale)|Traffic]]), davanti a una platea gremitissima. I Soft presentano il materiale dell'album in preparazione ed ottengono un grande successo.<ref>{{en}}[http://books.google.com/books?id=JVCZsK9bAh0C&printsec ''Soft machine: out-bloody-rageous'' di Graham Bennet, pag.156] books.google.com</ref>
|