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'''Ca Balà''' è una rivista d'[[umorismo]] grafico e di [[satirica]] politica fondata da [[Graziano Braschi]], [[Berlinghiero Bonarroti]] e [[Paolo Della Bella]]. Nasce a '''Compiobbi''' un paesino vicino [[Firenze]]. La rivista sarà pubblicata per 9 anni, dall'aprile del [[1971]] al gennaio del [[1980]] per un totale di 50 numeri.
{{quote|Dare parola alla rabbia,all'utopia,<br /> all'immaginazione di sempre;<br />|}} {''motto del [[Gruppo Stanza'']]}}
 
 
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Ca Balà inizialmente con periodicità mensile, veniva spedita per posta agli abbonati( inizialmente duecento ) e le copie venivano consegnate alle principali librerie d'Italia.
Il Gruppo Stanza si autofinanziava con la pubblicazione di serigrafie.
La rivista diffusa nel circuito [[''underground']] e con un rifiuto per il [[copyright]] aveva all'inizio una tiratura che non superava le mille copie.
 
Dal [[1971]] al [[1973]] Ca Balà rappresentava una novità sullo scenario satirico Italiano, un {{quote|momento di rottura del grigio momento politico e culturale che l'Italia sta attraversando|}}<ref> ''Così ridono gli italiani''</ref>.
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Nel [[1974]] il numero-poster 34, riferito al divorzio , viene venduto a 15'000 persona a [[Firenze]].
L'esperienza del numero-poster risale al [[1973]]. Il successo inatteso del numero [[29-30]] spinse la redazione a cambiare la rivista ( nell'attesa di una nuova serie) in una rivista-manifesto<ref>''Charta'' p.44</ref>
 
Il numero 39 di Ca Balà venne pubblicato senza avere alla guida della testata un direttore e per un certo periodo di tempo si sospendono le pubblicazioni. Alla base ci furono problemi economici.
I collaboratori non venivano pagati, si autotassavano e non c'erano finanziamenti. Queste difficoltà obbligarono il Gruppo Stanza ad un periodo di ripensamento e di riorganizzazione.<ref>''Charta p.43</ref>
 
Dal [[1975]] Ca Balà iniziò ad avere maggior attenzioni dal mondo culturale.
(Eco, Zavattini, Tranfaglia, Saviane,e Spinella ne hanno parlato).
[[Mario Guaraldi]],editore fiorentino, inizia a finanziare la rivista e si occupa anche della distribuzione di Ca Balà.
La rivista prese un carattere più professionale, e meno underground.Inoltre Gualardi mandò Braschi, Buonarroti e Della Bella da un'avvocato per paura di denunce e [[querele]].<ref></ref>
Il risultato furono quattro vignette censurate per non ledere la suscettibilità dei partiti politici.
Nonostante questo le tirature con questa nuova impostazione arrivano a superare le quattro-cinquemila copie.
 
Nel marzo del [[1976]] Ca Balà cambia nuovamente formato, stile album e aumentano il numero delle pagine.Cerca un nuovo sponsor editoriale prova con l'' “Ottaviano” casa editrice milanese per poi abbandonarla subito. La casa editrice Gruppo Stanza poi si trasferisce a Pistoia e cambia anche nome in: “Editrice centro di Comunicazione Pistoia.”<ref>''La satira politica in italia'' p.217</ref>
 
Nel [[1978]] CabalaCa Balà passa sotto la guida di [[Franco Manescalchi]].
Oltre ad interventi satirici, iniziò a collezionare anche articoli storici e teorici sull'umorismo.
Venne pubblicata una monografia di [[Hermano Lobo]](rivista spagnola anti-Franchista), una dell'Enragé e una di [[Szpiki]], giornale satirico polacco fra i piu importanti.
Sempre nel 1978 nasce “IL[[“Il Male”]] , giornale satirico.
 
L'incredibile boom de “il“Il Male” mandò in crisi Ca Balà. Tentativi da parte del Gruppo Stanza di far uscire Cabalala rivista in edicola con numeri scandalistici sul modello de “Il Male”, incrinarono sempre più la notorietà della rivista, fino al termine di essa con l'ultimo numero nel gennaio del 1980.<ref>''La satira politica in italia'' p.217</ref>
 
== Influenze==
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== Note==
</references/>
 
== Pubblicazioni ==