Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni

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Nella primavera del 1861 il colonnello [[Candido Augusto Vecchi]] scrisse al giornalista americano [[Henry Theodore Tuckerman]]<ref>In seguito al suo articolo apparso nel gennaio sul ''[[North American Review]]'', si veda {{Cita|Scirocco|p. 311}}</ref> ipotizzando una partecipazione del generale alla guerra civile americana. Il [[2 maggio]] era apparsa una lettera scritta dal nizzardo sulla questione sul ''[[New York Daily Tribune]]''. Il console statunitense ad [[Anversa]], [[James W. Quiggle]]<ref>{{cita libro|Alfredo|de Donno|L'Italia dal 1870 al 1944: cronistoria commentata (Volume 1) pag 127|1945|Libreria politica moderna||id=}}</ref>, l'8 giugno scrisse a Garibaldi, offrendogli un posto di comando nell'esercito nordista. L'[[ambasciatore]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[Henry Shelton Sanford]] volle accertarsi delle vere intenzioni del generale, che intanto aveva scritto su tale questione a [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele]].
 
Le richieste avanzate dal nizzardo riguardavano un impegno deciso per l'emancipazione degli schiavi e l'essere nominato comandante in capo di tutto l'esercito.:<ref>{{chiarire|Gli fu offerto il comando di una divisione, si veda {{cita libro|Giuseppe |Guerzoni|Garibaldi (seconda edizione), pag 626|1882|G. Barbèra|Firenza|id=}}. Si fece notare che il capo dell'esercito era il presidente stesso, per questo la condizione restò inaccettabile, si veda {{Cita|Mino|p. 376}}}}</ref> con queste premesse, la trattativa si arenò. Nell'autunno del [[1862]] Canisius, console americano a [[Vienna]], riprese i contatti; tuttavia Garibaldi, ferito e reduce dall'[[Giornata dell'Aspromonte|Aspromonte]], si trovava detenuto a [[Varignano]] e in caso di accettazione si sarebbe prospettato un delicato caso diplomatico.
 
Seguirono passi da parte di [[William H Seward]], segretario di stato di [[Abraham Lincoln]], per far decadere senza esito la proposta<ref>Fonte: [[Herbert Mitgang]], storico e editorialista del [[New York Times]], al quale si deve una ricostruzione dettagliata della vicenda</ref>.