Metilde Viscontini Dembowski: differenze tra le versioni

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=== La separazione ===
Metilde, stanca delle sue violenze, a luglio lo lasciò e trovò ospitalità presso il fratello Ercole. Chiesta la separazione dal marito, nel marzo del [[1815]] partì con il figlio più piccolo per la [[Svizzera]]. Grazie alle raccomandazioni dei suoi parenti, Metilde fu accolta a Berna dai coniugi Beuther: il signor Beuther era un banchiere, la moglie Anne la sorella di Karl Ludwig von Haller, che faceva parte del Gran Consiglio della Repubblica. Della vasta cerchia delle loro amicizie rientrava la granduchessa [[Giuliana di Sassonia-Coburgo-Gotha|Julie di Sassonia-Coburgo-Sachfeld]], sorella del duca [[Ernesto I di Sassonia-Coburgo-Gotha|Ernesto]] e già cognata dello zar [[Alessandro I di Russia|Alessandro I]] in quanto moglie separata del granduca Costantino. Da parte loro, le autorità cittadine raccoglievano informazioni sul conto di Metilde. Un rapporto del [[1816]] del procuratore di Berna riferisce le dicerie circolanti a Milano, secondo le quali ella avrebbe avuto, quando il marito era in Spagna, «con un'altra persona un qualche intrigo amoroso di cui restarono delle conseguenze».<ref>Michel Crozet, ''Stendhal'', 1990, p. 381.</ref>
 
Da [[Zurigo|Hottingen]] riceveva le lettere del Foscolo, che aveva lasciato l'Italia poche settimane dopo di lei, e aveva saputo da comuni conoscenti della sua presenza a Berna. I due s'incontrarono nel maggio del [[1816]] a [[Berna|Brunnadern]], dove Metilde aveva affittato una casa per passarvi la bella stagione. In giugno Metilde tornò brevemente a Milano per abbracciare il figlio Carlo, che il marito aveva deciso di mandare nel collegio degli scolopi di [[Volterra]]. In agosto ritrovò a Berna per l'ultima volta il Foscolo, che il [[12 settembre]] si stabiliva a [[Londra]].
 
In ottobre Metilde fece ritorno con il figlio Ercole a Milano, sistemandosi in un appartamento in affitto. Doveva definire la sua causa di separazione e contava sulle influenti relazioni della duchessa Julie per ottenere un esito per lei il più possibile favorevole. Julie le aveva assicurato di aver contattato il cancelliere [[Klemens von Metternich|Metternich]] a [[Vienna]] e il governatore della Lombardia [[Franz Joseph Saurau]] a Milano.
Sperò di ottenenere protezione e appoggio nella sua causa contro il Dembowski, mentre il procuratore di Berna raccoglieva informazioni sul conto di Metilde. Un rapporto del [[1816]] riferisce le dicerie circolanti a Milano, secondo le quali ella avrebbe avuto, quando il marito era in Spagna, «con un'altra persona un qualche intrigo amoroso di cui restarono delle conseguenze».<ref>Michel Crozet, ''Stendhal'', 1990, p. 381.</ref>
Il marito cercò di sottrarle il figlio Ercole, e dovette intervenire il governatore della Lombardia, il feld-maresciallo austriaco [[Ferdinand Bubna]], per garantirle momentaneamente l'affidamento del figlio Ercole. A lui e allo stesso imperatore sollecitò la definizione della causa di separazione, che si svolse nel [[1817]] con la provvisoria imposizione a Matilde di vivere nella stessa casa del Dembowski, seppure in appartamenti e in «letti separati». Nel luglio successivo, la sentenza di separazione previde che la tutela di entrambi i figli spettasse al marito e la Viscontini poté andare ad abitare per proprio conto in una casa di piazza Belgioioso, vicino al fratello.
 
[[File:8879 - Milano - P.za Belgioioso - Foto Giovanni Dall'Orto - 14-Apr-2007.jpg|thumb|left|200px|Milano: a destra, palazzo Belgioioso]]